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Visualizzazione dei post da gennaio 20, 2020

HOOPS MEMORIES - New York Rens, i magnifici sette

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https://www.amazon.it/Hoops-Memories-Momenti-basket-americano-ebook/dp/B01JAC2GTQ di CHRISTIAN GIORDANO © Rainbow Sports Books © Se vi raccontassero di un’acrobatica squadra degli anni trenta composta da sette giocatori neri e considerata la più forte al mondo, pensereste subito agli Harlem Globetrotters. In realtà, quella macchina da canestri e vittorie erano i New York Rens. E per vincere non avevano bisogno dei Washington Generals come vittime designate. Fondati nel 1922 come Renaissance Big Five da uno zelante appassionato di nome Bob Douglas, che in origine voleva chiamarli Spartans, grazie al loro fondatore si accordarono per giocare nella nuova Renaissance Casino Ballroom di Harlem quando la sala da ballo non era affittata dalla band di “Count” Basie, il conte dello swing. E fu così che i Big Five divennero Rens. Precorrendo i tempi dei più longevi e celebri Trotters, i Rens s’imposero all’attenzione nazionale nel 1926-27. In quella stagione si spartirono eq

HOOPS MEMORIES - La ABL distrugge gli Original Celtics

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https://www.amazon.it/Hoops-Memories-Momenti-basket-americano-ebook/dp/B01JAC2GTQ di CHRISTIAN GIORDANO © Rainbow Sports Books © Il grido “Distruggete i Celtics!” era un refrain che si sentiva abbastanza spesso nelle arene NBA ai tempi della dinastia bostoniana degli anni ’60. Ma mentre allora lo si urlava in segno di scherno o di invidia, quel piano fu effettivamente messo in atto dalla American Basketball League più di trent’anni prima. Formata nel 1925, la ABL fu la prima lega professionistica di basket ad uscire dallo status regionale, visto che comprendeva squadre di città che andavano da Boston a Chicago. I soldi c’erano, insomma, se è vero che le squadre firmavano i propri giocatori con contratti che fruttavano anche 1500 dollari al mese. Tra i vari proprietari delle squadre c’erano anche dei grossi nomi come George Preston Marshall di Washington (poi assurto a maggiore notorietà come decano proprietario dei Washington Redskins della NFL) e George Halas dei Chica

HOOPS MEMORIES - Original Celtics, gli scienziati del basket

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https://www.amazon.it/Hoops-Memories-Momenti-basket-americano-ebook/dp/B01JAC2GTQ di CHRISTIAN GIORDANO © Rainbow Sports Books © Fondati come New York Celtics nel 1914, gli Original Celtics furono la squadra più rinomata degli anni Venti. Il promoter Jim Furey ne varò la prima edizione facendo firmare ai giocatori un contratto esclusivo a stipendio garantito. Prima di allora non si erano mai verificati casi di cestisti professionisti che fossero vincolati a una singola squadra, una mossa, quella di Furey, che fruttò grossi dividendi. Annunciati in cartellone come “Original Celtics”, i sei giocatori che avevano firmato quel tipo di contratto erano tutti di New York City. Molti provenivano dal difficile circondario e avevano dato vita ad un affiatato complesso che dava filo da torcere a tutti. E i nuovi acquisti fatti dal club negli anni successivi erano della medesima, durissima pasta. I Celtics iniziarono a giocare ogni domenica sera alla stessa palestra di New York,

