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Visualizzazione dei post da dicembre, 2018

RACING INSTINCT

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"When Marianne Vos started cycling she had little to gain from it. I think she’s wicked and she achieved everything she did in cross, track, road, everything, with nothing to gain then, no financial rewards. She did it just for winning. What was her drive? Was it that she’s just a racer? That’s what I want to know."     - Mark Cavendish Writer: Sophie Hurcom Procycling magazine, January 2019 Marianne Vos hardly has to pause to think of an answer. “It was just for the love of the sport ,” she replies instantly, when Procycling calls and asks what her motivation was when she first started in cycling, as our guest editor instructed. “As a kid I started cycling; my dad was in cycling, my older brother, and I continued doing so. As a junior, I found out I was probably quite talented, more talented than average...well, I wanted to make the most of it. I just wanted to enjoy racing and try my best. There has never been a motivation or objective to make it my oc

ROD ELLINGWORTH - THE INVISIBLE MAN

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Rod Ellingworth is one of the least recognised but one of the most important people in British cycling and in my career. I wanted to interview him to let you know what makes him tick. MCInterview: Mark Cavendish Procycling magazine, January 2019 Rod Ellingworth is a rider turned coach, who launched the British Cycling Academy for U23 riders in 2004, in which a young Mark Cavendish was one of his first students. He helped launch Team Sky in 2010 and is today its head of performance Mark Cavendish: We’ve known each other for a long time and we’re mates, though it didn’t start like that. You’re one of the most influential characters in British Cycling. You’re one of the hardest working, but one of the least recognised and publicly applauded. Is that something you want? What drives you to put everything in that you do?  Rod Ellingworth: A little example. We’re here on a camp in Mallorca. The riders don’t get here until Monday; I’ve been here since Wednesday. We’v

Premier a Capodanno, gol tutto l'anno

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Chi gioca a Capodanno, gioca tutto l'anno. E per rispettare il proverbio quale campionato migliore della Premier, che per tradizione proprio sotto le feste dà il meglio di sé per qualità e quantità di partite così ravvicinate e anche per questo sempre emozionanti e spesso imprevedibili. Il big-match della 21esima sarà lo scontro al vertice del 3 gennaio all'Etihad, dove il Manchester City secondo a -7 ospiterà il Liverpool capolista solitario. Quello però sarà il dolce di un'abbuffata lunga tre giorni, e aperta da tre antipasti ottimi e abbondanti. Al Goodison Park, l'Everton che viene da 3 sconfitte nelle ultime 4 non può fallire contro un Leicester City che arriva dal KO col Cardiff City. Entrambe, ma per motivi opposti, si aggrappano alla cabala: i Toffeemen han battuto le Foxes in 4 delle ultime 5 di Premier; stesse cifre per il Leicester City, con 15 gol fatti nelle 5 gare giocate il primo gennaio; e con il talismano Vardy che con 4 gole 2 assist ha fi

Mark Cavendish - guest editor

by MARK CAVENDISH Procycling magazine, January 2019 Everything I do, I’m hands-on. I do my own social media, and I never pretend to be somebody I’m not. So when the editorial team of Procycling got in touch to invite me to be guest editor, I didn’t want to just have my face on the cover and then let them get on with it. I wanted to edit the magazine. The first thing I did was red-ink the feature ideas I was sent and come up with my own list. I wanted to talk about the riders, races and issues I’m interested in. One rider I really wanted to be in the mag was Marianne Vos . She’s the epitome of what empowerment is, and why you shouldn’t have limitations because of your sex. She was dominating the women’s scene before there was anything to gain from it financially. I wanted a feature about Milan-Sanremo . Like me, Sanremo is misunderstood by people who don’t get it! These days, some people think racing is just doing a fast sportive. Look at the cover of the magazine – it’

