Post

Visualizzazione dei post da ottobre 5, 2024

Nato per VINCERE

Immagine
Tadej Pogacar, 26 anni, esulta dopo aver conquistato  il Mondiale  di Zurigo con una fuga di 100 km ( ALEN MILAVEC AFP ) È il solito Pogacar: «Qui per chiudere l’anno in bellezza» Oggi lo sloveno debutta da iridato nel Giro dell’Emilia: «Sarà una grande emozione»  Finale spettacolo sul San Luca: ci sono pure Roglic ed Evenepoel 5 Oct 2024 - La Gazzetta dello Sport - Verona di Ciro Scognamiglio @CIROGAZZETTA  © RIPRODUZIONE RISERVATA Che il campione del mondo conquisti la prima gara disputata da iridato in carica è a dir poco raro: negli ultimi quarant’anni è successo a Tom Boonen, che chiuse il 2005 sbancando il Mondiale di Madrid e debuttò firmando una corsa in Qatar a gennaio 2006, e ad Abraham Olano, in trionfo in Colombia l’8 ottobre 1995 e vincitore della Subida al Naranco sei giorni dopo . Stop. Oggi però potrebbe accadere di nuovo, e le coordinate sono queste: Giro dell’Emilia, gran finale a Bologna sul San Luca, Tadej Pogacar. È già tutto abbastanza chiaro, no? Voglia  Lo slove

Il ciclismo era parole alla radio

Immagine
Cent’anni di radio in cento chilometri all’eroica.  I suoni del pedalare 5 Oct 2024 Il Foglio Quotidiano DI GIOVANNI BATTISTUZZI In principio era il verbo e il verbo era presso il ciclismo e il ciclismo era il verbo. A volte cronaca, spesso capace di superare la cronaca per diventare letteratura, un genere letterario. Il ciclismo era racconto di viaggio, di viaggi che attraversavano un paese, capaci di portare all’attenzione di chi leggeva storie piccole e grandi di sport che erano in realtà storie di piccoli uomini capaci di fare grandi cose. E tutte ambientate in luoghi che mai sino a quel momento erano stati sfondo di qualcosa. Il ciclismo ha continuato a lungo a essere verbo e verbo soltanto. Parole stampate nero su bianco o nero su rosa. Poi altre parole divennero voce. Perché nulla come la radio riuscì a creare il mito di questo sport, ad avvicinare il ciclismo alla gente. E ancor prima del suo avvento ufficiale. “Gentili uditori comunichiamo la vittoria di Bottecchia Ottavio in

UN SECOLO DI RADIO IN ITALIA - Prove “piratate” e cavi ai Parioli

Immagine
1924: dalla prima parola trasmessa, “Peloponneso”, ai proclami del duce 5 Oct 2024 - Il Fatto Quotidiano » Renato Nunziata “Peloponneso!”: sembra essere questa la prima parola trasmessa per radio, se dobbiamo far fede a uno scritto di Riccardo Morbelli sul Radiocorriere del 1961 , in cui ci rende noto anche il nome di chi l’ha pronunciata, il tecnico del Liberatis, la mattina del 6 ottobre 1924 . In realtà, oggi sappiamo che la nascita del broadcasting in Italia è avvenuta diversi mesi prima con Radioaraldo , frutto dell’intraprendenza dell’ingegner Luigi Ranieri che riesce a trasmettere, con una piccola potenza di 250w, in tutta Roma e nel Lazio, in virtù anche di una concessione temporanea data dall’allora ministro delle Poste, Antonio Colonna di Cesarò, e in assenza di una legge che ne regolamentasse gli sviluppi. Le prime prove di trasmissione della URI – nata dall’Unione della marconiana Radiofono con una società costruttrice di radio, la Sirac emanazione dell’americana RCA