«Scampò a Superga grazie a una cresima. Accusarlo di razzismo fu una vera infamia»
Nicolò Carosio, la nipote Paola: «Non rivelò mai la sua squadra del cuore, ma aveva un debole per il Milan» Ragazzina ribelle: "A 18 anni volevo andare a vivere con il mio fidanzato. Lui, cattolico e democristiano, me ne disse di tutti i colori, delle cose irripetibili" 2 Oct 2024 - Corriere della Sera Massimo M. Veronese © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo chiamavano il Frank Sinatra del pallone, è stato la prima voce del calcio, il padre di tutti i teleradiocronisti. Nicolò Carosio, scomparso 40 anni fa, creava immagini con le parole quando il calcio non aveva immagini, con quella voce arrochita dalle sigarette ed educata dall’aplomb inglese, che sapeva fremere di passione senza mai sbroccare: «Ma con me la usava per cantare — racconta Paola Nicoletta Spinelli, ultima erede della famiglia —. Adorava le canzoni napoletane, specie quelle di Roberto Murolo. Quando gli dicevo: nonno, mi canti una canzone? mi sedeva sul tavolo della sala da pranzo, mi metteva in testa un cappellino e i...