Leggendaria ed Eroica
LA CORSA » UN TUFFO NEL PASSATO DEL CICLISMO SU STRADE BIANCHE DELLE COLLINE SENESI
GIORGIO VINCENZI
Il Manifesto - sabato 4 ottobre 2025
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L’Eroica. Già il nome rievoca qualcosa di epico, di leggendario. In effetti è questo lo spirito a cui si rifà la corsa ciclistica che porta questo nome e che ogni anno, dal 1997, si tiene il primo fine settimana di ottobre a Gaiòle in Chianti, un piccolo paese in provincia di Siena, dove si ritroveranno sulle strade bianche ciclisti da tutto il mondo per amore per la bicicletta e di un ciclismo che non c’è più, come quello di Coppi e Bartali.
Ideata da Giancarlo Brocci, L’Eroica (www.eroicagaiole.it) ripropone da 28 anni il ciclismo glorioso dei tempi passati inteso però come un viaggio dentro il tempo percorrendo a seconda degli itinerari scelti che variano da 46 a 209 chilometri – le strade bianche delle colline senesi, attraversando borghi e pievi. Come in un vecchio «film» in bianco e nero che racconta la storia della bicicletta da corsa, almeno di una parte: quella eroica fatta di fatica e di tanta polvere.
Sia ben chiaro, come i molti partecipanti ricordano, non lo si fa per pura nostalgia, ma perché ci si riconosce nei valori dell’evento: rispetto per la natura, condivisione, lentezza come scelta consapevole, gusto della fatica autentica.
Al borgo Gaiole in Chianti, 2.500 abitanti, sono attesi nei due giorni della manifestazione, il 4 e 5 ottobre, novemila ciclisti provenienti da oltre cinquanta Paesi del mondo. La più giovane ciclista iscritta ha 14 anni, bresciana, affronterà il percorso da 46 chilometri; il più anziano, 85 anni, è un fiorentino che per la decima volta si cimenterà nel percorso da 106 chilometri.
Tutti i partecipanti utilizzeranno, rigorosamente, biciclette antecedenti il 1987, restaurate con pazienza, salvate dalla ruggine e ricche di ricordi. Gli anni Ottanta sono stati uno spartiacque per le due ruote con l’introduzione di vari accorgimenti tecnici.
Le maglie dei corridori, poi, racconteranno storie: colori sbiaditi, stemmi dimenticati, cuciture storte. Magari chi li indossa le avrà conservate in ricordo di un campione del passato o di un nonno ciclista.
Stando ai bordi delle strade sarà così possibile vedere corridori che indossano una maglia di lana e pedalano in sella a una bicicletta d’acciaio che racconta mani e mestieri d’altri tempi, scarpe con le stringhe, un portaborracce in acciaio, una pompa d’alluminio legata al telaio.
«Questa corsa ciclistica poteva nascere solo qui, dove esiste un patrimonio così ampio e unico di strade bianche», afferma Giancarlo Brocci, l’ideatore de L’Eroica. «Con il tempo, il successo dell’evento ha trasformato quei percorsi, quei luoghi e quei panorami in un valore anche economico, inserendoli in un contesto di storia e arte che non ha eguali al mondo.
Ma il primo valore», continua, «è il recupero della memoria di uno sport enorme, che aveva coinvolto almeno tre generazioni prima della mia. Noi vi abbiamo aggiunto da subito la non competitività, il piacere di vivere l’ambiente, la festa e le amicizie, guardandosi intorno. Il tutto senza dimenticare la bellezza della fatica e il gusto dell’impresa, che restano esperienze indimenticabili».
La corsa prevede la partenza dei ciclisti distribuita su due giornate e in vari orari e itinerari: dal Chianti a Siena, da Montalcino alla Val d’Orcia fino alle Crete Senesi. Tutto questo per permettere loro di scegliere il percorso migliore secondo la propria preparazione.
C’è chi inizierà a pedalare alle 4.30 del mattino di sabato 4 ottobre. Gli iscritti, per questo orario, sono già 150 tutti con biciclette costruite prima del 1930 così potranno fare la salita del castello di Brolio, eretto nell’XI secolo, senza i ciclisti con le bici più recenti, che partiranno 30 minuti dopo. È uno dei tratti più iconici dell’intero percorso perché illuminato da fiaccole a terra che regalano a chi si trova a pedalare una vera e propria magia come avveniva all’inizio secolo quando la lunghezza delle corse, in qualche caso, costringeva i ciclisti a partire con il buio.
Anche i punti ristoro sono in linea con la filosofia della manifestazione: pane, uova, vino, salumi, ribollita, pasta al pomodoro. Cibi che un tempo sostenevano i ciclisti alle prese con strade bianche e biciclette pesanti, quando ogni chilometro conquistato aveva il sapore della vera impresa.
Non manca l’attenzione alla sostenibilità del luogo dove si svolge la corsa. «Abbiamo stretto nel 2022 un accordo con il ministero dell’Ambiente per la salvaguardia delle strade bianche», ricorda Giancarlo Brocci.
«E abbiamo dato vita all’iniziativa Adotta un chilometro per la manutenzione delle strade bianche, un patrimonio che il mondo intero invidia alla provincia di Siena».
Questo modello di corsa ciclistica è ora replicato anche in altre parte d’Italia - Gran Sasso, Buonconvento, Montalcino, Dolomiti, Ivrea, Valdobbiadene - e nel mondo: Giappone, Germania, Cuba, Olanda, Istria. Ma il futuro è portare il grande ciclismo sulle stesse strade bianche senesi. «Con Eroica Pro, oggi Strade Bianche, una manifestazione che si corre a marzo (quest’anno vinta da Tadej Pogacar tra gli uomini e da Demi Vollering tra le donne, n.d.r) è già aperta una strada nuova, inserendo anche tanti elementi culturali», ricorda Brocci. «L’impegno principale però riguarda i giovani: sono loro ad avere più bisogno di ritrovare passione per uno sport fatto di fatica, rischio e sacrificio, ma anche di infinita bellezza. Stiamo quindi proponendo agli organizzatori delle granfondo più importanti in Italia di organizzare una gara per corridori allievi».

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