Pogačar à la Bernal sul Col du Porte(n)t: siamo tutti testimoni
Sdraiato, dopo averli stesi tutti. Tutti in fila, al traguardo come sul podio: Tadej Pogacar, al primo successo in giallo, il secondo in questo Tour dopo la crono di Laval; Jonas Vingegaard, piazzato a tre secondi all'arrivo e, ora, a 5'39" in classifica; Richard Carapaz, terzo a 4" in cima al Col du Portet e a 5'43" nella generale. Improbabile, forse impossibile, vedere qualcuno di diverso sui tre gradini di domenica 18 luglio a Parigi. È uno show dei big il terzo dei quattro tapponi pirenaici: 178 km di battaglia con tre GPM - due di prima e un hors-catègorie - negli ultimi sessanta, e 4200 metri di dislivello. E quegli ultimi, interminabili 16 km di salita all'8,7 percento medio fino ai 2.215 metri di Saint-Lary-Soulan. Un'epica in 5 atti del fenomeno sloveno: scatta due volte in 300 metri ai -8 km, poi ai -7, ai -2, a -1,8. Gli resistono la maglia bianca Vingegaard e, tra mille smorfie, Carapaz, che però bluffa. E infatti l'ecuadoriano piazz