Liegi 2018, il gran giorno di Jungels


Niki Terpstra al Fiandre. Julien Alaphilippe alla Freccia. Bob Jungels alla Liegi. E' il dream team del ciclismo globale e globalizzato, la Quickstep-Floors del gm Patrick Lefevere e del ds (italiano) Davide Bramati. E il 2018, sin qui, il suo anno magico. Già 26 vittorie in stagione, e la qualità dei successi fa persino più impressione della loro, straordinaria, quantità.

Nella 104esima Decana, l'osservato speciale era Alaphilippe che mercoledì aveva interrotto se non spezzato la dittaura-Valverde, bruciando l'Embatido in quella che da quattro anni era casa sua, il Muro di Huy.

Nella Doyenne, la classica più antica al mondo dopo la Milano-Torino, erano loro i favoriti, con Nibali che cullava l'impresa solo sfiorata col secondo posto del 2012. 

Tutti si aspettavano un suo attacco sulla Roche-aux-Faucons, la rupe dei falchi, ma lì - sul tratto più duro e in omaggio al nome della terribile cote - è piombato dopo la sparata della sua lepre Gilbert il falco che forse non ti aspetti, la terza punta, Bob Jungels: a 25 anni, già due volte maglia bianca, cinque giorni in rosa, una tappa e due top ten al Giro; e terzo lussemburghese a imporsi sul traguardo di Ans dopo Michel Ernzer nel 1954 e Andy Schleck nel 2009.

Ai meno -20, un cronomen come l'iridato a squadre a Doha2016, non lo prendi più. E così ha trionfato a braccia alzate davanti al canadese Mike Woods e al francese Romain Bardet, già in forma Tour. 

Tre gli italiani nei primi dieci: quinto Pozzovivo e sesto Gasparotto, compagni di Nibali (32esimo) nella Bahrain-Merida, e Davide Formolo settimo. Per Vincenzo e gli altri big non era giornata. Ma contro il Dream Team, quest'anno, capita spesso. E a tanti. 
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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