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Moser vs Saronni, così diversi così uguali

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venerdì 23 aprile 2010  di CHRISTIAN GIORDANO, La Gazzetta dello Sport - Home Video NEMICI PER SEMPRE Il dualismo fra Francesco Moser e Giuseppe Saronni ha caratterizzato il nostro ciclismo degli anni 70-80 e diviso i tifosi come non accadeva dai tempi di Bartali e Coppi. Nati in famiglie di corridori, sembravano fatti apposta per essere avversari tanto erano l’uno l’opposto dell’altro. In bicicletta come nella vita. Eppure, per certi versi, erano anche più simili di quanto fossero disposti ad ammettere: dotati di classe purissima, incapaci di mollare, generosi e primedonne, in grado di vincere su ogni terreno, in ogni corsa, a tappe o in linea, e in qualsiasi periodo della stagione. Più potente e istintivo il Checco, più veloce e più furbo il Beppe: si sono sfidati per un decennio e hanno regalato a milioni di appassionati emozioni impossibili da dimenticare. 1979, IL GIRO DELLA CONSACRAZIONE Il duello Moser-Saronni è già all’apice. Moser vince il cronoprologo di F

“Ours was a true rivalry”: Moser v Saronni

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https://rouleur.cc/editorial/moser-saronni/ Marco Pastonesi visits two legendary Italian foes and finds them still at loggerheads after all these years Words:  Marco Pastonesi Heritage Posted on 02.05.17 Francesco and Giuseppe, Franz and Beppe, Moser and Saronni. Two different things, opposites, contraries, antithetical, antagonistic, complementary. Two rivals, adversaries, nemeses, a pair that you couldn’t find if you were looking for them, a duo that you couldn’t even make up. Francesco Moser: In 1980 I won Paris-Roubaix for the third consecutive time, which was special. Giuseppe Saronni: The journalists asked me what I thought. I replied that Paris-Roubaix was a cyclo-cross race that should be abolished. Moser: Such a thing had never been said. It was pandemonium. Saronni: But two days after, I won the Flèche Wallonne. Moser: Here it is, the dualism. Saronni: The peak probably came at the 1981 Tirreno-Adriatico. Hinault attacked, we caught him a

Moser vs Saronni

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http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=rivista&cmd=artdet&id=2479 TuttoBici, Numero 1 - Anno 2008 di Massimo Bolognini Un ciclismo così non tornerà più. Neppure quella fredda sera prima di Natale a Pieve di Soligo (Treviso), voluta da TuttoBICI e da La Gazzetta dello Sport e soprattutto dalla Euoromobil dei fratelli Lucchetta, innamorati di ciclismo e arte, scaldata dallo storico match ingaggiato da Francesco Moser e Giuseppe Saronni (in ordine alfabetico) che giungendo nel Quartier del Piave tutto si aspettavano fuorché di essere catapultati nuovamente al centro della ribalta. Sotto i riflettori, come vent’anni prima, incalzati dai giornalisti, colpevoli di accendere sempre la miccia e scatenare rivalità, al centro di un palcoscenico incorniciato dalle immagini dei loro indimenticabili trionfi. Anche quella è arte. Arte della fatica e del sacrificio che sublimano nell’impresa e nell’epica, destinati a restare nella storia. Una rivalità così non t

Roberto Ceruti

http://www.museociclismo.it/content/articoli/10896-Roberto+Ceruti/index.html Nato a Paderno Ponchielli (CR) il 10 novembre 1953. Passista. Alto m. 1,75 per kg. 70. Professionista dal 1977 al 1987, con 4 vittorie.  Se apriamo una disamina basata sul confronto fra il suo ruolino fra i dilettanti e quanto fatto fra i professionisti, potremmo concludere che ha deluso. Invece, non è stato così, perché nell'élite è passato non prestissimo e dopo aver speso tante energie fra i puri. Risorse, si badi, da professionista pur militando fra i dilettanti e come migliaia di altri, col rischio di arrivare a fari spenti dove il ciclismo conta.  Completo e ardimentoso, Roberto Ceruti nel triennio 1974-'75-'76, imperversò nella "categoria di lancio", vincendo di tutto a livello nazionale e internazionale: basti citare la Milano Bologna nel 1974, la Coppa Ponsacco, il Circuito del Porto, il titolo italiano e il bronzo iridato nel '75; il Guglielmo Tell in Svizzera

Giuseppe Saronni

http://www.museociclismo.it/content/articoli/5559-Giuseppe+Saronni/index.html Un talento precoce e orizzontale (la sua dimensione internazionale si vide su pista, dove eccelleva nella velocità, prima che sulla strada), potremmo dire prodigio.  Nel suo palmarès giovanile 127 affermazioni con titoli e azzurro, e una tangibilità che spinse ad aprire un caso: il passaggio al professionismo anticipato sull'età minima. Giuseppe fece il salto a 19 anni e mezzo, dimostrandosi subito un vincente.  Nella stagione d'esordio, il 1977, colse 9 vittorie: il Trofeo Pantalica, il Giro di Sicilia e una tappa dello stesso, la Tre Valli Varesine, il Giro del Veneto, il Giro del Friuli e tre circuiti. Di queste nove vittorie, sette furono raggiunte prima del compimento dei 20 anni. Solo il belga Frank Vandenbroucke , nel ciclismo moderno, può reggere il confronto.  Il crescendo continuò nel '78 e nel '79 vinse il suo primo Giro d'Italia. Nel 1980, con la vittoria nella

