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Visualizzazione dei post da marzo 1, 2019

Ganna dei miracoli, medaglissime Plebani e Paternoster

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Campione del mondo. Campione del mondo. Campione del mondo. Tre volte iridato: come Roger Rivière, Bradley Wiggins e gli azzurri Guido Messina e Leandro Faggin. Filippo Ganna, a neanche 23 anni, è già leggenda: tre ori nell'inseguimento individuale (più l'argento del 2017).  A Pruszków, nella finale-bis di Londra 2016, ha annichilito il tedesco Domenic Weinstein e ha regalato all'Italia la prima medaglia d'oro di questi mondiali su pista. Per il gigante di Verbania, al primo anno col team Sky, terzo prestazione di sempre con 4'07"992, nuovo primato italiano, strappato al compagno Davide Plebani, 22enne bergamasco dilettante nell'Arvedi Cremona - e splendido bronzo sul russo Evtushenko in 4'14"572.  Il podio iridato torna così per due terzi azzurro 72 anni dopo la doppietta Fausto Coppi-Antonio Bevilacqua, primo e secondo davanti a Hugo Koblet a Parigi '47,  In una giornata così trionfale, non poteva mancare l'acuto de

Storia di Gregor Braun

http://www.museociclismo.it/content/articoli/3403-Storia+di+Gregor+Braun/index.html Atleta di eccezionale potenza è emerso giovanissimo sia su strada sia, in particolare, su pista arrivando 2° nel mondiale inseguimento juniores del '73, poi diventando campione del mondo a squadre nel '75 e campione olimpico nel '76 sia a squadre sia nell'individuale.  Nel frattempo ha collezionato vari titoli tedeschi nell'inseguimento e nell'americana.  Passato professionista nel 1977 ha continuato la serie con le maglie iridate dell'inseguimento nel '77 e '78 ed è arrivato ad essere uno dei più apprezzati e vittoriosi (12 successi) seigiornisti degli anni '80. Non ha avuto fortuna nei suoi attacchi al record dell'ora di Moser; ha fallito sia in Messico sia in Colombia e in questi tentativi ha ottenuto "solo" il record dei 5 chilometri in 5'44"7, primato raggiunto il 12 gennaio 1986 a La Paz.  Stradista possente e gene

Milano-Sanremo 1961

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https://www.facebook.com/quelnasotristecomeunasalita/photos/a.158631924710698/406064479967440/?type=3&theater Milano-Sanremo 1961, 19 marzo Raymond Poulidor (1936).  Ancora un francese primo sul traguardo di via Roma. Solo sul Poggio, come René Privat (1930-1995) nel 1960: stessa la Casa, la Mercier, stesso il tecnico, Antonin Magne (1904-1983). Stessa la tattica vincente. Poca gloria, invece, per gli italiani. Il più attivo, nella fase cruciale della corsa, è Guido Carlesi (1936), il "Coppino di Navacchio", che scatta sul Berta. Ma in vetta al Berta transita da solo il francese Jean-Claude Annaert (1935). Alle sue spalle il gruppo nicchia. Tutti guardano a Rik Van Looy (1933), il campione del mondo e strafavorito della vigilia, che però indugia. Il traguardo è ancora lontano e le energie vanno conservate.  Non ci pensa due volte, invece, il giovane Raymond Poulidor che si sgancia trascinandosi l'olandese Albertus Geldermans (1935), già primo

Milano-Sanremo 1960

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https://www.facebook.com/quelnasotristecomeunasalita/photos/a.158631924710698/405982556642299/?type=3&theater Milano-Sanremo 1960, 19 marzo René Privat (1930-1995), Gastone Nencini (1930-1980) e Arnaldo Pambianco (1935). Italiani ancora a secco nella Classicissima di primavera, ed è la settima volta consecutiva. L'inverno appena trascorso s'è portato via in dicembre Armando Cougnet (1880-1959), a lungo organizzatore del Giro d'Italia e della Milano-Sanremo e, il 2 gennaio, Fausto Coppi (1919-1960), il campionissimo. Solo due giorni prima della corsa se n'è andata anche una stella promessa del ciclismo francese, Gérard Saint (1935-1960), il "Trampoliere", vittima di un incidente automobilistico nei pressi di Le Mans. La corsa si ferma un attimo prima del via, essere gruppo è anche ricordare chi non c'è più, mantenere vive le presenze, pedalare anche per loro.  La corsa prevede la novità del Poggio, proposto da Vincenzo Torriani (191