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Visualizzazione dei post da dicembre 30, 2018

Bertoglio, il chitarrista che sapeva vincere

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http://www.museociclismo.it/content/articoli/5696-Fausto+Bertoglio%2C+il+chitarrista+che+sapeva+vincere/index.html Tuttobici Numero: 12 Anno: 2001 di Gino Sala Fausto Bertoglio il chitarrista. È questo il ricordo cho ho di lui andando col pensiero al Giro d'Italia 1975. Era una sera di fine maggio in un albergo di Forte dei Marmi che ospitava i ragazzi della Jolly Ceramica. Uno di loro ( Giovanni Battaglin ) era al comando della classifica e nell'ambiente regnava un'aria di festa, rallegrata dallo strimpellio di Bertoglio, giovanotto che si faceva notare anche per il suo sorriso, al terzo anno di professionismo dopo aver fatto pratica, per così dire, nella Brooklyn di Roger De Vlaeminck e Patrick Sercu. Un tipetto che aveva già collezionato qualche vittoria, ma dal quale non ci si aspettava che il giorno seguente si sarebbe imposto nella cronoscalata del Ciocco . Un risultato equivalente alla conquista della maglia rosa. Mancavano otto tappe al termine del...

Fausto Bertoglio, Passo dello Stelvio, 7 giugno 1975

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http://www.museociclismo.it/content/articoli/5934-Fausto-Bertoglio%2C-Passo-dello-Stelvio-7-Giugno-1975/index.html di Luigi Giacobetti E' stato oggi, il giorno delle sfide, possibili e impossibili. Teatro è stato lo Stelvio, autentico Moloch, posto perfidamente, da patron Torrioni, al termine del Giro, che si è erto all'improvviso sotto le ruote dei corridori, come un giudice impietoso e imparziale. Lungo i 48 interminabili tornanti del più alto passo d'Europa, Fausto Bertoglio, ossuto ed elegante pedalatore, da S. Vigilio di Concesio (BS), ha sfidato a singolar tenzone il campesino basco Francisco Galdos, divisi da un soffio, un'inezia, 41" di misero vantaggio che gli avranno fatto passare una notte non certo tranquilla.  Bertoglio, ha rischiato ieri [6 giugno 1975, nda], nella tappa dei Monti Pallidi con arrivo ad Alleghe, di veder azzerato il suo cospicuo vantaggio, sotto i ripetuti attacchi dello spagnolo e di un sorprendente Roger De Vl...

Fausto Bertoglio e il Giro: quarant'anni di emozioni

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http://www.bresciaoggi.it/home/sport/fausto-bertoglio-e-il-giro-quarant-anni-di-emozioni-1.3982169 Bresciaoggi, 7 giugno 2015 Alle 16,48 di quarant'anni fa un bresciano conquistava la vittoria al Giro d'Italia: un'impresa firmata dal sanvigiliese Fausto Bertoglio in casacca Jolljceramica. Passato professionista nel 1974 dopo aver ottenuto numerosi successi nelle categorie giovanili, nel Giro del 1975 era partito come uomo d'appoggio del veneto di Marostica Giovanni Battaglin . Invece le gerarchie nella formazione diretta da Marino Fontana cambiarono improvvisamente il 31 maggio quando Bertoglio, imponendosi al Ciocco, sfilò la maglia rosa proprio al suo capitano Battaglin: in ventiquattrore lasciò ad altri il ruolo di gregario per indossare i panni del leader della propria squadra. «CHE POTESSI fare bene al Ciocco, lo sapevo, perché nel giorno di riposo dopo la vittoria di Battaglin a Forte dei Marmi visionai il percorso provando sensazioni molto...

Trionfo di Bertoglio al «Giro»

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SULLO STELVIO VINCE GALDOS MA LA MAGLIA ROSA E' ALA SUA RUOTA Emozionante duello tra una muraglia di neve e di folla Sui tornanti dello Stelvio lo spagnolo ha tentato invano di strappare all'italiano i 41" di vantaggio: Bertoglio non lo h mollato  di un metro. Terzo è giunto Perletto, quarto Conti, quinto Panizza e sesto Gimondi di Gino Sala l'Unità, domenica 8 giugno 1975 Dal nostro inviato - PASSO DELLO STELVIO Il cinquattotesimo Giro d'Italia è di Fausto Bertoglio per 41" su Francisco Galdos. La differenza di ieri sera non è mutata. Qui, al Passo dello Stelvio, lo spagnolo Galdos e il bresciano Bertoglio terminano la loro fatica appaiati, rispettivamente al primo e al secondo posto dell'ultima tappa. Invano Galdos ha cercato di staccarel'avversario sui tornanti del passo più alto d'Europa, fra due pareti bianche che restringevano il passaggio delle vetture e che gli addetti alla sicurezza del traffico livellavano c...

La favola di Fausto Bertoglio

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http://www.storiedisport.it/?p=10963 di  Marco Tonelli Cinque anni a sopportare di vedere uno straniero vincere la “sua” corsa, gli ultimi tre passati a consegnare la maglia rosa nelle mani del solito Eddy Merckx. Vincenzo Torriani, patron storico del Giro d’Italia, stanco di questo, pensò per quel 1975 di creare un giro che mettesse finalmente in difficoltà il Cannibale belga.  Lo pensò su misura per un giovane italiano, Gianbattista Baronchelli, da Pomenengo, che l’anno precedente, il suo primo tra i professionisti, lo aveva fatto tremare di emozione, allorché si era fermato a dodici secondi dal campione belga, sfiorando la vittoria finale. Per lui s’immaginò un tracciato da sogno, fatto di arrivi in quota, sprint mozzafiato e cronoscalate atte ad esaltarne le doti.  Quello che il buon Vincenzo non poteva prevedere allora era che quell’anno Eddy Merckx non si sarebbe presentato al via della corsa rosa, e che il “suo” Baronchelli si sarebbe invece ...