Post

Visualizzazione dei post da aprile 22, 2018

Liegi 2018, il gran giorno di Jungels

Immagine
Niki Terpstra al Fiandre. Julien Alaphilippe alla Freccia. Bob Jungels alla Liegi. E' il dream team del ciclismo globale e globalizzato, la Quickstep-Floors del gm Patrick Lefevere e del ds (italiano) Davide Bramati. E il 2018, sin qui, il suo anno magico. Già 26 vittorie in stagione, e la qualità dei successi fa persino più impressione della loro, straordinaria, quantità. Nella 104esima Decana, l'osservato speciale era Alaphilippe che mercoledì aveva interrotto se non spezzato la dittaura-Valverde, bruciando l'Embatido in quella che da quattro anni era casa sua, il Muro di Huy. Nella Doyenne , la classica più antica al mondo dopo la Milano-Torino, erano loro i favoriti, con Nibali che cullava l'impresa solo sfiorata col secondo posto del 2012.  Tutti si aspettavano un suo attacco sulla Roche-aux-Faucons, la rupe dei falchi, ma lì - sul tratto più duro e in omaggio al nome della terribile cote - è piombato dopo la sparata della sua lepre Gilbert il falc

Allegro Grandi

http://www.museociclismo.it/content/articoli/11287-Allegro+Grandi/index.html Nato a San Pietro in Casale (BO) 17 gennaio 1907, suicida a Caracas (Venezuela) il 23 aprile 1973. Professionista dal 1927 al 1935 e nel 1946 con 16 vittorie. Sorriso triste, e un fisico atletico di nota, Grandi fu un grandissimo dilettante.  Nel 1926 vinse il titolo italiano su strada e, due anni dopo, a Budapest, si laureò Campione Mondiale della categoria, sconfiggendo allo sprint, in una volata a due, l'altro italiano Michele Mara. Ma il suo dominio fra i cosiddetti "puri", si testimoniò anche dalle risultanze ottenute nelle gare promiscue coi professionisti, dove fece incetta di successi: GP Cavaciocchi a Prato, Coppa Santagostino, Giro di Romagna, GP di Treviso e Coppa Mussolini; tutti nel 1927.  Diventato professionista nel 1929, fu subito protagonista, conquistando il Titolo Italiano dei prof junior e, soprattutto, il Giro dell'Emilia e la Coppa Bernocchi, piazzando

Storia di Allegro Grandi

http://www.museociclismo.it/content/articoli/500-Storia-di-Allegro-Grandi/index.html Grande promessa tra i dilettanti non solo perché nel '28 a Budapest divenne campione del mondo precedendo Michele Mara e Jean Aerts, ma anche per altre vittorie come il Campionato Italiano '26, la Bologna-San Marino-Bologna '26 e le promiscue con i professionisti: G.P. Cavaciocchi a Prato, la Coppa Sant'Agostino e il Giro di Romagna del '27. Diventanto professionista fu tricolore nella categoria junior nel '29, vinse la Torino-Bruxelles '30 e la Predappio-Roma '33, la Coppa Bernocchi e il Giro dell'Emila nel '29 oltre alla tappa più lunga da Cosenza a Salerno di 292,700 km nel Giro d'Italia del '30 che lo vide, infine 3° dopo Marchisio e Giacobbe. Trasferitosi nel '34 in America Latina continuò a correre conquistando anche tre titoli di campione del Venezuela, restandovi poi come istruttore tecnico. Tragica la sua fine: si suicidò nel suo neg