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Visualizzazione dei post da gennaio, 2024

MAINI, PANTANI E QUELLA BORRACCIA AL GIRO DILETTANTI DEL ’92

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https://c77cycling.it/maini-pantani-e-quella-borraccia-al-giro-dilettanti-del-92/ “Pantani? Assolutamente unico. Scarponi? Un capitano totale, che si preoccupava per tutti i componenti del team, dai compagni ai meccanici”. Di questo e di molto altro ha parlato Orlando Maini, direttore sportivo fra i più esperti del ciclismo italiano, da due anni sull’ammiraglia del Team Beltrami TSA – Marchiol, ieri sera in diretta streaming sulla pagina Facebook di EthicSport , partner del Team Beltrami per quanto riguarda l’integrazione. >>> GUARDA IL VIDEO INTEGRALE <<< 5 giugno 2020 Imbeccato dalle domande di Ignazio Sala e di Davide Balboni (già tecnico al fianco dello stesso Maini), il ds bolognese della formazione Continental veneto-emiliana ha ricordato episodi noti e meno noti della sua carriera.  Come quando, al Giro d’Italia Dilettanti del 1992, Maini guidava Marco Pantani: “Marco era uno che ti metteva alla prova. Nella tappa decisiva, quella del Passo Campolongo con arri

Marco Pantani e il Giro d’Italia Dilettanti 1992

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https://www.mattinodiverona.it/2020/06/02/sport-marco-pantani-e-il-giro-ditalia-dilettanti-1992-a-cura-di-panathlon-planet-distretto-italia/ A cura di Panathlon Planet Distretto Italia di Redazione  - 2 giugno 2020 di Gino Goti La mia avventura di regista con il Giro d’Italia dilettanti è iniziata nel 1991 con la 22^ edizione e si è conclusa nel 2004. Quindi 14 Giri con la partecipa di numerosi protagonisti che poi si sarebbero affermati, come professionisti, a livello nazionale e internazionale.  Si partì da Viterbo con il n.1 sulle spalle di Vladimir Belli (Lombardia B), vincitore dell’edizione 1990. Ivan Gotti, 2° nel 1990 non partecipava. Il terzo della classifica generale del 1990 era un certo Marco Pantani n.41 (Emilia B).  Il Giro era allora per squadre regionali italiane e squadre nazionali con al via 156 atleti: il fior fiore degli Under 23. Una carovana multicolore e festosa affrontò da Viterbo, a salire verso il nord Italia, i 1.561 km delle 12 tappe.  Tra i favoriti, oltre

HUSKIES TO RETIRE RIP HAMILTON'S NO. 32 ON FEB. 24

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https://uconnhuskies.com/news/2024/1/30/mens-basketball-huskies-to-retire-rip-hamiltons-no-32-on-feb-24.aspx?fbclid=IwAR0yNzcyz6Ak5lpGpWd2k8d13y-QhZw_bONxTaSQc3For6Z2CVMEmVTgPUA STORRS – The UConn men's basketball team has announced that the No. 32 will hang forever in the rafters at Gampel Pavilion . The Huskies are retiring the number of the legendary Richard "Rip" Hamilton at halftime of the game against Villanova on Feb. 24. He joins Ray Allen (No. 34) as the only men's basketball players to have their numbers living in the Gampel rafters. Richard "Rip" Hamilton had one of the most decorated careers in UConn basketball history. Despite playing only three seasons before heading for the NBA, Hamilton scored 2,036 career points, second only to Chris Smith (2,145) on the all-time UConn scoring list as the only two players in UConn history with more than 2,000 points . Hamilton led the Huskies in scoring in each of his three seasons and his career scoring av

Gigi Riva, un sogno e un alfabeto

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https://www.doppiozero.com/gigi-riva-un-sogno-e-un-alfabeto?fbclid=IwAR3Aa2GgOOdgwI5DXO1NP55BP7c7xU_uhW_jCfyh_MczTEqDn4FAoxavpxM Gino Cervi 24 Gennaio 2024 A ciascuno il suo. Vale anche per i sogni. Per non dire delle interpretazioni. Il mio, ricorrente da quando ero bambino, è quello di essere Gigi Riva. Sogno di aver fatto gol e di correre sotto la curva del vecchio Amsicora. Ho indosso la maglia bianca, quella con il colletto rossoblù chiuso dai laccetti. I tifosi sono folli di felicità. Io alzo i pugni al cielo. Un gesto di esultanza antico, elementare, uno di quei gesti che non hai bisogno di pensare e di provare prima. Davanti a me il muro della curva, serrato come le pietre di un nuraghe. Per loro io sono l’eroe, un eroe bello come Aiace. E allora tendo il braccio sinistro in avanti, come se impugnassi un arco immaginario. Il mio sguardo fiero si specchia in migliaia di sguardi altrettanto fieri. Fieri di loro e fieri di me. La mia maglia ha il numero 11: sembra anche quello un