Bertoglio, il chitarrista che sapeva vincere

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http://www.museociclismo.it/content/articoli/5696-Fausto+Bertoglio%2C+il+chitarrista+che+sapeva+vincere/index.html Tuttobici Numero: 12 Anno: 2001 di Gino Sala Fausto Bertoglio il chitarrista. È questo il ricordo cho ho di lui andando col pensiero al Giro d'Italia 1975. Era una sera di fine maggio in un albergo di Forte dei Marmi che ospitava i ragazzi della Jolly Ceramica. Uno di loro ( Giovanni Battaglin ) era al comando della classifica e nell'ambiente regnava un'aria di festa, rallegrata dallo strimpellio di Bertoglio, giovanotto che si faceva notare anche per il suo sorriso, al terzo anno di professionismo dopo aver fatto pratica, per così dire, nella Brooklyn di Roger De Vlaeminck e Patrick Sercu. Un tipetto che aveva già collezionato qualche vittoria, ma dal quale non ci si aspettava che il giorno seguente si sarebbe imposto nella cronoscalata del Ciocco . Un risultato equivalente alla conquista della maglia rosa. Mancavano otto tappe al termine del

Fausto Bertoglio, Passo dello Stelvio, 7 giugno 1975

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http://www.museociclismo.it/content/articoli/5934-Fausto-Bertoglio%2C-Passo-dello-Stelvio-7-Giugno-1975/index.html di Luigi Giacobetti E' stato oggi, il giorno delle sfide, possibili e impossibili. Teatro è stato lo Stelvio, autentico Moloch, posto perfidamente, da patron Torrioni, al termine del Giro, che si è erto all'improvviso sotto le ruote dei corridori, come un giudice impietoso e imparziale. Lungo i 48 interminabili tornanti del più alto passo d'Europa, Fausto Bertoglio, ossuto ed elegante pedalatore, da S. Vigilio di Concesio (BS), ha sfidato a singolar tenzone il campesino basco Francisco Galdos, divisi da un soffio, un'inezia, 41" di misero vantaggio che gli avranno fatto passare una notte non certo tranquilla.  Bertoglio, ha rischiato ieri [6 giugno 1975, nda], nella tappa dei Monti Pallidi con arrivo ad Alleghe, di veder azzerato il suo cospicuo vantaggio, sotto i ripetuti attacchi dello spagnolo e di un sorprendente Roger De Vl

Fausto Bertoglio e il Giro: quarant'anni di emozioni

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http://www.bresciaoggi.it/home/sport/fausto-bertoglio-e-il-giro-quarant-anni-di-emozioni-1.3982169 Bresciaoggi, 7 giugno 2015 Alle 16,48 di quarant'anni fa un bresciano conquistava la vittoria al Giro d'Italia: un'impresa firmata dal sanvigiliese Fausto Bertoglio in casacca Jolljceramica. Passato professionista nel 1974 dopo aver ottenuto numerosi successi nelle categorie giovanili, nel Giro del 1975 era partito come uomo d'appoggio del veneto di Marostica Giovanni Battaglin . Invece le gerarchie nella formazione diretta da Marino Fontana cambiarono improvvisamente il 31 maggio quando Bertoglio, imponendosi al Ciocco, sfilò la maglia rosa proprio al suo capitano Battaglin: in ventiquattrore lasciò ad altri il ruolo di gregario per indossare i panni del leader della propria squadra. «CHE POTESSI fare bene al Ciocco, lo sapevo, perché nel giorno di riposo dopo la vittoria di Battaglin a Forte dei Marmi visionai il percorso provando sensazioni molto

Trionfo di Bertoglio al «Giro»

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SULLO STELVIO VINCE GALDOS MA LA MAGLIA ROSA E' ALA SUA RUOTA Emozionante duello tra una muraglia di neve e di folla Sui tornanti dello Stelvio lo spagnolo ha tentato invano di strappare all'italiano i 41" di vantaggio: Bertoglio non lo h mollato  di un metro. Terzo è giunto Perletto, quarto Conti, quinto Panizza e sesto Gimondi di Gino Sala l'Unità, domenica 8 giugno 1975 Dal nostro inviato - PASSO DELLO STELVIO Il cinquattotesimo Giro d'Italia è di Fausto Bertoglio per 41" su Francisco Galdos. La differenza di ieri sera non è mutata. Qui, al Passo dello Stelvio, lo spagnolo Galdos e il bresciano Bertoglio terminano la loro fatica appaiati, rispettivamente al primo e al secondo posto dell'ultima tappa. Invano Galdos ha cercato di staccarel'avversario sui tornanti del passo più alto d'Europa, fra due pareti bianche che restringevano il passaggio delle vetture e che gli addetti alla sicurezza del traffico livellavano c

