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Visualizzazione dei post da 2011

Fidel e la Revolución nello sport

“Hasta la victoria siempre”. Parlava di “patria o muerte” il suo amico Che Guevara. Ma Fidel castro che del Che fu amico e companero, il grido di battaglia l’ha applicato anche allo sport. Perché lo sprt c’è sempre stato. Un amore ricambiato, e non sempre disinteressato. Perché la Revolución, dell’educazione fisica, ha reso la sua Cuba un modello vincente nel baseball, nel volley, nell’atletica e nella boxe. Il primo idolo del pueblo fu il peso massimo Téofilo Stevenson. “Cosa valgono 5 milioni di dollari quando ho l’affetto di otto milioni di cubani?”, così il tre volte olimpionico (a Monaco ’72, Montreal ’76 e Mosca ’80) restò dilettante. Con il contro-boicottaggio comunista a Los Angeles ’84, il padre della Revolución gli spezzò il sogno del quarto oro ai Giochi, ma poi lo nominò allenatore del programma statale di pugilato e gli donò una villa. È sempre stato generoso con i campioni, Fidel. Purché la pensassero come lui. Con maradona, che il Che l’ha tatuato addosso, il feeling è

“IL CALCIO, UN GIOCO FATTO DI SPAZI”

INTERVISTA AL GIORNALISTA DI SKY SPORT CHRISTIAN GIORDANO . prima parte INTERVISTA a CHRISTIAN GIORDANO - Ti avevo linkato un breve articolo sul Barcellona dove emergeva la tematica della mancanza di punte di ruolo e si citava la Roma di Spalletti. Ricordi se ci furono altre squadre che praticavano un calcio simile? Qual è il tuo parere su questo “strano” modo di giocare, considerato l’andazzo del calcio europeo? "Sì, è un po’ strano, sembra un paradosso ma non lo è, perché alla fine pur di trovare spazi e di evitare di tornare a centrocampo cerchi di inventarteli e di non dare punti di riferimento alle difese avversarie e questo riesce alla perfezione nel Barcellona. Messi è tutto, meno che un centravanti di ruolo, eppure è il centravanti di fatto. Alla fine, se ci pensi, è lo spazio il centravanti del Barcellona. Frase che può rendere l’idea di questo calcio, mai visto a tali livelli. Nemmeno la grande Olanda diJohan Cruijff riuscì in questo, perché comunque poteva co

Un cuore che Bate: per Cassano

Il cuore a Milano per Antonio, la testa al Barcellona, le gambe a Minsk. Almeno per un'ora. Quando l'Ibra di Champions League somiglia sempre più a quello di campionato, e al Dinamo Stadium di Minsk c'è solo il Milan. Che riesce a dedicare a Cassano solo il gol dello svedese, e non la vittoria, lasciata sul palo centrato da Robinho. Boateng ci ha provato in tutti i modi per far vedere un'altra volta che sotto il suo 27 batteva forte il 99 di Cassano, ma Gutor ha fatto la partita della vita. Come tutto il Bate, che su un errore - di fondamentali difensivi, prima ancora che di ingenuità - di Abate, ha riacciuffato una partita che poi, in contropiede, stava quasi per vincere. Sarebbe stata un'impresa, ma sarebbe stato troppo. Allegri invece se ne va col muso, più che per i due punti persi, per il rischio di perdere Nesta, uscito per un rsisntimento all'adduttore. Rischio rientrato con la squadra negli spogliatoi: "niente di preoccupante". Smaltita l&#

