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Visualizzazione dei post con l'etichetta Liga

Griezmann, jamais las, toujours là

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Antoine Griezmann célèbre son but inscrit hier face à Leganés (3-1). Griezmann, jamais las, toujours là Le Français, auteur du deuxième but des Madrilènes, a permis à l’Atlético, avec le doublé d’Alexander Sorloth, de renverser Leganés. Un succès pourtant en trompe-l’oeil avant d’affronter Lille en Ligue des champions mercredi. 21 Oct 2024 - L'Équipe ANTOINE SIMONNEAU MADRID – Cela faisait dix ans qu’Antoine Griezmann n’avait pas pu souffler lors d’une trêve internationale. La plage de repos que peut désormais s’octroyer le néoretraité de l’équipe de France lui est visiblement bénéfique. Placé au coeur du jeu, à gauche d’un milieu à trois, «Grizi» a une nouvelle fois fait du dépassement de fonction sa marque de fabrique, en se démultipliant aux quatre coins du terrain tout au long de la rencontre. Preuve d’un coffre retrouvé. Son action, où dans la même minute il a réalisé un tacle défensif plein de hargne à l’entrée de sa surface avant de se retrouver proche de conclure dans celle

Mbappé al Real, l'ultimo galáctico blanco

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Tutto già visto, prima in bianconero, poi a colori e ora in altissima definizione. Galácticos sempre sono stati e sempre saranno. Sei Champions in undici anni, come le Coppe Campioni del grande Real Madrid con Di Stéfano, Puskás, Gento; squadroni cui anno dopo anno il presidentissimo di turno, da Santiago Bernabéu fino al Florentino Pérez-bis, aggiunge superstar sottratte alla concorrenza così da perpetuare il dominio in Europa. Il giardino di casa merengue. Ora tocca a Mbappé, con l'annuncio arrivato alle 19 di un lunedì che più blanco non si può, e permettendosi persino di correggere il presidente francese Emmanuel Macron. L'ennesima nuova sfida, per re Carlo V, gran sarto della Real casa sarà adesso cucirgli addosso l'attacco. Tutti a parlare di un Kylian centravanti contro-natura . Ma il Madrid ha prenotato da un anno Endrick, 2006 del Palmeiras, un nove vero come la fame da lui patita da piccolo in Brasile.  Ancelotti saprà fare come i maestri di fútbol transitati su

Mbappé n'est plus Paris

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Ancora una volta l'ha sbloccata lui, "Le Débloqueur".  In campo, con il gol che ha spianato la strada al Paris nell'ottavo di Champions League contro la Real Sociedad che - Inter docet - si stava facendo parecchio complicato. E qualche giorno prima, col suo presidente Nasser Al-Khelaïfi, a cui ha comunicato di non voler esercitare l'opzione per il 2025. Kylian Mbappé se ne andrà dal Paris Saint-Germain al termine di questa stagione, da svincolato. Dunque a parametro zero.  Mettendo così fine di un feuilleton cominciato, pubblicamente, almeno, 959 giorni addietro, quando l'Équipe,  il primo luglio 2021, pubblicò le perentorie dichiarazioni dello stesso Al-Khelaïfi: "Voglio essere chiaro: Kylian resterà a Parigi, non lo venderemo mai e non se ne andrà mai gratis". In realtà club e giocatore già da due anni trattavano il rinnovo del contratto allora in essere, e che sarebbe scaduto l'estate successiva, il 30 giugno 2022. Il PSG aveva cercato di mett

IL CAMBIO EPOCALE - La rivoluzione catalana: la prima di Cruijff

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Rifiuta il Real per il Barcellona Johan debutta il 28 ottobre ’73 e porta in cielo i blaugrana di Filippo Maria Ricci - CORRISPONDENTE DA MADRID La Gazzetta dello Sport - 28 ottobre 2023 Cinquant’anni dalla rivoluzione. Il 28 ottobre 1973 Johan Cruijff debuttava in una partita ufficiale col Barcellona. Al Camp Nou contro il Granada finì 4-0 e l’olandese segnò due delle reti, la seconda un’opera d’arte . Antipasto di un cambio epocale, che ha segnato nei decenni a seguire l’evoluzione del Barcellona e come effetto collaterale dell’intero calcio spagnolo. «Nella storia del Barça c’è un prima e un dopo l’arrivo di Cruijff – ha detto Xavi a Marca  per celebrare l’anniversario –. Johan ha cambiato la mentalità del club e la forma di giocare della squadra. È grazie a lui se esiste lo stile Barça e si parla di questo nostro famoso DNA. Con lui il “come” diventa quasi più importante del “cosa”». La prima rivoluzione  Quel 28 ottobre in Liga si disputava la settima giornata . L’acquisto di Jo

