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La parabola di Grandolfo: dalla tripletta al Bologna alla discesa in Serie C

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https://www.goal.com/it/notizie/parabola-grandolfo-tripletta-bologna-discesa-in-serie-c/1uzlzph4u4yj1ze0d0d2u5qpr Vittorio Rotondaro May 22, 2021 08:04+02:00 Francesco Grandolfo divenne famoso per la tripletta in Bologna-Bari del 22 maggio 2011: da allora il declino che lo ha portato a giocare in Serie C. Di meteore, di promesse non mantenute, il calcio ne è pieno: predestinati che non riescono a sfondare, a compiere l'ultimo passo verso la dimensione del campione che resta un miraggio per molti. Ebbene, Francesco Grandolfo fa parte di questa categoria, di coloro che nonostante avessero appiccicata addosso l'etichetta di potenziale numero uno, non hanno fatto in tempo a confermare quanto di buono si diceva nei loro confronti. La storia di questo ragazzo nato a Castellana Grotte è anomala, diversa da tutte le altre: stavolta il lieto fine è all'inizio e non poco prima dei titoli di coda. 22 maggio 2011, al 'Dall'Ara' si gioca Bologna-Bari: è l'ultima giornata

SEVENTIES - Vestivamo alla Mariner

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https://www.indiscreto.info/2009/12/vestivamo-alla-mariner.html di Christian Giordano © - Indiscreto.it © Rainbow Sports Books © Comincia a giocare dalle sue parti, nel Lancashire, al Chorley, club dilettantistico di non-league, prima di essere ceduto al Plymouth Argyle per quattro soldi nel luglio 1973. Poche settimane della nuova stagione e Paul Mariner  (Bolton, 22 maggio 1953 ) ha già rubato il posto a Jimmy Hinch , mettendosi in luce come uno dei migliori attaccanti della Third Division.  Nel 1975-76, in coppia con Billy Rafferty trascina l’Argyle alla promozione in Second Division. Su di lui mettono gli occhi club di First Division quali Ipswich Town, West Bromwich Albion e West Ham United. Ma è di Bobby Robson, nell’ottobre 1976, la padriniana offerta che il club del Devon non può rifiutare. Con sette gol in dieci giornate di campionato, Mariner dimostra di saper segnare in Division Two come aveva fatto in Division Three, e così l’Argyle ne accetta la valutazion

Wembley 1963 - A Cesarone quel che è di Cesarone

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A sorpresa, il “Tempio” è per metà vuoto.  Secondo stereotipo italianista, contro i campioni in carica il Milan pensa prima a non prenderle. Niente ala Barison e vai con Pivatelli sul faro Coluna (che sull’1-1 finirà azzoppato, e decentrato sull’out come si faceva per i “rotti” quando non c’erano le sostituzioni).  Il Benfica deve rinunciare all’infortunato Germano. La partenza è sottoritmo e prevale la prudenza col Benfica che palleggia fino con Santana e Coluna.  Al 18’ Eusébio lascia sul posto il Trap (che poi passerà su Torres, lasciando la Pantera nera a David) e fa secco Ghezzi sul palo lontano.  Al 58’ Trap pesca da destra Altafini al limite dell’affollatissima area. Il brasiliano si gira e tiene bassa la palla che infila Costa Pereira.  Un pasticcio difensivo, al 66’, permette a Rivera di mandare in porta Altafini, che sbaglia la prima conclusione prima di ribadire a rete. È il suo 14° sigillo del torneo. Un record, e vale la prima Coppa italiana.  CHRISTIAN GIORDANO, Guerin Sp