VINGEGAARD: «POGACAR, ATTENTO MI SENTO DIVERSO E MAI COSÌ FORTE»
Quest’anno il corpo reagisce in modo nuovo agli allenamenti
Per vincere, devo migliorarmi ancora rispetto al trionfo del 2023
Se non corressi contro Tadej, non sarebbe la stessa cosa
Lavorare per batterlo è ciò che mi motiva anno dopo anno
7 Jun 2025 - La Gazzetta dello Sport - Bologna
Di Ciro Scognamiglio
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Un Jonas Vingegaard nuovo. Diverso da quello che è stato finora. È lui stesso che lo dice: «Quest’anno mi sento una persona completamente differente, a dire il vero, nel modo in cui il mio corpo reagisce all’allenamento, ma anche nel senso di come sia il mio corpo, in generale». L’ennesima sfida a Tadej Pogacar comincia così, da questo intrigante presupposto. E comincia già domani: se il Tour de France scatterà sabato 5 luglio da Lille, il Criterium del Delfinato che ne costituisce una prestigiosa anteprima – otto tappe, fino a domenica 15, sempre in Francia — è dietro l’angolo. Torna il capitano della Visma, dopo l’incidente di marzo alla Parigi-Nizza. Torna il fuoriclasse sloveno, numero uno mondiale, che non gareggia dalla vittoriosa Liegi-Bastogne-Liegi di domenica 27 aprile. E torna pure Remco Evenepoel, terzo uomo del Tour de France 2024, che confida in ulteriori passi avanti. Di meglio, non ci può essere.
Impressioni
Non era mai successo che gli stessi due corridori si dividessero il primo e il secondo posto del Tour per quattro anni in fila: basta questo a rendere epocale la rivalità Pogacar-Vingegaard, con Tadej – già primo nel 2020 – subito davanti al rivale nel 2021 e 2024, ma battuto nel 2022 e 2023. «Per vincere ancora – ha ammesso il 28enne danese -, dovrò andare più forte di quanto feci due anni fa, lo so.
Per la terza stagione consecutiva, l’avvicinamento di uno dei due giganti al Tour è stato turbato da un infortunio. Nel 2023 Pogacar era caduto alla Liegi, riportando la frattura dello scafoide e del semilunare del carpo sinistro. Nel 2024, Vingegaard aveva avuto la peggio nella maxicaduta del Giro dei Paesi Baschi: frattura di una clavicola, di diverse costole e uno pneumotorace. Stavolta il danese è finito a terra alla Parigi-Nizza il 13 marzo in un incidente che aveva avuto una coda polemica, perché gli era stato consentito di portare a termine la tappa nonostante in gara avesse accusato delle sensazioni di sbandamento, e alla fine gli fosse stata diagnosticata una commozione cerebrale. Ma la speranza, naturalmente, è che stavolta al via di Lilla si presentino tutti al meglio delle proprie forze. In tutto questo il Delfinato, come sempre, seminerà indizi rilevanti. Mercoledì ci sarà una cronometro individuale di 17,4 chilometri, mentre da venerdì a domenica la classifica sarà definita da tre arrivi in salita consecutivi: Combloux, Valmeinier 1800, Plateau du Mont-Cenis.
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