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Visualizzazione dei post da marzo 30, 2019

Three reasons why Texas Tech will win the national title in Minneapolis

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https://eu.usatoday.com/story/sports/ncaab/2019/03/30/ncaa-tournament-final-four-march-madness/3322284002/ Scott Gleeson USA TODAY Published 11:02 PM EDT Mar 30, 2019 Texas Tech took down No. 1 Gonzaga in the Elite Eight on Saturday to win the NCAA tournament's West Regional and become the first team to book a trip to the Final Four in Minneapolis next week.  Here's a look at three reasons the Red Raiders (30-6) can cut down the nets in the national title game on April 8: 1. Smothering defense .  It's more than just the stat sheet, which has Texas Tech leading the country in defensive efficiency (per KenPom) and field goal percentage defense (opponents only shoot 36.7%) . The Red Raiders have tremendous length and apply pressure that can make the most dynamic offenses become discombobulated. In its last three games, Texas Tech shut down a high-octane Buffalo offense, limited Michigan to a tournament-record low of 16 first-half points and forc...

JACK SIKMA - Centro di gravità... permanente

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di DANIELE VECCHI Old Timers -    Quando la NBA  era  lʼAmerica In ogni settore, in qualsiasi campo della vita, cʼè sempre qualcuno che viene considerato avanti ai tempi, che in un determinato momento storico fa e crea cose che ai più appaiono strane o di difficile comprensione e che, in un futuro più o meno prossimo, si rivelano poi essere la strada giusta. Quindi, come Galileo Galilei ha sensazionalmente scoperto che era la Terra a muoversi attorno al sole e come i Clash hanno inventato il crossover e il meticciato apparentemente impossibile tra punk e reggae, Jack Wayne Sikma è stato il primo centro NBA corpulento e rimbalzista a essere un buonissimo tiratore da fuori e ad avere spaventose percentuali ai tiri liberi.  Nato il 14 novembre 1955 a Kankankee, Illinois, ridente cittadina a sud di Chicago sulla Interstate 57 che scende fino a Memphis, Jack Sikma è il classico ragazzone bianco, timido e poco disinvolto, che alla high school (la Saint A...

RALPH SAMPSON - Il più grande potenziale di sempre

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di DANIELE VECCHI Old Timers -    Quando la NBA  era  lʼAmerica L’icona del giocatore dalle immense potenzialità su quale gli addetti ai lavori ripongono grandissime aspettative, ma che per motivi fisici e psicologici non è riuscito a fare breccia nella storia “importante” della NBA. Una power forward di 225 centimetri, ecco cosʼera Ralph Sampson nei suoi anni dʼoro a Houston in maglia Rockets. Lui e il nigeriano Akeem Olajuwon erano le Twin Towers, e dominavano. Si nutrivano lʼuno della classe e della potenza dellʼaltro, e per la franchigia biancorossa del Texas si prospettavano grandi soddisfazioni, e anelli NBA, da fare invidia agli eterni rivali Los Angeles Lakers. E invece i Rockets – che pure ci erano andati vicino a cavallo degli anni Settanta-Ottanta con in mezzo allʼarea Moses Malone – per vincerli, quei titoli, hanno dovuto aspettare la metà degli anni Novanta, sempre con Hakeem Olajuwon (che nel frattempo si era aggiunto una “h” davanti al nome), ...

DAN ROUNDFIELD - Weʼll Miss You, "Doctor Rounds"

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di DANIELE VECCHI Old Timers -    Quando la NBA  era  lʼAmerica La maglia di quegli Atlanta Hawks, quelli di Dan Roundfield all’apice della sua carriera, era spettacolare. Chissà perché il ricordo di chi scrive va a quella canotta, da trasferta, rosso acceso con il numero giallo e la scritta «Hawks» rossa, il nome della squadra davanti e quello sulla schiena obliquo, chissà perché quel ricordo si materializza proprio con i capelli che cominciavano a tendere al bianco di una intensa, verticalista e talentuosa power forward di nome Danny Thomas Roundfield.  Nato nel 1953 a Detroit, Michigan, 2.03 di esplosività, Roundfield era un lottatore d’area, grande saltatore, poteva difendere con efficacia su qualsiasi giocatore delle front court avversarie, ed era capace di dare un solido contributo anche in attacco. La nomea di realizzatore Roundfield non ce l’ha mai avuta, anche se è la sua prolificità offensiva ha spesso aiutato le sue squadre a sbrogliare mata...

DENNIS RODMAN - The Worm

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di DANIELE VECCHI Old Timers -    Quando la NBA  era  lʼAmerica L’autorevole Slam Magazine , a giugno 2003, ha dedicato un intero numero speciale ai 75 migliori giocatori della storia NBA. Al primo posto c’è, ovviamente, Michael Jordan, e i più forti ci sono quasi tutti, ma non mancano palesi “provocazioni”, qualche giocatore particolare, magari non un grande realizzatore o un leader, ma che comunque, nella storia NBA, qualcosa ha significato.  La provocazione principe, Dennis Rodman, è al 69º posto. Il testo recita che anche al 1.115 Broadway-8th Floor, la redazione del magazine, si è discusso se includere o no Rodman, ma che alla fine, giustamente, si è guardato a ciò che Dennis ha fatto nella lega.  Su American Superbasket, correva l’anno 1996, in un bellissimo articolo Dan Peterson affermò che Rodman fu il vero MVP della Finale NBA di quell’anno, argomentando meravigliosamente la sua tesi con questa frase: «Jordan tira e sbaglia, Rod...