HOOPS MEMORIES - Keaney, datti all'ippica

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Ernie Calverley, MVP del NIT 1946,  e coach Frank Keaney https://www.amazon.it/Hoops-Memories-Momenti-basket-americano-ebook/dp/B01JAC2GTQ di CHRISTIAN GIORDANO © Rainbow Sports Books © Le prime squadre di basket di college spuntarono nel 1893, poco più di un anno dopo che il gioco era stato inventato. La prima università a scegliersi un avversario “esterno” fu la University of Toronto, che sconfisse 2-1 la Toronto YMCA nel gennaio del 1893. Poi, in febbraio, Vanderbilt mise in campo la prima squadra universitaria degli Stati Uniti, che in una serata da (per l’epoca) alti punteggi batté 9-6 la YMCA di Nashville. Quei Commodores sì che sapevano segnare! Quelle squadre scesero in campo ciascuna con nove giocatori ma quattro anni dopo, nel 1897, il regolamento cambiò per adottare le attuali formazioni di cinque uomini. Nella prima partita con il nuovo regolamento, Yale sconfisse Pennsylvania 32-10. Il nuovo gioco stava appena sbocciando, e le squadre delle diverse

HOOPS MEMORIES - Pazze idee, americanate e strani amori

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https://www.amazon.it/Hoops-Memories-Momenti-basket-americano-ebook/dp/B01JAC2GTQ di CHRISTIAN GIORDANO © Rainbow Sports Books © Meno di quindici anni dopo l’invenzione del basket del 1891, una nuova forma del gioco spuntò nel Nord-est. Era il basket su pattini, una prima forma di rollerball , si potrebbe dire, che ebbe subito legioni di convinti partecipanti. L’entusiasmo per il nuovo gioco era così forte che alcuni si aspettavano ne rimpiazzasse la versione originale di James Naismith. Nel 1906, al Madison Square Garden di New York tutto era pronto per dar vita a un campionato di rollerball con, pare, oltre cinquanta squadre disposte a prendervi parte. Ma la lega non fu mai formata e il nuovo sport si sarebbe rivelato solo una moda passeggera che scomparve rapidamente. Subito dopo fu la volta del basket a cavallo, un gioco che comprensibilmente richiedeva alcune modifiche regolamentari. Siccome i giocatori a cavallo erano molto più alti dal terreno, la linea del tir

HOOPS MEMORIES - Il malinteso che generò uno sport

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https://www.amazon.it/Hoops-Memories-Momenti-basket-americano-ebook/dp/B01JAC2GTQ di CHRISTIAN GIORDANO © Rainbow Sports Books © La prima partita di basket femminile fu giocata appena qualche settimana dopo la prima gara, disputata nel 1891 a Springfield, nel Massachusetts, della classe maschile di James Naismith. Alcuni insegnanti delle ragazze chiesero a Naismith se sarebbe stato giusto (sic) farle giocare e questi non ebbe obiezioni. Le signorine si presentarono in abito da passeggio, la maggior parte calzando scarpe normali, anche se qualcuna portava scarpe da tennis, o meglio, una loro antesignana versione. Tutte sopravvissero e l’incontro ebbe un’interessante quanto duratura appendice. Una di loro, tale Maude Sherman, finì per sposare il dottor Naismith. E poi dicono che lo sport non unisce... A livello di college, la prima partita femminile venne giocata nei pressi dello Smith College di Northampton, nel Massachusetts, nel 1893. La direttrice del dipartimento

HOOPS MEMORIES - Sangue e arene

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https://www.amazon.it/Hoops-Memories-Momenti-basket-americano-ebook/dp/B01JAC2GTQ di CHRISTIAN GIORDANO © Rainbow Sports Books © Quando il basket fu inventato, nel 1891, il mondo dello sport USA aveva alle spalle una storia già solida di giochi i cui protagonisti erano retribuiti. La Major-league di baseball, con la National League, era già al suo sedicesimo anno di attività quando la pallacanestro apparve sulle scene, e al nuovo sport di James Naismith bastarono cinque anni per dotarsi di una robusta struttura professionistica. Introdotto alla YMCA di Springfield, nel Massachusetts, il basket si estese rapidamente alle altre sedi YMCA degli Stati Uniti e del Canada. Ben presto i responsabili locali cominciarono a preoccuparsi per via di quel nuovo, durissimo sport che stava prendendo sempre più piede, spesso a scapito del regolare programma di esercizi di educazione fisica. Non ci volle molto perché nelle YMCA di tutto il Paese i primi “cestisti” venissero caccia

