Post

Visualizzazione dei post da maggio 11, 2018

Mazzeo sfida il passato, Di Roberto a Foggia fu goleador. Amarcord anche per Genovese

Immagine
http://www.solosalerno.it/2018/05/11/mazzeo-sfida-il-passato-di-roberto-a-foggia-fu-goleador-amarcord-anche-per-genovese/ Foggia-Salernitana non può mai essere una partita senza stimoli: la gara contro i satanelli è sentita e i 250 tifosi nel settore ospiti si aspettano impegno e lotta. Storie che si intrecciano, passato che torna a farsi vivo, racconti ormai ultraventennali. Ma in campo conta solo il presente e allora occhio allo spauracchio numero uno, Fabio Mazzeo. Sarà l’attaccante di Torrione il pericolo pubblico da limitare: i 17 gol in campionato sono un bel biglietto da visita. Ma per Mazzeo, giocare contro la Salernitana non può essere routine.  Nato e cresciuto a Torrione, Mazzeo ha dato i primi calci a un pallone nelle scuole calcio della città, per poi passare alle giovanili del cavalluccio. Tutta la trafila e poi, nella stagione 2002/2003, l’esordio in prima squadra. Due campionati di Serie B al seguito dei più grandi, 9 presenze (una in Tim Cup) e zero reti.

CHAVES E YATES, LA VOLATA DELLA LEALTÀ

Immagine
di PAOLO MARABINI La Gazzetta dello Sport, 11 maggio 2018 Quando a 550 metri dall’arrivo sull’Etna, primo traguardo in salita del Giro d’Italia numero 101, il britannico Simon Yates è piombato sul colombiano Esteban Chaves, ultimo superstite della maxi-fuga di giornata, la domanda è uscita spontanea: «Lascerà la tappa al compagno di squadra o non si lascerà scappare l’occasione per firmare la sua vittoria più importante e, soprattutto, per intascare 4 secondi di abbuono in più?». La risposta l’ha data la strada, di lì a pochi attimi. Già sicuro di strappare il primato in classifica a Rohan Dennis, Yates – pur avendo nelle gambe la possibilità di centrare la tappa, nei confronti di un Chaves ormai in apnea – si è accontentato. Si è fatto affiancare e poi superare da «mister sorriso», servendogli l’assist di una gioia che il piccolo scalatore sudamericano aveva già assaporato due anni fa a Corvara, in quel Giro che gli regalò anche un giorno in maglia rosa e l’illusione di pote