KURT RAMBIS - La rivincita del nerd

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di DANIELE VECCHI Old Timers -    Quando la NBA  era  lʼAmerica Kyriakos Rambidis era la giovane e vigorosa ala forte americana (anche se con cittadinanza greca) dell’AEK Atene in quella memorabile stagione 1980-81, quando i gialloneri vinsero la loro prima Coppa di Grecia, battendo 84-78 l’Iraklis Salonicco alla vecchia e storica Glyfada Indoor di Atene.  Nato nel 1958 a Terre Haute, Indiana, la storia del giovane Kyriakos e della sua famiglia è comune a quella di migliaia di famiglie di migranti europei del XX secolo: arrivo negli Stati Uniti un paio di generazioni prima, alla ricerca di fortuna, e paziente e meticolosa costruzione di qualcosa di buono nella vita, attività commerciale, famiglia e un minimo di sicurezza per il futuro.  Trasferitosi a Cupertino, California, ancor prima di cominciare a frequentare la scuola, e sviluppando notevoli doti fisiche tali da scegliere la pallacanestro, Kurt Rambis (questo il suo vero nome, che lo ha acco...

MICHAEL RAY RICHARDSON - Sugar

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di DANIELE VECCHI Old Timers -    Quando la NBA  era  lʼAmerica Qualsiasi tifoso della Virtus Bologna, come molti semplici abitanti della città, potrebbe parlare per ore di Michael Ray Richardson , universalmente noto come “Sugar” e, nonostante le “marachelle” da lui combinate in terra emiliana, visceralmente amato dai tifosi della V nera. I bolognesi potrebbero narrare decine di leggendarie peripezie extra-cestistiche (mai davvero comprovate, anche se quasi certamente veritiere) di Richardson al volante della sua fiammante auto sportiva che cambiava ogni mese e della compagnia femminile di turno, che cambiava ogni settimana .  Moltissime persone a Bologna potrebbero testimoniare “cosa” fosse Michael Ray al di fuori del “Madison” di Piazza Azzarita. Ma molto prima che Sugar venisse a mettere a ferro e fuoco lʼEuropa in campo e fuori, Richardson fu un mattatore della NBA. Una delle più classiche espressioni di talentuoso genio e tumultuosa sregolatezz...

FRANK RAMSEY - Il primo Sixth Man

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di DANIELE VECCHI Old Timers -    Quando la NBA  era  lʼAmerica Arnold “Red” Auerbach trattava tutti i suoi Boston Celtics allo stesso modo, cioè male. Frank Ramsey una volta dichiarò: «Se Auerbach veniva da te e ti faceva malamente cadere addosso della cenere del suo sigaro, voleva dire che gli piacevi».  Se nel basket esistesse qualcosa di riconducibile al “brevetto” di unʼinvenzione, una persona su tutte ne deterrebbe tantissimi, di quei certificati di “paternità”, e quella persona sarebbe stata Arnold “Red” Auerbach. L’antesignano degli antesignani, l’innovatore degli innovatori, un uomo che nella sua esistenza ha osato andare oltre le consuetudini, le correnti di pensiero, le tradizioni. Un uomo che ha fondato i princìpi del basket moderno, sia a livello di approccio al gioco (di cui era maestro ribelle e del quale aveva “visioni” poi divenute certezze) sia a livello di “marketing” primordiale.  Una delle visioni più importanti e signific...

SIDNEY MONCRIEF - Il Profeta della Mecca

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di DANIELE VECCHI Old Timers -    Quando la NBA  era  lʼAmerica Può un giocatore essere ricordato tra i più grandi pur non avendo mai giocato una Finale NBA, non essendo mai stato tra i primi dieci realizzatori, i primi cinque negli assist o nei rimbalzi, o non essendo mai apparso in alcuna categoria statistica significativa all-time? Certo che può, è lʼeloquente caso di Sidney Moncrief, uno dei più solidi giocatori NBA degli anni Ottanta. Sidney è forse il più lampante prototipo di giocatore all-around, solido, versatile, affidabile nel crunch time (cioè quando conta), poco propenso al lamento e con unʼinvidiabile etica del lavoro. E, parola di Larry Bird, «il più forte difensore contro cui abbia mai giocato in tutta la mia carriera». Nato il 21 settembre 1957 e cresciuto a Little Rock (la stessa città di Derek Fisher), Arkansas, Sidney trascorre l’infanzia e l’adolescenza nei quartieri-progetto di East Little Rock, rioni popolati da afro-american...