C-Reality show

Ronaldo è tornato a segnare contro il Malaga e lo ha fatto alla sua maniera: 3 gol in 15 minuti. La notizia non è la tripletta di Cristiano Ronaldo in un quarto d'ora, o il 4-0 in 45' al Malaga degli sceicchi asfaltato in trasferta senza neanche accelerare. La notizia, che preoccupa il Barcellona di Pep Guardiola, è che CR7 e con lui il Real ha ricominciato a divertrsi, a giocare per il gusto di farlo prima ancora che per vincere. Solo pochi mesi fa Ronaldo, frustrato dalla tattica attendista e speculativa di José Mourinho nei troppi Clásicos della scorsa stagione, diceva che giocare così non faceva per lui. Polemiche lontane, perché il meglio di sé, Mou e le sue squadre, lo danno il secondo anno. È successo al Porto, al Chelsea e all'Inter: e forse sta accadendo al Madrid. Perché questo Real gioca non "alla" ma "da" Barcellona: niente tiqui-taca ma aggressione altissima, e poi fantasia al potere con una rosa infinita, soprattutto davanti: se Özil v

Shaqiri, Xhaka, Frei: Basel's Golden Generation is Only Getting Started

by Stefan Kelly, World Soccer Scout Last night's 3-3 draw with Manchester United signalled the typically patronising comments directed at the Swiss club that are supposedly out of their depth. Yes it was a surprisingly good performance, but not just because there a much smaller club but also because this could very well mean they are a lot closer to that level than we originally thought. In fact Basel's system of blending youth in with experience can only be compared to United rather than contrasted. They have undoubtedly the best youth system in Switzerland and one of the best in Europe for that matter, and this current generation of players making the transition to the first team are an example of how good they are at it. In total, 13 of their current squad of 27 are results of their own academy. They are without question in the same league as Ajax when it comes to nurturing talent. Just years ago we were watching as Gokhan Inler and Felipe Caicedo pass through this

MICHEL PLATINI

MICHEL PLATINI Joeuf, 21-6-1955, centrocampista  Idolo di Francia e dell'Italia bianconera, ha marcato un'epoca. Mezzala di tecnica superiore, lanciava da 40-50 metri, segnava come una punta, su azione o sui calci piazzati, suoi autentici marchi di fabbrica. Fra Nancy ('72-79), Saint Etienne ('79-82) e Juventus ('82-87) vince 2 titoli italiani ('84, '86), uno francese ('81), una Coppa Italia ('83) e una di Francia ('78), una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea ('84), una Coppa dei Campioni ('85) e l'Intercontinentale ('86). Coi Bleus gioca 72 partite (41 gol), conquista da capitano e capocannoniere (8 gol) l'Europeo '84, è terzo a Messico '86. Tre volte Pallone d'oro ('83-85), è stato Ct transalpino, boss di Francia '98 e ha ricevuto la Légion d'Honneur. All'Heysel, esulta dopo aver trasformato un rigore assurdo quanto la partita. Non se lo è mai perdonato. Poltronabile per il dopo-Blat

Notts County, due storie in bianconero

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È il quinto club più antico al mondo. Il più antico fra quelli professionistici, visto che Sheffield FC, Hallam, Cray Wanderers e Worksop Town non hanno mai lasciato lo status dilettantistico. Ma il Notts County, nato nel 1862, non è famoso solo per essere il più antico club della Football League, di cui fu uno dei fondatori, o per aver partecipato - stagione 1888-89 - al primo campionato di calcio della storia. Il Notts County, eterna seconda squadra di Nottingham, è noto soprattutto per aver dato i propri colori alla Juventus. Ecco perché una squadra di terza serie inglese, la Football League One, è stata invitata all'inaugurazione del nuovo stadio. Bianconero come la storica muta che nel 1903 il club inglese inviò alla Juventus. Il club che per divisa aveva scelto quella rossa stile-Forest, l'altra squadra di Nottingham, e che i troppi lavaggi avevano scolorito in rosa. La società chiese così a un proprio dirigente, l'inglese John Savage, se aveva contatti in