La favola di Fausto Bertoglio

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http://www.storiedisport.it/?p=10963 di  Marco Tonelli Cinque anni a sopportare di vedere uno straniero vincere la “sua” corsa, gli ultimi tre passati a consegnare la maglia rosa nelle mani del solito Eddy Merckx. Vincenzo Torriani, patron storico del Giro d’Italia, stanco di questo, pensò per quel 1975 di creare un giro che mettesse finalmente in difficoltà il Cannibale belga.  Lo pensò su misura per un giovane italiano, Gianbattista Baronchelli, da Pomenengo, che l’anno precedente, il suo primo tra i professionisti, lo aveva fatto tremare di emozione, allorché si era fermato a dodici secondi dal campione belga, sfiorando la vittoria finale. Per lui s’immaginò un tracciato da sogno, fatto di arrivi in quota, sprint mozzafiato e cronoscalate atte ad esaltarne le doti.  Quello che il buon Vincenzo non poteva prevedere allora era che quell’anno Eddy Merckx non si sarebbe presentato al via della corsa rosa, e che il “suo” Baronchelli si sarebbe invece specializzato

GIRO D’ITALIA 1975, SULLO STELVIO L’EPICA SFIDA TRA BERTOGLIO E GALDOS

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https://sport660.wordpress.com/tag/tappa-stelvio-giro-ditalia-1975/ di Nicola Pucci Fausto Bertoglio ha poco più di 26 anni ed ancora deve brindare al primo successo da professionista, quando si allinea al via del Giro d’Italia del 1975, edizione numero 58 di una memorabile avventura nata nel 1909. In carriera vanta solo un'altra partecipazione alla Corsa Rosa, nel 1973, quando fu 46-esimo, per poi l’anno dopo mettersi in gioco al Tour de France con un altrettanto anonimo 23-esimo posto. Insomma, per il ragazzo bresciano che veste i colori della Jolljceramica sono ben lungi dall’accendersi le luci della ribalta. Almeno così parrebbe. Ma chi sono i favoriti lungo le 23 tappe che dal 17 maggio al 7 giugno condurranno i forzati del pedale da Milano all’arrivo in salita del Passo dello Stelvio, prima volta nella storia del Giro, sommando 3.963 chilometri di fatica e sudore? Non c’è Eddy Merckx, il trionfatore delle tre edizioni precedenti, costretto a dare forfait

La cotta di Battaglin ad Arenzano - 1975: la magia del Giro vissuto alla radio

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http://oldsite.cicloweb.it/articolo/2010/01/13/la-cotta-di-battaglin-ad-arenzano-1975-la-magia-del-giro-vissuto-alla-radio.html Con la radio si può scrivere leggere o cucinare non c'è da stare immobili seduti a guardare forse è proprio quello che me la fa preferire è che con la radio non si smette di pensare (Eugenio Finardi) di Mario "Cancel" Silvano All'inizio degli anni '70 la radio reggeva ancora bene il confronto con la televisione. Se quest'ultima, infatti, aveva modificato le abitudini degli italiani nel decennio precedente, la radio manteneva ancora intatto il suo fascino. C'erano trasmissioni, all'epoca, considerate cult, come Gran Varietà , la domenica mattina, una rassegna impagabile di sketch comici e canzoni; il Gambero , un quiz "alla rovescia" condotto da Enzo Tortora e, poi, da Franco Nebbia; la Corrida, i "dilettanti allo sbaraglio" presentati da Corrado; Chiamate Roma 31 31 e Hit Parad