Così non Bale

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AMAZON https://www.amazon.it/FOOTBALL-PORTRAITS-Ritratti-calcio-Agbonlahor/dp/1717766544/ref=monarch_sidesheet SPOTIFY https://open.spotify.com/episode/4YGXsBngKCDQ7C1DY0oOeH L'uomo da 101 milioni di euro ha detto stop. Gareth Bale, 34 anni il prossimo 16 luglio ha annunciato via-social l'addio al calcio di club. E alla nazionale gallese di cui è recordman per presenze (111) e gol (41). Ha iniziato e finito prestissimo: 17 stagioni fra Southampton, Tottenham, Real Madrid e Los Angeles FC. L'esordio, il 17 aprile 2006 nel 2-0 sul Millwall in Championship, a 16 anni e 275 giorni, terzino sinistro titolare. Il 6 agosto al Pride Park contro il Derby County, il primo gol: punizione di sinistro all'incrocio. George Burley ne ha fatto il secondo più giovane esordiente nella storia del club dopo Theo Walcott, altro classe '89, ceduto a gennaio 2006 all'Arsenal per 10 milioni e mezzo di euro. Bale, sei mesi dopo, per quasi 15 milioni, passa all'altra parte di Londra

The Unheralded Magnificence of Sergio Busquets

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https://breakingthelines.com/ode/an-ode-to-sergio-busquets/ By: Jacque Talbot June 11, 2020 - Breaking the Lines “Watch the game you won’t see Busquets,  but watch Busquets and you’ll see the game.”      - Vicente del Bosque These types of frothy quotes attributed to Sergio Busquets are found in abundance. But with this one, there is something quite pertinent about what former Spain coach Vicente del Bosque said. “Watch the game you won’t see Busquets.” Well yes, the focus is normally of the high-octane beauty upfront, the razzmatazz, the assists, rainbow flicks, nutmegs, and free-kicks: this is especially true when you have the likes of Neymar or Lionel Messi on the frontline, conjuring up goals only previously seen by football-fervent children during sleep, and of course, the trouble is we rarely notice the magic behind the curtains that leads to such moments – and this is why Busquets falls into the shadows. “Watch Busquets and you’ll see the game.”  The game being a tale of two te

Il Villarreal di Emery: così è se vi (Dani) Parejo

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Così è se vi Parejo. Dani Parejo. Puntare lui per affondare il Submarino Amarillo . Ecco che cosa dovrà fare la Juventus per non naufragare in una stagione che, a metà dicembre, sembra già alla deriva. È lui il propulsore, il metronomo, l'anima del Villarreal, 11esimo e a +7 sulla zona retrocessione in Liga ma agli ottavi di Champions a un punto dal manchester united in un girone equilibratissimo con Atalanta e Young Boys. Per referenze chiedere proprio alla Gasperini-band.  Il Villarreal ha vinto a Bergamo, l'Atalanta ha vinto a Torino, quindi... Quindi niente: nel calcio la proprietà transitiva non vale, specie se la duplice sfida è lontana ancora due mesi. Settimane che Allegri dovrà impiegare per riemergere da acque troppo agitate, in campo e fuori. Il 4-4-2 del Villarreal è forse la più inglese delle squadre spagnole, e non per caso l'allena Unay Emery, l'ex Arsenal - e guru della Europa League - che, al contrario di Ralf Rangnick, ha saputo dire no al Man United p