STEPHEN ROCHE - A STUDY IN THE V

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https://www.velominati.com/nostalgia/stephen-roche-2/ Aug 13 2011 - by scaler911 I hold a special place in my heart for the Irish. Both sides of my family are from the Emerald Isle, and I’ve done some traveling there. Early in my racing career, I started following the Euro-pros and was drawn to the strong men of Belgium and Ireland. The list is of course topped by King Eddy. In close second, I give you Stephen Roche. Early in his pre-contract days, Roche had to “…win, or go back to Ireland…” to work a machine shop at a dairy . That season he won the amateur version of Paris-Roubiax. In his debut professional season, 1981, Roche threw down The V on none other than Le Blaireau himself at the Tour de Corse. And it’s not like Hinault was at the end of his career; he had already had won three Tours, the Vuelta, the Giro, and was currently wearing ‘The Hoops’ around his torso. Less than a month later, Roche won Paris-Nice even though he was ill . In the ’ 87 Giro,

FOOTBALL PORTRAITS - Djibril Cissé, macchine da gol (2011)

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 di Christian Giordano © Guerin Sportivo, agosto 2011 FOOTBALL PORTRAITS Rainbow Sports Books © «Perderà anche qualche palla a centrocampo, ma questo è un animale da gol. Vive per la porta. E se non segna fa segnare». Edy Reja ha capito, e dopo le tre pappine col Villarreal, cambiato tutto: basta 4-3-1-2 con Hernanes dietro i nonnetti terribili del gol Klose e Cissé. Via col 4-2-3-1 con Mauri-Hernanes-Cissé alle spalle di quella vecchia volpe d’area che è il tedesco ex Bayern Monaco che con l’Aquila biancoceleste cerca di restare aggrappato a quella bianconera della Nationalmannschaft . La chiave, neanche a dirlo, è la versatilità, unità alla devastanti velocità e accelerazione, dell’ex nazionale francese di origine ivoriana.  Dopo Nma, Damaye, Abou, Fode, Seni e Hames, Djibril Aruun Cissé (Arles, 12-8-1981) è l’ultimo dei sette figli di Mangué e Karidjata, musulmani convertiti al cristianesimo origi

FOOTBALL PORTRAITS - Gabriel Heinze, El Gringo vincente (2012)

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di CHRISTIAN GIORDANO © Guerin Sportivo © Boccoli d’oro e sguardo tenebroso da sciupafemmine, ma è tutt’altro che tenero l’arcangelo Gabriel Iván Heinze (pronuncia “einse”).  El Gringo , lo “straniero” o il “biondo” nello slang argentino, è un duro che sa solo vincere. Lo ha fatto in Inghilterra (Man Utd), in Spagna (Real Madrid) e due volte in Francia (PSG e OM). E con l’Argentina: oro olimpico ad Atene 2004, e tre finali perse, 2 di Copa America (Perù 2004 e Venezuela 2007) e una di Confederations Cup (Germania 2005).  Sarà dura riuscirci con questa Roma, ma la sfida è affascinante. Per tutti. Svincolato dal Marsiglia, ha firmato per un anno a gettone: 600mila euro più bonus legati alle presenze. A quota 25, rinnovo automatico fino al 2013.  Parte come terzo centrale difensivo dietro l’amicone e compagno di nazionale Nicolas Burdisso, decisivo nella trattativa, e Juan (operato all’anca), ma il ds Walter Sabatini è convinto, a ragione, che l’argentino di Crespo (19-4-1978) giocherà ta

