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Visualizzazione dei post da febbraio 26, 2018

Le donne, vere eroine del ciclismo

Numero 9 - Anno 1996 Appunti di viaggio di Gino Sala Non ho mai posseduto un’automobile e tantomeno la patente. In compenso ho viaggiato molto grazie al giornale (L’Unità) che per tanti anni mi ha spedito al seguito di migliaia di corse con macchina e pilota. Adesso sono un pensionato attivo che si accomoda sulle vetturette di Massimo Chiodini e Andrea Viola, due dei miei nipoti già grandicelli. Il terzo, pardon la terza, è una graziosa femminuccia di nome Arianna e sorella di Andrea, diciannovenne non ancora abilitata per mettersi al volante, pedalatrice come il vecchio cronista che a giorni alterni si avvale di una bici da donna targata Fondriest.  Sono confidenze che non interessano il lettore, ma per completare un quadro per così dire familiare, lasciatemi aggiungere che in opposizione al dilagare dei computer, mi avvalgo di tre portatili, tre macchinette che non mi hanno mai tradito, una di marca tedesca, le altre due italiane. Le mie preferenze sono per un’Ol...

Ennio Vanotti: «Vicino al capitano fino all'ultimo»

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di CHRISTIAN GIORDANO © in esclusiva per RAINBOW SPORTS BOOKS © Gregario dentro, fino all’ultimo.  E non potreste fargli complimento migliore. Ennio Vanotti ha il cuore grande come le sue montagne bergamasche. S’intuisce già dalle indicazioni che mi dà per raggiungerlo a casa sua, un piovigginoso pomeriggio di febbraio che sul far della sera vira forte sul nevischio.  «Non verso la Roncola», m’avverte al telefono per non farmi sbagliare strada, come invece puntualmente faccio salendo fino in centro di San Bartolomeo, l’Almenno sbagliato.  Ennio Vanotti è stato, «fino all’ultimo», “il” gregario nel senso più compiuto e più completo del termine. Sutter, Corti, Baronchelli-Contini-Prim, Saronni, Moser, Bugno, Rominger i suoi capitani. Tutti “serviti” con impegno e dedizione, lealtà e generosità a volte ai limiti dell’autolesionismo: perfino quel Moserone da cui, per quasi tutta la carriera, non aveva voluto saperne di andare perché il Cecco, con i suoi dome...