Barça-gate, e diluvio sarà

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Barça-gate . Proprio nella settimana che porta alle elezioni presidenziali di domenica 7 marzo. Per "falso in amministrazione e corruzione" sono in stato di FERMO l'ex presidente Josep Maria Bartomeu, in carica dal 2014 fino alle dimissioni - da sfiduciato - dello scorso 27 ottobre, e altri tre dirigenti: il suo uomo di fiducia Jaume Masferrer (già consigliere del predecessore Sandro Rosell), l'amministratore delegato (CEO) Oscar Grau e l'avvocato Roman Gomez Ponti, l'unico tornato a piede libero in serata. I Mossos d'Esquadra, gli agenti della polizia catalana, hanno effettuato - si legge nel comunicato della Divisione Investigativa Criminale - "4 FERMI, 5 iscrizioni nel registro degli indagati e perquisizioni"; una di queste presso gli uffici blaugrana, al Camp Nou. L'indagine era stata avviata dopo le indiscrezioni - prima di Cadena Ser e a ruota di altri di media catalani - secondo le quali il Barcellona aveva pagato fatture alla I3 Ventu

Real Madrid - la scheda

Sarà anche a fine ciclo, ma in Liga - seppure con una partita in più - è secondo a -3 dai cugini concittadini. E quando sente aria di Champions, che per il Madrid è Real casa, è come se inspirasse l'elisir di lunga vita. Mai sottovalutarlo, quindi. Specie adesso che i premi UEFA si fanno Perché mai come ora sull'impero blanco di don Florentino sta tramontando il sole - rossissimo - di un indebitamento finanziario secondo, in Europa, solo a quello dei rivali di sempre: il Barca dell'affaire-Messi spiattellato dal "Mundo". L'Atalanta che pur non al top ha messo i brividi al PSG poi finalista a Lisbona 2020, sulla carta avrebbe tutto per mettere in difficoltà i merengue. Ma paradossalmente, è proprio contro squadre sulla falsariga della Gasp-band, molto fisiche e di gamba, che i Zizou-boys - nella loro discontinua stagione - sono andati... meno peggio. La terza vittoria consecutiva e il recupero di Kroos, oltre al Modric declinante ma in ripresa, le buone notizie

FOOTBALL PORTRAITS - Guardiola, Pep 50 (l'anti)Special

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Filosofo. Visionario. Ossessivo. Intelligente. Per quanto gliel'avranno ripetuto, di lui e del suo calcio, nel suo primo mezzo secolo?! Tanto, troppo. Troppo "avanti". Troppo "tiqui taca", copyright mai amato (da Pep) del periodista Andrés Montes. Troppo vincente : 16 trofei da giocatore, 29 da allenatore. Troppo logorante. Per sé e l'asfissiante entorno , quel mix di politica, interessi e spifferi che serpeggia nel "més que un club". E che gli ha fatto lasciare, prosciugato dopo 4 stagioni, l'incarico per cui aveva sfidato l'allora presidente Laporta: Non ne hai gli attributi, gli disse in termini più prosaici poi diventati libro. Per Pep Guardiola, a 37 anni, dopo due di  Barça " B", era come tornare a casa. Ci era entrato tredicenne, come Messi, ma per lui, catalano di Sanpedor - 7mila anime a 60 chilometri da Barcellona - non era il viaggio della vita. Era "la" vita. Da play lento di passo e svelto di pensiero, conqu

Guardiola, una storia da grande visionario lunga già mezzo secolo

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Domani il catalano taglia il traguardo dei cinquant’anni: tempo di bilanci. Nella sua carriera trofei, amicizie e rivoluzioni. Il futuro potrebbe portarlo in Italia Dal nostro corrispondente  Stefano Boldrini17 gennaio - LONDRA Gazzetta.it - Domenica 17 gennaio 2021 La curiosità, l’intelligenza e il talento: sono le tre qualità che deve possedere un uomo per partire da un paese di settemila abitanti come Santpedor per diventare uno degli allenatori che hanno scritto la storia del calcio.  Pep Guardiola domani festeggerà 50 anni e, nel bilancio che si fa quando si compie mezzo secolo, può riempire molte caselle con il segno positivo. Ha dato un senso alla sua vita svolgendo, molto bene, tutte le attività che ha intrapreso: calciatore prima e allenatore poi. Ha costruito un solido patrimonio di affetti: la moglie Cristina, i figli Mariùs, Maria e Valentina .  Ha dato lustro al concetto della parola amicizia, creando un gruppo di persone che lo ha accompagnato e lo accompagna: l’ex palla

