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Visualizzazione dei post con l'etichetta Fiorentina

La terra ti sia lieve, "Uccellino" Hamrin

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https://sport.sky.it/calcio/serie-a/2024/02/04/kurt-hamrin-morto?social=link_skysport_sharebutton_null&share_id=4ffedf08-9ffe-44c7-81c3-00b7384fcb42 SPOTIFY https://open.spotify.com/episode/1ofr59cF9IqmI1keDsN9b2 Se Riva, per il fragoroso sinistro, era il breriano "Rombo di tuono". Kurt Hamrin, per la levità, era "Uccellino". Piccolo e inafferrabile, ti volava via in dribbling. E segnava. Prima di Batistuta: miglior marcatore della Fiorentina, 150 gol in 289 partite in nove stagioni: dalla Viola dei quasi cento gol (in realtà 95 e poi 84) con Chiappella, Segato e quattro punte (con lui, Lojacono-Montuori-Petris) a quella di De Sisti e Merlo.  Nel mentre, Coppa delle Coppe, Mitropa Cup e due coppe Italia. Il nick fu una felice intuizione di un mito a Firenze - Renzo Propidi, in arte il Conte Razza -, poi ripresa su “La Nazione” da Beppe Pegolotti. In patria è invece "Kurre", il Corriere, un po' per il nome e molto per la velocità di passo.  La stess

Kurt Hamrin, storia di un campione

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https://www.piananotizie.it/pianaviola/kurt-hamrin-storia-di-un-campione-la-maglia-viola-e-la-prima-cosa-che-ho-in-mente-quando-penso-al-calcio/ “La maglia viola è la prima cosa che ho in mente quando penso al calcio” Anche con il mese di maggio torna l’appuntamento con “Piana viola”, la rubrica curata dal Museo Fiorentina e che tutti i mesi ci propone il ritratto di uno dei calciatori che hanno contribuito a scrivere la storia della Fiorentina. Oggi è la volta di Kurt Hamrin, colui che fino all’arrivo del “re leone”, Gabriel Omar Batistuta, ha avuto il primato di reti segnate con la società gigliata, 150 in serie A in 289 partite. In maglia viola ha disputato 9 campionati, vincendo 2 Coppe Italia e una Coppa delle Coppe. Quindi nel 1967 è passato al Milan. Un “uccellino”, questo il suo soprannome che ha reso grande la Fiorentina. CAMPI BISENZIO – Due volte la Fiorentina ha fatto l’accoppiata, vincendo, nella stessa stagione, la Coppa Italia e una coppa europea. E in entrambi i casi c

Quando Faina divenne Uccellino. Il calcio di Kurt Hamrin

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https://www.ilfoglio.it/sport/2019/11/19/gallery/quando-faina-divenne-uccellino-il-calcio-di-kurt-hamrin-287683/?fbclid=IwAR0WA1boos6OLGqSD5DftHTFzLs8lYc1oAJ0gVlL5XE1bUWwlHKAy4G0zr4 Oggi l'ex attaccante compie 85 anni. Lo svedese era stato sedotto e abbandonato dalla Juventus, apprezzato da Nereo Rocco a Padova e poi al Milan, goleador alla Fiorentina. È ancora l'ottavo marcatore della Serie A GINO CERVI 19 NOV 2019 Un paio di settimane fa, a Padova, ho dormito all'Hotel Biri. Oggi fa parte della catena Best Western e appare come un moderno complesso a un paio di chilometri dalla stazione, lungo via Venezia, la strada che diventa la SS 11 Padana Superiore e dal centro porta verso est. Se fate caso al nome della piazza su cui si affaccia l'albergo, capirete qualcosa di più della sua storia. Piazzale della Stanga rimanda infatti al luogo del vecchio dazio orientale, dove un tempo si controllavano le merci in ingresso in città. Proprio qui, nel 1946, Ferdinando Stimami