HOOPS MEMORIES - Il basket, una gabbia di matti

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https://www.amazon.it/Hoops-Memories-Momenti-basket-americano-ebook/dp/B01JAC2GTQ di CHRISTIAN GIORDANO © Rainbow Sports Books © Nei suoi primi anni la pallacanestro era decisamente uno sport di contatto. Nell’ultimo decennio dell’Ottocento, quando il gioco fu inventato (1891) e cominciò subito a guadagnarsi popolarità, presentava molte, inquietanti analogie con il football americano. Della sua attrezzatura base facevano infatti parte paragomiti, ginocchiere e anche pantaloni con provvidenziali imbottiture. C’era un solo arbitro e la gran parte dei falli finiva non fischiata. I giocatori si tiravano gomitate a dir poco criminali, e spalle, fianchi e nasi rotti non erano affatto merce rara. Agli esordi, la parte più dura del gioco era la lotta per i palloni che uscivano dal campo: per conquistare la palla i giocatori dovevano darsi battaglia in mezzo agli spettatori. Fino al 1902, chi si accingeva palla in mano ad effettuare la rimessa, doveva talvolta farla dopo una f

HOOPS MEMORIES - Buffalo Germans: la prima grande squadra

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https://www.amazon.it/Hoops-Memories-Momenti-basket-americano-ebook/dp/B01JAC2GTQ di CHRISTIAN GIORDANO © Rainbow Sports Books © Il primo vero squadrone del basket, i Buffalo Germans, nacque nel 1895, appena quattro anni dopo che questo sport era stato inventato. Il loro fondatore, Frederick Burkhardt, era il direttore del dipartimento di educazione fisica di una YMCA dell’East Side di Buffalo, dove abitavano molte famiglie di origine tedesca emigrate negli Stati Uniti. All’epoca i giocatori avevano sì e no quattordici anni e nessuno di loro avrebbe mai potuto immaginare che quella squadra sarebbe durata fino agli anni ’20.  I Germans assursero alla fama per la prima volta nel 1901 vincendo la Pan-American Exposition. Le partite furono disputate a Buffalo su un campo d’erba e per evitare di scivolare i giocatori dovevano calzare scarpe provviste di tacchetti. Quell’anno i Germans sconfissero Hobart College per 134 a 0, impresa che ha ancor più dell’incredibile se si c

HOOPS MEMORIES - Tre uomini e una palla

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https://www.amazon.it/Hoops-Memories-Momenti-basket-americano-ebook/dp/B01JAC2GTQ di CHRISTIAN GIORDANO © Rainbow Sports Books © James Naismith, che nel 1891 l’aveva inventata, si accorse subito che nella pallacanestro le dimensioni delle squadre potevano variare enormemente. E non ci vollero che un paio di partite prima che questo concetto venisse estremizzato fino a sconfinare (abbondantemente) nel ridicolo. Le regole originali di Naismith asserivano che il numero di giocatori per ogni squadra “dipendeva in larga misura dalle dimensioni del campo, ma [che comunque] poteva variare dai tre a quaranta per formazione”. Secondo il Dottore, inoltre: “Più il numero di giocatori si avvicinava a tre, tanto più il gioco diventava “scientifico”, ma più erano i giocatori, tanto più aumentava il divertimento”. Intanto il verbo del basket si spargeva rapidamente, in parte grazie agli sforzi da missionari dei primi giocatori e in parte anche per via di un articolo apparso sul New