Addio a Casillas, la leggenda del Santo paratore

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Stavolta, la prima e l'ultima in trent'anni, è stato lui, il Santo, a invocare i suoi devoti. E non il viceversa.  Iker - per tutti "San" - Casillas li ha ringraziati tutti - blancos, rojos, dragoes - con una lunga, accorata lettera. Una preghiera laica di un Prescelto che oltre al dono innato ha avuto in sorte anche le durezze della vita. In campo e fuori.  Per precocità, talento, carattere e longevità è stato il Buffon di Spagna. L'uno si è sempre rivisto nell'altro. Caratteri diversi, stessa classe. Pari pressioni ambientali, a volte oltre a quelle che, al Real come alla Juve, e in nazionale, la fascia di capitano comportano.  L'esposizione mediatica di un amore glamour con tanto di "Beso del Mundial" alla futura moglie Sara Carbonero. Le questioni di salute familiari.  I problemi al cuore come spartiacque della carriera. Da calciatore la sua sembrava finita, invece si è concesso un dorato tramonto al Porto.

Tito Vilanova, morte di un promesso (grande?) allenatore

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https://www.amazon.it/Maestri-calcio-allenatori-stranieri-Portraits-ebook/dp/B01ARVU5JC https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 di CHRISTIAN GIORDANO - Sky Sport 24 «Non ci si dovrebbe mai innervosire.  Quel che oggi sembra importante domani non lo sarà più.» – Tito Vilanova «Corre el rumor de que Tito Vilanova ha muerto».  La notizia corre sul web, sui social network prima ancora che sui media tradizionali, sui siti ufficiali. È quella che nessuno vorrebbe sentire, che tutti vorremmo subito smentita. Invece no, è tutto vero: Tito stavolta non ce l’ha fatta.  Il tumore alla ghiandola parotide, la malattia che lo aveva allontanato dalla panchina del Barça, da Pep Guardiola, l’amico di una vita prima ancora che l’allenatore di cui era stato assistente e poi successore, se lo è portato via. A 45 anni. Le sue condizioni si erano aggravate e una settimana prima, venerdì 18 aprile 2014, era stato ricovera

MARADIEGO

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https://www.sport-e-cultura.com/2019/10/29/maradiego/  Simone Basso, 29 ottobre 2019 Il 30 ottobre Diego Armando Maradona spegne cinquantanove candeline di un’esistenza esagerata, roba che un essere umano normale potrebbe accumulare vivendo dieci volte tanto. E’ stato Maradona a dispetto dell’autolesionismo praticato; uno sciamano colle scarpette allacciate e un pallone da calcio (o un’arancia...). Oppure, a scelta, l’ultimo dei Mohicani. “Si no hubiese tomado droga. Hubiese sido un jugador de la puta madre.” Una montagna di cocaina, la dipendenza cominciò in Catalogna, le donnine, il “Chiagni e fotti” da capopopolo sbilenco. Diego con la maglia del Boca Juniors e la (sua) Bombonera Il Diego è venerato ma non è mai stato un santo. Per Maradiego vale, più di ogni altro campionissimo, la sindrome di James Brown . Anche se diventi un dioscuro per la tua gente, rimarrai povero fuori.  Puoi fermare una rivolta nei ghetti con un appello in diretta tivù , ma

CR700

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Vabbè, dai, troppo facile, ma come esimersi: CR700. Dopo il gol numero 699, al Lussemburgo, nel suo ex "José Alvalade" di Lisbona, era quasi scritto che la cifra tonda arrivasse all'Olimpisky di Kiev. Meno scontato, magari, che il 95esimo col Portogallo arrivasse su rigore e coincidesse con la sconfitta per 2 a 1 con l'Ucraìna, ora aritmeticamente prima nel Gruppo B delle qualificazioni europee. Settecento gol in 976 partite ufficiali in carriera, senza contare i 2 in 3 presenze con l'Olimpica nel 2004. Il più vicino in attività, ma ancora lontano, è, neanche a dirlo, "quello là", come di solito si chiamano fra loro i dioscuri di una stessa èra: al secolo Lionel Messi, fermo - ma per poco - a 672. Il Settecento di CR nei pro' comincia a 17 anni, 17 anni fa: il 7 ottobre 2002, Sporting-Moreirense 3-0. La pietra miliare numero 100 arriva allo United in FA Cup contro il Tottenham. Tutte in Liga col Real Madrid quelle nume