Storia di Giuseppe Saronni

http://www.museociclismo.it/content/articoli/18-Storia+di+Giuseppe+Saronni/index.html Piemontese di nascita, cresce a Parabiago alle porte di Milano. Approda al ciclismo giovanissimo passando per la pista dove impara abilità, perizia e furbizia. Da junior arriva al titolo europeo della velocità e da dilettante all'Olimpiade di Montreal nel 1976, dove è ottavo nella prova a inseguimento con Callari.  "Fanciullo prodigio" nelle categorie minori (127 affermazioni) viene autorizzato al passaggio di categoria a 19 anni e mezzo: approda al professionismo nel 1977 e con la casacca bianconera della Scic dimostra subito di avere i numeri.  Il gran salto avviene il 23 febbraio 1977 al Trofeo Laigueglia, gara di inizio stagione. E' secondo davanti al campione del mondo Freddy Maertens. Nella Scic di Carlo Chiappano iniziano a coccolarsi il "bambino". I vecchi marpioni dello sprint come Gualazzini e Paolini lo guardano con ammirazione. La prima vittoria tra

Un campione: Giuseppe "Beppe" Saronni

http://www.museociclismo.it/content/articoli/1195-Un-campione%3A-Giuseppe-%22Beppe%22-Saronni/index.html Il dualismo Saronni-Moser ha caratterizzato la principale rivalità degli anni '70-'80 nel ciclismo italiano, e ha diviso i tifosi e gli appassionati come vuole la migliore tradizione storica del ciclismo nostrano.  Giuseppe Saronni, per tutti Beppe, nasce a Novara il 22 settembre del '57. Viene da una famiglia di ciclisti, i fratelli Alberto e Antonio fanno attività agonistica, Antonio è pluricampione italiano di ciclocross.  Dopo la trafila nelle categorie giovanili, nel 1977, appena 20enne, passa tra i professionisti e vince il Giro del Friuli, il Trofeo Pantalica, la Tre Valli Varesine e il Giro del Veneto. All'esordio in una classica del Nord, la Freccia Vallone, arriva secondo alle spalle di Francesco Moser, dando inizio a una rivalità che proseguirà fino al 1986.  Gli ottimi risultati inducono il Ct della nazionale italiana Alfredo Martini a co

Ieri e oggi di Moser e Saronni

http://paneegazzetta.gazzetta.it/2009/01/11/ieri-e-oggi-di-moser-e-saronni/ 11 gennaio 2009  di Marco Pastonesi Moser: «Nel 1968 andai alle Tre Cime di Lavaredo a vedere Eddy Merckx, cinque anni dopo correvo contro di lui». Saronni: «Nel 1976 ero dilettante, facevo due o tre allenamenti alla settimana, e partecipai all’Olimpiade di Montreal, su pista. L’anno dopo debuttai tra i professionisti su strada». Moser: «Lui sembrava un pistard». Saronni: «Lui era già Moser». Moser: «Sembrava solo un pistard, invece aveva stoffa». Saronni: «E Moser era Moser». Moser: «All’inizio non c’era rivalità». Saronni: «Mondiale 1977, a San Cristobal. Moser era il leader. E io ero stato agli ordini di Martini. Anche nel finale, quando ormai lui era andato via con Thurau e gli altri scattavano per conquistare il terzo posto, io cercavo di chiudere per proteggerlo. Finché venne lì Bitossi: "Non preoccuparti, giovane, tu hai già lavorato tanto, adesso tocca a me". E co

Giuseppe Saronni, il fulmine

di Claudio Gregori Storia del ciclismo, ENCICLOPEDA TRECCANI Nell'anno in cui Moser diventa campione del mondo, un ragazzo di 19 anni passa professionista . Si chiama Giuseppe Saronni. È nato a Novara il 22 settembre 1957, sei anni più giovane di Moser. Anche’egli viene da una famiglia di ciclisti. Il fratello maggiore, Antonio, classe 1956, è campione italiano di ciclocross. Pure il fratello minore Alberto, classe 1961, corre. Il padre Romano e il nonno paterno erano stati corridori. Il nonno materno Tito Brambilla aveva disputato il Giro ed era cugino di Cesare Brambilla, vincitore del secondo Giro di Lombardia . Del resto anche Pierre Brambilla, spodestato da Robic nell'ultima tappa del Tour del 1947, appartiene alla stessa famiglia .  Saronni viene dalla pista. Campione italiano della velocità allievi e junior, è campione junior anche nell'inseguimento. Gareggia ai Giochi di Montreal 1976 con il quartetto dell'inseguimento, eliminato nei quarti. La