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Visualizzazione dei post da luglio 13, 2017

Tricolore in giallo, Aru come Nibali

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Col tricolore in giallo, tre anni dopo il suo amico Nibali. Fabio Aru è per la prima volta lassù, in cima al Tour de France in un 13 luglio storico: il ragazzo di Villacidro sfila la maglia a Chris Froome, che la per la prima volta la perde in un arrivo in salita nel cinquantenario della tragedia di Tom Simpson sul Mont Ventoux. Quest'anno su Ventoux e Alpe d'Huez non si sale, ma su quasi tutte le altre vette che hanno reso epica la Grande Boucle sì. E sin qui Aru c'è sempre stato, sempre là davanti, coi migliori. Il primo dei due tapponi pirenaici consecutivi, 214.5 km da Pau a Peyragudes con due GPM di prima e un fuori categoria, è andato a Romain Bardet, la speranza francese cui l'ASO ha cucito un percorso su misura. Ma subito dopo, assieme al rinato Uràn Uràn, vincitore domenica a Chambéry, il capitano dell'Astana era lì a sprintare per il terzo posto e i 4 secondi di abbuono che significano primato: per 6" su Froome (che ne ha persi venti in

L’Esperimento surreale

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di Massimiliano Venturini Nota: Nella storia si susseguono diversi temi e i dettagli sono molto importanti al fine di una comprensione più profonda.  Il racconto è una sorta di esperimento, poiché tra le righe ci sono dei commenti che scandiscono le vicende e interrompono lo scorrere del tempo, e che nella storia narrata sono di una persona diversa dall’autore, mentre nella realtà sono miei sia il racconto sia i commenti.  Tramite questa tecnica posso ampliare alcuni discorsi e focalizzare l’attenzione su degli aspetti. Il metodo adottato è una rivisitazione in chiave moderna dello stesso adoperato da Alessandro Manzoni ne I Promessi Sposi .  Mediante questo espediente riesco a prendere le distanze sia dall’autore, sia da chi ha scritto i commenti.  Sopra a queste figure c’è il burattinaio, (termine che ritroveremo all’interno del racconto) ovvero l’autore del racconto e dei commenti (io) che conduce il reale Esperimento, che consiste nella coesistenza di queste tr

TOM SIMPSON, IL CAMPIONE CHE MORì SUL VENTOUX

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https://sport660.wordpress.com/2016/07/02/tom-simpson-storia-del-campione-che-mori-sul-mont-ventoux/ NICOLA PUCCI ,  2 LUGLIO 2016 articolo a cura di GPM ciclismo Può la carriera di un campione tra i più grandi del suo tempo essere offuscata dalla sua stessa tragica, terribile e stupida fine? Purtroppo sì, ed è il caso di Tom Simpson. Il nome di Tom Simpson è conosciuto da quasi tutti gli appassionati di ciclismo, ma buona parte di loro ne ricorderà solo la morte sul Mont Ventoux, tralasciando la sua straordinaria carriera fino a quel giorno. Ed è questa che vogliamo riabilitare, parlando sì della sua angosciosa fine e cercando di capire che cosa ha portato alla disgrazia, ma anche rievocando le vittorie di questo straordinario campione. Tom Simpson è stato il primo inglese a raggiungere livelli di prestigio elevati in un periodo in cui il movimento britannico non era neanche paragonabile a quello attuale. Nasce nel 1937 a Haswell, paesino nel nord dell’Inghilterra