Groves canta Napoli, ma troppi giù per terra
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Altro che sole, solo pioggia mia a Napoli, mai così caput mundi sportiva fra lotta-scudetto, Giro e storica prima Coppa America di vela in Italia nel 2027.
È successo di tutto - pure troppo - nella sesta tappa, la più lunga nel Giro #108: 227 km da Potenza al tradizionale arrivo sul lungomare Caracciolo.
Ai -72 km (subito fuori Baiano, nell'avellinese) km la prima maxi-caduta - innescata da Jai Hindley, a cui pinzando il freno è andata via l'anteriore, ndr - sull'asfalto viscido. Vanno già in trenta-quaranta, tra cui la maglia rosa Pedersen, Dani Martinez, Carapaz, Adam Yates, Gee, Perez e Magnier, poi incredibilmente terzo allo sprint.
Leggera commozione cerebrale, «frattura della terza vertebra lombare» e Giro finito per il 26enne australiano vincitore nel 2022, ma qui come seconda punta per Primož Roglič, che poi va da Marco Velo - neo-Ct della strada donne ma qui in ammiraglia di condirettore di corsa e safety manager insieme con Stefano Allocchio e Paolo Longo-Borghini, a perorare la neutralizzazione.
Come da protocollo per codizioni estreme, corridori accontentati: niente abbuoni, distacchi e punti; solo vittoria di tappa.
Corsa ripartita ai -59 km con i 47" di distacco dei due fuggitivi, il francese Enzo Paleni e il neerlandese Taco van der Horn.
Tutto immutato nella generale: Pedersen in rosa con 17" su Roglič e 24" sul fido Mathias Vacek.
In volata - come a Salerno 2022 - domina Kaden Groves, che brucia il belga Milan Fretin e, appunto, Magnier. Fanno 20 vittorie in carriera e nove nei grandi Giri (7 alla Vuelta).
Declassato Matteo Moschetti per aver spinto verso le transenne, l'altro grande favorito Olaf Kooij, poi decimo.
In top ten anche i nostri Martin Marcellusi (settimo) e Luca Mozzato (ottavo).
Alla vigilia del primo tappone con 3500 metri di dislivello, vedi Napoli e poi muori.
PER SKY SPORT 24 ©, CHRISTIAN GIORDANO ©
Giovedì 15 maggio 2025

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