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Visualizzazione dei post da maggio 28, 2015

Numero di Gilbert, vendetta di Contador

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Due fuoriclasse al Giro.  Uno - Philippe Gilbert - trasforma l'inedito Ologno nel suo personalissimo Cauberg e va a vincere in solitaria la sua terza tappa rosa, la seconda in questa edizione dopo quella del "numero" sul Monte Bérico.  L'altro - Alberto Contador - si vendica dell'affronto di martedì dopo la foratura in discesa dall'Aprica e affonda l'Astana, stavolta costretta a inseguire dopo la caduta e il cambio ruota di Landa ai -50 km dal traguardo di Verbania. Il Pistolero all'arrivo ha smorzato i toni, ma quell'attacco congiunto di Aru e Landa - poi punito con la spettacolare rimonta sul Mortirolo - se lo era legato al dito. E appena ha potuto, ha restituito il favore. Con gli interessi. Contador chiude a 6'05 dall'ex campione del mondo, ma rifila 1'13" alla coppia Astana e in classifica rafforza il primato portando il vantaggio a 5.15 su Landa, secondo, e 6.05 su Aru, terzo. Giro chiuso? A meno di imprevisti sì,

Heysel, 29 maggio, trent'anni dopo

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Ventinove maggio. Non serve aggiungere: 1985. L'annus horribilis del calcio europeo: nell'arco di sei settimane, gli incidenti di Luton il 13 marzo, il rogo di Bradford l'11 maggio e, il 29, il crollo del famigerato settore Z all'Heysel per la furia omicida degli hooligans. Non serve perché l'Heysel - dal nome del quartiere dello stadio di Bruxelles poi intitolato a re Baldovino - è una di quelle tragedie che ti rimangono dentro per sempre. Chiunque l'abbia vissuta, anche solo di riflesso, o davanti la tv, ricorda dove e con chi fosse e cosa stesse facendo durante quella finale di Coppa dei Campioni fra Liverpool e Juventus. Sì, perché quel ventinove maggio la finale si giocò: per motivi di ordine pubblico. E' stata, e lo sarà per sempre, una sciagura-spartiacque. Per le immani proporzioni - 39 morti (di cui 32 italiani) e oltre 600 feriti -, il luogo (un impianto inadeguato e fatiscente) e le modalità con le quali è avvenuta; per l'impreparazione de