Se un uomo è un’Isola

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OLYCOM / CESARE GALIMBERTI GIGI RIVA © RIPRODUZIONE RISERVATA "Mi chiamavano Rombo di tuono" - di Gigi Garanzini, editore Rizzoli La Stampa - Nazionale “A Cagliari sbarcai con l’idea fissa di chiedere scusa a tutti e di tornarmene a casa il prima possibile. Ero un ragazzino il classico sbarbato: forse anche per questo percepii un senso di protezione che cominciò a farmi cambiare idea Avrei scoperto poi q Ma quell’immagine dell’eroe, che dovrebbe morire nel fior degli anni per lasciare un ricordo imperituro, nei momenti difficili ogni tanto mi è tornata Mezzo secolo dopo quello scudetto del Cagliari e i 35 gol in azzurro, tutti continuano a chiamarmi familiarmente Giggirriva e a volermi bene Vado per gli ottanta. Mi viene in mente sempre più spesso, a tradimento, e continua a sembrarmi inverosimile. Ma come? Ci sono arrivato ieri qui a Cagliari, con mia sorella Fausta ad accompagnarmi, a farmi da madre, da tutor, a me che non ero mai uscito dalla provincia di Varese, altro che

Un Rombo nel cielo

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Nessuno ha mai segnato quanto lui con la maglia azzurra nonostante due gravi infortuni. Quello scudetto indimenticabile a Cagliari GIGI GARANZINI Martedì 23 gennaio 2024 - La Stampa - Nazionale Avrebbe fatto una gran fatica anche il sommo Brera in un momento come questo. A maggior ragione perché amava Giggirriva più di ogni calciatore, o prestipedatore, della storia. Figurarsi un pensionato della penna cui era toccato l’onore, il grande onore, un paio di anni fa di prestare a Gigi la penna affinché si decidesse, una volta per tutte, a raccontare in prima persona la storia della sua vita. E che storia. «Vado per gli ottanta»: così l’aveva incominciata. Con un mezzo ghigno scaramantico: ma chi andava a pensare ci fosse anche del profetico, visto che gli ottanta sarebbero arrivati soltanto il 7 novembre prossimo venturo. Fosse stato per Brera, d’altra parte, la leggenda si sarebbe chiusa molto ma molto prima. Perché i veri, grandi eroi, secondo il maestro, meriterebbero di morire giovani

Gigi Riva, un sogno e un alfabeto

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di Gino Cervi - 24 gennaio 2024 A ciascuno il suo. Vale anche per i sogni. Per non dire delle interpretazioni. Il mio, ricorrente da quando ero bambino, è quello di essere Gigi Riva. Sogno di aver fatto gol e di correre sotto la curva del vecchio Amsicora. Ho indosso la maglia bianca, quella con il colletto rossoblù chiuso dai laccetti. I tifosi sono folli di felicità. Io alzo i pugni al cielo. Un gesto di esultanza antico, elementare, uno di quei gesti che non hai bisogno di pensare e di provare prima. Davanti a me il muro della curva, serrato come le pietre di un nuraghe. Per loro io sono l’eroe, un eroe bello come Aiace. E allora tendo il braccio sinistro in avanti, come se impugnassi un arco immaginario. Il mio sguardo fiero si specchia in migliaia di sguardi altrettanto fieri. Fieri di loro e fieri di me. La mia maglia ha il numero 11: sembra anche quello un segno ancestrale, un graffito sul bianco delle spalle. Lassù in alto, dove termina la curva-nuraghe, vedo cinque tifosi appo

Gigi Riva - di Lamberto Artioli

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"Brebbia, 16 giugno 1960. Anche quest'anno ha riscosso un grandissimo successo l'edizione del torneo a sette disputato presso il campo sportivo dell'oratorio. Meritatamente ha vinto la squadra del Leggiuno sulla Gaviratese per 8 a 4. Tutti da elogiare i giovani vincitori. Un plauso particolare al piccolo Riva autore di ben quattro reti e sicura promessa del calcio italiano".  Questa notizia, pubblicata dalla Cronaca Prealpina di Varese, porta la firma di Enzo Zuin. Fu lui, quando Riva aveva appena 15 anni, a scoprire quel giocatore che Gianni Brera molti anni dopo avrebbe soprannominato "Rombo di tuono". "Non tocca la palla da latino," scrive lo stesso Gianni Brera, "non ha neppure il destro come dovrebbe avere un giocatore della sua fama, però la sua classe ha pochissimi eguali al mondo. La sua struttura morfologica è del grande atleta nordico: spalle ampie, fianchi sottili, gambe leggermente ipertrofiche, non abnormi. Il suo scatto è co

The Forgotten Bad Boy: Mark Aguirre’s Championship Sacrifice

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https://michiganchronicle.com/2020/04/30/the-forgotten-bad-boy-mark-aguirres-championship-sacrifice/ Kory Woods April 30, 2020 - Michigan Chronicle Whenever there’s public criticism of the “Bad Boys” era Detroit Pistons, expect to hear from Isiah Thomas. Publicly. Thomas made an appearance this week on ESPN’s Get Up and First Take, defending himself and former Pistons teammates from remarks made against them by Michael Jordan (and his teammates) in episodes 3 and 4 of “The Last Dance”, an ESPN “30 for 30” a documentary chronicling Jordan’s last season with the Chicago Bulls. Thomas’ remarks on both shows have garnered a lot of attention. Interestingly enough, they weren’t even his most poignant ones in recent memory. Those came about a month ago. That’s when he was a guest on Knuckleheads, a podcast that’s hosted by former NBA players Darius Miles and Quentin Richardson. On their show, Thomas spoke candidly about his basketball career for nearly an hour and a half. He also spoke on his