Non mollare, Andrew Howe

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GIOVEDÌ 28 LUGLIO 2011 Quella rabbia di Osaka 2007, 8.47 e argento mondiale nel lungo, non l'abbiamo più rivista. Come non abbiamo più rivisto quell'Andrew Howe.  Forse il sorriso più bello e pulito della nostra atletica, di sicuro uno dei suoi talenti più puri. E sfortunati. A un mese dai Mondiali sudcoreani di Daegu e a un anno da Londra 2012, si è chiuso, in allenamento a Rieti, il quadriennio nero di Andrew Howe. Rottura subtotale del tendine d'Achille sinistro, lo stesso operato nel 2009, ma in un altro punto.  L'ultima stazione di un calvario cominciato il 22 giugno 2008 ad Annecy, in Coppa Europa: sui 200, a metà rettilineo, un infortunio muscolare lo costringe a un 20"88 chiuso quasi al passo.  Stop alla preparazione e, due mesi dopo, solo 7.81 nel lungo e finale mancata ai Giochi di Pechino.  Il 2009 è l'anno più buio. A febbraio, nel lungo a Mosca, lesione al bicipite femorale destro e addio Mondiali di Berlino. Il primo settembre, a Turk

Perù-Venezuela, solitaria y finalina, ma non triste

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Le due rivelazioni della Copa America si giocheranno la "medaglia di bronzo". Se per la "rojiblanca" non è una novità battagliare per il terzo posto, la "vinotinto", comunque vada, è già nella storia e ora cerca il grande risultato di Christian Giordano Triste, solitaria y final...ina. Anacronistica, malinconica. Insomma una fastidiosa seccatura, la partita che vale il terzo posto: nella migliore delle ipotesi un contentino per chi ha giocato poco o niente, nella peggiore un rischio per chi viene da un infortunio e pensa solo alle vacanze. O magari alla nuova squadra. Invece, nella Copa América delle soprese, almeno un motivo per non perdersi, e non perdere, Perù-Venezuela, c'è. E' la Storia, con la maiuscola. Per il Perù non è una novità: la Rojiblanca ha vinto due Copa America, e terza ci è arrivata già 6 volte. Per il Venezuela è invece una prima assoluta: comunque vada al "Ciudad de La Plata", la Vinotinto nella storia c'è

Make mine a triple: a chat with 1987 Giro-Tour-worlds champion Stephen Roche

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https://www.velonews.com/news/make-mine-a-triple-a-chat-with-1987-tour-champion-stephen-roche/ JULY 6, 2011 - STEVE THOMAS It was some 24 years ago, in 1987, that Irish cycling hero Stephen Roche won the Tour de France; it was his and Ireland’s only ever Tour victory — if you can actually be so blasé as to use the word “only” in the same sentence as a hard earned Tour de France victory; the culmination of a life’s work and ambition for any cyclist. Now on a recent day, VeloNews found him packing his bike once more and making for a new challenge; t he London-Paris ride, a major annual cyclo-sportive stage event, which he’s ridden before in aid of charity (leukemia research). “I’m flying straight from my Majorca cycling camp and will be riding the London-Paris, and then I start work at the Tour de France for Skoda France, so I’m busy enough.” Since his retirem ent at the end of 1993 Roche has continued to have a close involvement with the sport, both through his son

C’era una volta in Copa América (2011)

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Da velina per regimi a vetrina del mercato globale: 42 edizioni, due anche nello stesso anno, per il torneo per nazionali più antico al mondo. Un secolo di calcio che è, anche, la storia del subcontinente di Christian Giordano  © Guerin Sportivo  © Di qua, i prodromi della Grande Guerra. Di là, l’embrione di Europei e Mondiali: il campionato sudamericano per nazionali. In mezzo l’Atlantico, solcato da bastimenti che al Nuovo Mondo hanno portato, coi primi palloni, la sua vera religione: el fútbol. 1910 - LA COPPA CHE NON C’ERA La Copa América – che agli albori non era ancora un trofeo né si chiamava così – è il più antico torneo per squadre nazionali. Ma quanto antico? La prima edizione si tiene a Buenos Aires nel 1910, ma non è considerata ufficiale. Sono invitati il Brasile, l’Uruguay e il Cile, e il Brasile rinuncia prima del via. L’Argentina batte 4-1 l’Uruguay nell’ultima partita, posticipata perché alcuni “tifosi” incendiano una tribuna dello stadio del Racing. C