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Visualizzazione dei post da ottobre 27, 2022

Dalla periferia del continente al Grand Continent

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Gilles Gressani ha 30 anni, è nato in Valle d’Aosta, da ragazzino si è letto interi ripiani della biblioteca del capoluogo e in Francia si è costruito un curriculum d’eccellenza. Nel 2019 ha creato una rivista online che rapidamente si è imposta come un punto di riferimento per la geopolitica e le scienze sociali, oltre le vecchie gerarchie accademiche: «Bisogna trovare il modo di tradurre le cose nella lingua del momento» di FEDERICO FURBINI CORRIERE DELLA SERA - Domenica 26 settembre 2021 «Parigi resta più globale di Roma, c’è una densità che da sola non c’è in nessuna città italiana perché in Italia il potere è più diffuso: non è tutto a Milano, non è tutto a Roma, non è tutto in nessun luogo da solo. L’intellettualizzazione dei problemi là è più spontanea, mentre questioni simili in Italia vengono derubricate a lotta tra fazioni. Ma Francia e non sono poi società così diverse, sia nello spazio offerto ai giovani sia nell’innovazione» Il caso editoriale al tempo della pandemia, in F

‘Somebody is going home tonight’: Roche v Visentini at the Giro revisited

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Stephen Roche hushes the crowd from the podium after Stage 15 of the 1987 Giro d’Italia.  Scotland’s Robert Millar, who gave Roche support, is alongside him in the green jersey.  Photograph: Graham Watson  Irishman had to overcome Italian team-mate and defy the baying home crowd https://www.irishtimes.com/sport/other-sports/somebody-is-going-home-tonight-roche-v-visentini-at-the-giro-revisited-1.4558528 Ian O'Riordan Sat May 8 2021 - 06:00 It was on the third Sunday and the beginning of the final week when the maglia rosa, among the most sacred of cycling jerseys, finished stage 16 of the Giro d'Italia spattered with spittle of stale red wine mixed with half-chewed pieces of rice , and that was before the rider took it off to discover some mild bruising underneath. That rider was Stephen Roche. It was the chapter somewhere among the many great volumes of Italian cycling history they still call the Marmolada Massacre . Even with their innate tendency for drama and exaggeration i

Johan Van der Velde: vita, morte e rinascita dell’olandese

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https://www.barcalcio.net/johan-van-der-velde-vita-morte-e-rinascita-dellolandese/ Davide Bernasconi Era un ottimo ciclista l’olandese Johan van der Velde, il cui nome e volto, coperto di fatica e semighiacciato, divenne famose in quel pomeriggio di tregenda sulla vetta del Gavia nel Giro d’Italia 1988. Allora, seppure non fosse scalatore provetto, l’olandese era transitato per primo in cima, lui che era in lotta per la maglia ciclamino della classifica a punti. Poi, iniziata la discesa, di lui si persero letteralmente le tracce, facendo temere anche per la vita non avendo più di lui notizie. Poi con un distacco abissale (47 minuti) giunse al traguardo e nonostante tutto, ebbe la forza di ripartire il giorno e concludere vittorioso la sua battaglia per la conquista della classifica a punti. Ma van der Velde, che vinse in carriera tre tappe al Giro e tre al Tour, avrebbe potuto avere una carriera ancora più soddisfacente. Aveva infatti primeggiato da dilettante nelle brevi corse a tappe

La folle discesa di Van Der Velde nel Giro '88 ora è musica

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https://sport.sky.it/ciclismo/2012/03/14/johan_van_der_velde_brano_offlaga_disco_pax_tulipani_giro_1988 LORENZO LONGHI Sky Sport - 15 mar 2012 Gino Paoli ha cantato Coppi, "un omino con le ruote contro l’Izoard" , Paolo Conte ha fatto di Bartali e dei "francesi che s’incazzano" un jazz, Enrico Ruggeri ha raccontato Eddie Merkx in Gimondi e il Cannibale , Francesco De Gregori Costante Girardengo ne Il bandito e il campione , gli Stadio Marco Pantani . Miti del pedale, vincenti e leggendari, eroici e a volte tragici, figure indelebili di quella grande storia che è il ciclismo e che spesso si presta a diventare, appunto, musica. Da qualche giorno, la galleria dei corridori messi in note si è arricchita di un altro brano, dedicato a un mito minore ma indimenticato proprio perché campione folle: Johan van Der Velde, olandese classe 1956 con un passato fra GiS, TVM e nella Carrera con Chiappucci, è infatti il protagonista di Tulipani , sesta traccia dell’ultimo album dei

JACQUES ANQUETIL. MAESTRO, DIAVOLO E PATRIARCA

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“Penso veramente di non avere mai amato,  e mai amerò, la bicicletta.” (Jacques Anquetil) di SIMONE BASSO Sport e cultura - 27 ottobre 2022 Ci riesce impossibile ricollocare Jacques Anquetil – la sua vicenda – non solo nel ciclismo (nello sport) di oggi, ma in questa società, in questo villaggio globale. Siamo le ultime generazioni che possono – sforzarsi di – comprenderne l’odissea, il genio istintivo, il cinismo: già troppo distante, il suo mondo, quella Francia, dal nostro (?). Ci auguriamo solo che non venga (ri)scoperto, imposto, da un biopic, dallo storytelling imperante. Sessant’anni dopo l’apogeo della carriera, che appartenne ancora – per l’ultima volta nella storia dei media – a un racconto scritto, sussurrato, visto in differita (foto e filmati), ne farebbero una figurina maudit . Jacquot  era tutto, maître , diavolo, patriarca, tranne che banale. Jacques, nato l’8 gennaio 1934 a Mont-Saint-Aignan, nel cuore della Normandia, apparve al grande ciclismo il 27 settembre del 195