ELEZIONI SENZA PACE
In Costa d’Avorio si temeva che il voto avrebbe portato violenza come nelle tornate scorse. Molti hanno preferito disertare le urne e cercare il «futuro» desiderato lungo altre vie MICHELE BOLLINO Il Manifesto - Martedì 18 novembre 2025 Pagina 16 La parola «pace» si ripete ovunque. Sui cartelloni elettorali dei candidati, nelle radio e nelle tv. La ripete il cantante di un gruppo di musica ‘zouglou’ prima di aprire il suo concerto all’Azk Live, tempio del reggae di Abidjan, capitale economica della Costa d’Avorio. E anche a nord della città, in un villaggio di fango e lamiere ai bordi dell’autostrada che porta a Yamoussoukro, le parole sono le stesse. «Grazie a Dio, le elezioni sono andate bene. Altrimenti saremmo dovuti scappare nella foresta», dice un anziano. IN COSTA D’AVORIO le ferite della guerra civile che ha sconvolto il paese tra il 2002 e il 2007 sono ancora aperte. Nel 2010 prima, e nel 2020 poi, le elezioni presidenziali erano state il pretesto per riaccendere le violenze. ...