Madrid 1957 - La prima volta viola: triste, solitaria e finale

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https://www.youtube.com/watch?v=b3UcycTmgRI di Christian Giordano ©, Guerin Sportivo © n. 1 - 7-13 gennaio 2003 © Rainbow Sports Books  Andando indietro con gli anni, dal 1956 al 1960 compare solo un nome nell’albo d’oro della allora Coppa dei Campioni, quello del grande Real Madrid. Una squadra- monstre , capace di rispedire a casa, dopo pochi mesi, un asso (lento) come il brasiliano Didi perché «non all’altezza». La Coppa sembra un fatto privato delle merengues e per le italiane è dura.  Nel 1956 un Milan un po’ anzianotto, che al centro dell’attacco schierava ancora il bisonte Nordahl, era stato battuto in semifinale da Di Stéfano & C. (2-4 a Madrid e solo 2-1 a Milano), poi vittoriosi sui francesi dello Stade Reims per 4-3 dopo esser stati sotto di due reti.  Va meglio alla matricola Fiorentina, che l’anno dopo arriva in finale (questo il cammino dei ragazzi di Bernardini: 1-1/1-0 con gli svedesi del Norrköping, 3-1/2-2 con il Grasshopper di Zurigo, 1-0

Adrian Mutu, il Fenomeno della Fiesole (2008)

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Per l’attaccante romeno, corteggiato da Francesco Totti e dalla Roma, i viola hanno dovuto rivedere il tetto salariale. Prenderà due milioni di euro, ma la cosa importante è che resterà a Firenze. Vi arrivò dopo il biennio alla Juventus e, soprattutto, dopo il periodo nero del Chelsea. Fin lì era stato un prodigio in continua ascesa. Dopo la caduta, gli serviva l’amore di una curva intera per tornare tra i grandi del calcio  di CHRISTIAN GIORDANO © Guerin Sportivo Extra n. 3/30, 22 luglio 2008  Chissà se Orwell tifava viola. Nella fattoria Fiorentina, infatti, la legge (del salary cap, 1,5 milioni di euro annui) è sì uguale per tutti, ma per alcuni è «più uguale». Con sommo dispetto dei tenutari Della Valle e della saggezza contadina del ds Pantaleo Corvino, il teorema orwelliano è dimostrato dal riottoso purosangue Adrian Mutu. Perché il tetto-stipendi il Fenomeno – così lo chiamano a Firenze, ormai senza timore di fraintendimenti, vista la pinguedine esibita in barca a Ibiza dall’o

Fiorentina-Juventus: da Baggio a Comisso è sempre calcio storico

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Il primo, dopo 17 anni di Della Valle brothers e per Rocco Commisso, ex tifoso bianconero, presidente: già per questo sarà storico. Ma di "storico", ogni un Fiorentina-Juventus, ha sopra (e prima di) tutto il passato. E una rivalità, a volte goliardica, più spesso feroce, che non risale soltanto allo scudetto '82. Certo, dal gol annullato all'ultima giornata a Ciccio Graziani, cuore Toro e romanista, è nata la rivalità moderna. Il 16 maggio lo 0-0 dei viola col Cagliari e, a Catanzaro, il rigore d'addio di Brady cucirono sul bianconero la seconda stella; con in coda - velenosissima - lo Zeffirelli sulle noccioline paramafiose di Boniperti (che ci vinse una causa da 40 milioni di lire), e il perfido "metalmeccanico" sibilato dal conte Pontello all'Avvocato Agnelli. Ma è anagrammandolo, quell'82, che tutto cominciò: nel '28, il 7 ottobre, con l'11 a 0 a Torino ; campionato Divisione Nazionale, girone B. Si giocò al campo di Co

FOOTBALL PORTRAITS - Ianis Hagi, buon sinistro non mente

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 Nel calcio il vecchio detto "tale padre, tale figlio" non è così scontato. Specie se il papà è un ribelle dal mancino fatato e il caratterino da Maradona dei Carpazi. Del figlio di Hagi, però, si parlava come di un predestinato da prima ancora che Ianis, nel 2008 a dieci anni, lasciasse il vivaio della Steaua Bucarest - la squadra di cui Gheorge fu simbolo - per entrare nella accademia fondata l'anno dopo dal miglior giocatore romeno di sempre. Gheorge lo raccomandava già agli addetti ai lavori nel 2010, e con un trasporto che tradiva qualcosa di più del naturale orgoglio paterno. Terza amichevole precampionato a Moena e primi segnali di cosa è capace Hagi Junior. Contro il Trapani, Paulo Sousa lo ha schierato in mediana accanto a Borja Valero nel 4231. Ma anche in posizione più arretrata ha regalato lampi di classe pura. Come il rigore procurato, e poi trasformato da Pepito