Pogacar più forte di tutto


Il rispetto La stretta di mano dopo il traguardo tra Pogacar e Vingegaard
Tadej Pogacar, 26 anni ha vinto 19 tappe al Tour, 44 volte in giallo

RESTA SENZA GREGARI, LA VISMA ATTACCA, LUI FA CIÒ CHE VUOLE

Perso Almeida, sta male Sivakov 
Vingegaard sul Massiccio Centrale scatena più volte Jorgenson e Kuss: “Pogi” risponde e lascia la maglia a Healy 
Oggi riposo

"Ero infastidito da tutti quegli attacchi della Visma, 
così ho deciso di farne uno migliore..."

15 Jul 2025 - La Gazzetta dello Sport 
Di Filippo Maria Ricci INVIATO A LE MONT DORE (FRANCIA) BETTINI

Tadej Pogacar ha perso di nuovo la maglia gialla, è la seconda volta in questo Tour e non gli era mai successo prima. Tadej Pogacar è rimasto solo sui colli del Puy de Dôme, coi suoi gregari lontani con la lingua di fuori e le gambe pesanti. Tadej Pogacar è stato attaccato a ripetizione dalla Visma-Lease a Bike di Jonas Vingegaard. Tre indizi fanno una prova: sì, della superiorità fisica e morale del re sloveno. Perché Tadej Pogacar fa quello che vuole, e dice quello che vuole. Dopo 10 tappe, il suo controllo su questo Tour de France che oggi finalmente si concede un giorno di riposo, ha le sembianze di una morsa. Che non è aritmetica, il ritardo da Ben Healy è di 29 secondi, il vantaggio sul grande rivale Vingegaard appena di 1’17”, ma psicologica: le sensazioni scavano un divario molto più ampio e fanno pensare che la Visma-Lease a Bike dovrà fare un lavoro straordinario per disarcionare il cavaliere del Tour 112, cercando di sfruttare al massimo la sua condizione di Lone Ranger, di sceriffo senza aiutanti. Nel weekend ne sapremo di più. Dopo i chilometri nervosi di domani attorno a Tolosa, ecco un triplete pirenaico di grande livello: Hautacam giovedì, cronoscalata venerdì, quindi la Pau-Luchon Superbagnères di sabato che porta in regalo anche Tourmalet, Aspin e Peyresourde.

La battuta 

In attesa, la prima tappa di montagna, gli 8 colli di questa meravigliosa zona del Massiccio Centrale, sette di seconda e uno di terza categoria, hanno confermato l’impotenza di Vingo e dei suoi indiani. La nostra sensazione è stata santificata e scolpita da una battuta al veleno di Tadej: «Ero infastidito da tutti quegli attacchi della Visma, così ho deciso di farne uno migliore» ha detto alla tv slovena. Slap. Un ceffone ironico meraviglioso, per noi neutrali. La rivalità tra i vincitori degli ultimi 5 Tour è straordinaria e fragorosa. Ieri, sotto l’arrivo, Jonas era dietro a Tadej e con educazione nordica prima da dietro ha toccato il rivale sulla schiena e poi affiancandolo gli ha teso la mano destra. Tadej senza nemmeno girarsi ha dato ordine alla sua mano sinistra di andare a stringere fugacemente quella dell’avversario. Gelido protocollo.

No alla stampa 

Che rimanda alle ore di corsa: la Visma con due uomini in fuga, il vincitore Simon Yates e lo staccato Campenaerts, e dietro sempre lì in gran numero a molestare la maglia gialla. Che se ne infischiava degli allunghi di Kuss e rintuzzava quelli di Jorgensen, senza nemmeno alzarsi dal sellino. E quando è stato Pogacar a partire, a ruota gli è rimasto solo Vingegaard. Le altre pedine, tutte mangiate. Poi il re ha rallentato, lasciando la maglia a Healy evitandosi responsabilità in corsa e trafile varie al traguardo. Tadej: «Domenica abbiamo perso Joâo (Almeida, n.d.r.) e Pavel (Sivakov, n.d.r.) si sta riprendendo dalla malattia: l’obiettivo era non farci attaccare dalla Visma e abbiamo fatto un ottimo lavoro. Ora arriva il giorno di riposo ed è un bene che io non abbia la maglia gialla. Onestamente, sono molto contento di non dover parlare con la stampa». Ne ha per tutti, re Tadej, mica solo per Jonas e la Visma.

Vingo felice 

E Vingegaard? Continua a vedere il bicchiere mezzo pieno, una costante per lui in questi primi 10 giorni: «Abbiamo vinto la tappa, e per noi è una gran cosa. Sono contento per Simon (Yates, n.d.r.) e sono felice della mia condizione, delle mie gambe, delle mie sensazioni. Possiamo dire che è stata una buona giornata». Poi sul rivale: «Pogacar ha dovuto fare qualche sforzo extra per difendersi, e la Uae ha corso bene. Da parte mia, chapeau. Abbiamo attaccato per mettere pressione a Pogacar e alla sua squadra, e non certo perché volevamo che la sua reazione lo portasse a conservare la maglia, anche se è chiaro che in caso fosse rimasto in giallo avrebbe dovuto seguire tutto il protocollo che porta via un bel po’ di energie». Pogacar ha perso la maglia, Vingegaard non ha guadagnato tempo: «So che dovrò farlo nei prossimi giorni, ma per ora sono contento di essere stato sempre in grado di seguirlo, cosa che non ero riuscito a fare al Delfinato: la dimostrazione che sono a un livello migliore. Per staccarlo bisognerà riflettere e prepararsi». E, aggiungiamo noi, fare un gran numero. Perché al momento Tadej domina, in bici e davanti ai microfoni.


***


Si entra nella seconda settimana e al Tour de France sono in arrivo le montagne “vere”. Da giovedì a sabato, c’è un trittico sui Pirenei che potrà riscrivere la classifica.

GIOVEDì
Arrivo in salita ad Hautacam, dove Vincenzo Nibali mise il suggello al trionfale Tour 2014 e nel 2022 Vingegaard staccò Pogacar.

VENERDì
Cronoscalata di 10,9 km da Loudenvielle a Peyragudes.

SABATO
Tappone con traguardo in quota a LuchonSuperbagneres dopo avere scalato in sequenza Tourmalet, Aspin e Peyresourde.

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