HOOPS MEMORIES - Divieto di palleggio

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https://www.amazon.it/Hoops-Memories-Momenti-basket-americano-ebook/dp/B01JAC2GTQ di CHRISTIAN GIORDANO © Rainbow Sports Books © Fra le tredici regole originali messe nero su bianco da James Naismith, pubblicate per la prima volta nel gennaio 1892, c’era il divieto di “viaggiare”, inteso come correre col pallone. Come se non bastasse, il giocatore doveva lanciare la palla dal punto in cui l’aveva ricevuta. Il palleggio? Il dottor Naismith, perlomeno inizialmente, non ne aveva fatto menzione. I primi pionieri però non ci misero molto a cercare di aggirare il divieto di correre con la palla. Prima introdussero il pivot, il piede perno, con cui mentre tenevano un piede piantato a terra muovevano l’altro per girarsi su se stessi. Finalmente, nel 1893, meno di due anni dopo la prima partita, il piede perno veniva consentito ufficialmente. Il passo successivo fu l’adozione del palleggio. La prima a fare un largo impiego di questa tecnica per muovere il pallone, era

HOOPS MEMORIES - I 13 comandamenti del basket

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https://www.amazon.it/Hoops-Memories-Momenti-basket-americano-ebook/dp/B01JAC2GTQ di CHRISTIAN GIORDANO © Rainbow Sports Books © Quando nel 1891 James Naismith inventò il basket, lo pensò come un gioco al quale potessero partecipare squadre composte fino a un massimo di quaranta giocatori ciascuna, con nove come numero ideale. Naismith buttò giù anche una bozza delle posizioni per un ipotetico schieramento di nove uomini: un portiere e due guardie per impedire agli avversari di realizzare, tre centrali (i playmaker) e tre attaccanti (due ali e un “home man”, l’uomo in base, che avrebbe dovuto occuparsi principalmente di segnare). Nel giro di due anni le squadre furono limitate a nove o a cinque giocatori e nel 1897 divenne “obbligatorio” giocare in cinque. L’idea di un tiro libero da eseguirsi dopo i falli non fu istituita che nel 1894, tre anni dopo che il gioco era stato inventato. Appena introdotti, i tiri liberi venivano eseguiti dai venti piedi (sei metri) e valevan

January 20, 1892: Basketball's First Official Game

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http://onthisdayinsports.blogspot.com/2014/01/january-20-1892-basketballs-first.html On January 20, 1892, the first official game of basketball was played at a YMCA gymnasium in Albany , New York. The game was born in December of 1891 after a rainy day kept Dr. James Naismith's physical education class from taking their activities outdoors. At the time Naismith was the head of physical education department at the International Young Men's Christian Training School in Springfield, Massachusetts. He started jotting down rules for this game that could be played indoors. It was a basketball constitution of sorts that marked the birth of a sport. It was a set of thirteen rules which can be viewed in a link provided below. Naismith's foundation provided the framework needed to build a sport that millions upon millions of kids, as well as, men and women alike still enjoy today. In most of these blogs I write I have a wide variety of newspapers and other archives

Vienna 1964 - Un Mazzola così

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di Christian Giordano © - Guerin Sportivo © La Coppa dei Campioni passa da via Serbelloni a via Dante ma resta a Milano, non per merito del Milan campione in carica (eliminato ai quarti dal Real, 1-4/2-0), bensì dei «cugini» nerazzurri. L’Inter del “Mago” Herrera e del «presidentissimo» Angelo Moratti elimina l’Everton (0-0/1-0), i francesi del Monaco (1-0/3-1), il Partizan Belgrado (2-0/2-1) e il Borussia Dortmund (2-2/2-0). In finale, a Vienna, il 27 maggio 1964, l’attende il grande Real Madrid. Di Stéfano è al canto del cigno, ma le merengues , con Puskas, Gento e Santamaria, fanno sempre paura. Sospinti da migliaia di tifosi giunti da tutta Italia, i nerazzurri si impongono per 3-1. Sul finire del primo tempo, Mazzola scaglia dal vertice sinistro dell’area un potente destro che non dà scampo a Vicente: 1-0. Dopo un’ora di gioco l’Inter raddoppia con Milani. Lancio di Suárez e destro fulminante del centravanti nerazzurro. Sembra fatta. Dieci minuti dopo però, con un’ac