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Visualizzazione dei post da luglio, 1986

Solo Bearzot può succedere a Bearzot

di Gianni Brera,  la Repubblica, 3 luglio 1986 INTROVABILE per tutti, Enzo Bearzot ha confidato a un amico di aspettarsi come altre volte di venir crocefisso, però di non voler resuscitare più. Nell'ammissione era consapevole amarezza e, come sempre, notevole serietà.  Bearzot ha in mano un contratto che lo lega alla Federcalcio - e viceversa - fino al 1990, cioè ai prossimi campionati mondiali. Questo contratto non sarebbe stato stilato secondo le norme prescritte.  Io stesso ho sentito un paio di azzeccagarbugli che ne prospettavano la denuncia. E mi sono augurato in cuor mio che una nefandezza del genere non venisse aggiunta alle molte già perpetrate nella pedata italica.  Bearzot ha lavorato benissimo, con molta onestà: non va ricambiato con porcherie: se vuol andarsene (e io tuttora ne dubito), lo faccia almeno con il conforto di non avere sprecato né tempo né denaro: anche lui tiene famiglia.  Pedatori senza genio percepiscono somme da capogiro; è giust

Visentini sei tutti noi

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di Tony Lo Schiavo Bicisport, speciale Fotoromanzo '86 - Il Giro d'Italia di Roberto Piove. L'albergo è presidiato da una piccola folla. Dentro, Roberto Visentini è appena rientrato da un leggero allenamento, tanto per non affrontare impreparato l'ultima tappa del suo vittorioso (ma lui ancora non vuole dirlo) Giro d'Italia. L'aria che si respira è frizzante. La gioia, la contentezza è palpabile. Ragazzi e ragazze si infilano da tutte le parti e non è facile il compito di chi deve impedire che ciò accada. Una ragazzina bionda sbuca addirittura dalla cucina. "Roberto - urla implorante - un autografo!". Visentini sorride. Alle 11 si siede a tavola. Tutta la squadra gli è vicino e a capotavola c'è il padre, Tito. Un po' imbarazzato, silenzioso, ma tanto contento. Su un tavolo vicino fa bella mostra di sé una torta enorme. Ma non è stata portata per festeggiare il Giro d'Italia: sono tutti troppo scaramantici per commettere un si