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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

Sotto il sole di Francia

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di GIAN PAOLO ORMEZZANO Tuttobiciweb - n. 4 - aprile 2020 Jacques Goddet - Suo fratello aveva fondato, con Henri Desgrange, l’Equipe e quindi il Tour de France che lui dirigeva. Vestiva per la tappa da ufficiale delle Legione Straniera in pieno Sahara, camicia e braghette di tela caki, in testa kepi antisole. Scriveva per la prima pagina del quotidiano sportivo vangelo per tutti noi pezzetti brevi, sentenziosi e retorici il giusto. Gli parlavo appellandolo “monsieur Goddet” e lui mi regalava subito un “cher confrère”, ovviamente senza sapere chi io fossi. Félix Lévitan - Giornalista anche lui (del Parisien Liberé), vicedirettore di corsa al Tour, parlava alla radio di bordo con Goddet usando la lingua di Molière ai suoi massimi. Mai diceva “io posso”, ma “je suis en mesure de…”. Padrone degli eventi anche mentre sul Mont Ventoux il corridore inglese Simpson moriva di doping e sole e cognac. C’era di sicuro lui tra gli ufficiali francesi del film premio Oscar “All’ovest n

ZATO, L’UOMO CAVALLO, L’ICONA

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https://www.sport-e-cultura.com/2020/04/30/zato-luomo-cavallo-licona/ Simone Basso Sport & Cultura - 30 aprile 2020 “Non ho abbastanza talento per correre e sorridere allo stesso tempo.” Emil Zatopek da Zlìn, che negli anni del comunismo si chiamò Gottwaldov , non può essere spiegato con un pezzo: ma rendergli omaggio significa riconoscerne la grandezza intonsa, giunta a noi (attraverso tanti articoli e qualche filmato) come brani di una mitologia moderna. La locomotiva umana fece la storia dell’atletica leggera e la incrociò, suo malgrado, con una vicenda personale che attraversò la Storia vera; quella che segna gli uomini e le terre da loro abitate. Non c’era molto da inventarsi per un moravo che crebbe povero, sesto figlio (su sette) di un padre falegname e una madre casalinga. Gli sbocchi lavorativi erano rappresentati dalle fabbriche della Matra, a Koprivnice, e della Bata. Emil entrò nella seconda e iniziò a sgobbare nella catena di quel ca

CAPITOLO 38 - Il signore dell'anello

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“Di recente l’ex governatore di New York Mario Cuomo rifletteva ad alta voce chiedendosi dove mai fossero finiti tutti gli eroi dello sport americani, e si domandava perché i giovani d’oggi non sembrassero avere eroi paragonabili a quelli della sua gioventù, come Joe DiMaggio e Ted Williams. Un mio amico, Dick Holbrooke, allora broker [agente di cambio] a Wall Street e in seguito primo negoziatore degli Stati Uniti in Bosnia, scrisse a Cuomo che quegli eroi esistevano ancora, ma che giocavano uno sport diverso, la pallacanestro, e che i loro nomi erano Magic Johnson, Larry Bird e Michael Jordan. Ammetto d’essermi sbagliato, gli riscrisse Cuomo.” - David Halberstam  di CHRISTIAN GIORDANO © Michael "Air" Jordan  © Rainbow Sports Books  Talvolta, per esprimere un concetto, più di tante parole può bastare un comunissimo episodio della nostra vita di tutti i giorni, come, per esempio, prendere un ascensore.  Chissà se la pensava così anche David Halberstam, i

CAPITOLO 37 - Simply The Best

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«Non ci sarà mai un altro Michael Jordan» - Magic Johnson  «È il più grande puro e semplice giocatore di basket di tutti i tempi» – Jerry West di  CHRISTIAN GIORDANO  © Michael  Air  Jordan © Rainbow Sports Books Nel frullatore spazio-temporale che, alla ricerca della spremuta ideale, tritura i migliori atleti del secolo relativamente agli sport di squadra, la frutta americana è sempre la stessa: Babe Ruth per il baseball, Wayne Gretzky per l’hockey su ghiaccio, Jim Brown per il football e Michael Jordan per il basket.  Se poi ci si volesse avventurare nell'impervio terreno dell'impatto extra-sportivo, allora in quell'arena dominerebbe ancora oggi, e forse più che mai, la figura del pugile Cassius Clay, al (ventesimo) secolo, dopo la sua conversione alla religione mussulmana, Muhammad Ali.  The Greatest, Il Più Grande, come amava (probabilmente non a torto) considerarsi e definirsi pubblicamente Ali, ha infatti rappresentato un'icona i

CAPITOLO 36 - Role model? No, grazie

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"Michael Jordan non è un role model appropriato per la gioventù nera".  – Jim Brown  “Non voglio prendermi in giro, io non sono Muhammad Ali e neppure Joe Louis o Jackie Robinson. Loro si sono presi sulle spalle il peso di rappresentare una razza, io non ho mai dovuto farlo”.  – Michael Jordan  di CHRISTIAN GIORDANO © Michael "Air" Jordan © Rainbow Sports Books I role model, i modelli di comportamento, come li chiamano in America, costituiti dai campioni dello sport sono oggi sempre più importanti o, come sostengono alcuni, addirittura potenzialmente devastanti nella formazione dei giovani. Il perché, fin troppo ovvio, di queste preoccupazioni, è che tali modelli da imitare vanno sempre più sostituendosi a quelle istituzioni che, per definizione, dovrebbero assicurare loro la formazione e seguirla. A non preoccuparsi troppo della situazione, anzi, a cavalcare allegramente l’onda del fenomeno, ci sono alcune tra le maggiori aziende, non neces