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Visualizzazione dei post da maggio, 2017

Dumoulin, primo olandese a Milano

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Un Giro storico, quello del centenario, e con un epilogo inedito. L'ha vinto il 26enne Tom Dumoulin, primo olandese in rosa a Milano, per la 76esima volta arrivo finale. Complimenti al direttore Vegni, per la bellezza e la completezza del tracciato. E complimentissimi ai corridori che l'hanno esaltato regalando spettacolo per tre settimane, 3609,1 km e in 15 regioni. La corsa rosa s'è decisa negli ultimi 29,3 km a cromometro, dall'autodromo di Monza a Piazza Duomo, vinti da un altro olandese, Jos van Emden, con 15" sull'amico e vicino di casa Dumoulin e 27" su Manuel Quinziato, campione italiano della specialità. Dumoulin era il favorito della crono, e tra i favoriti del Giro. La maglia rosa Quintana aveva 53" di vantaggio, ne ha persi 84 e con quelli il primato ma non il podio, dove è sceso di un gradino Nibali, ha chiuso a 1'09" all'arrivo e a 40" nella generale. Lo Squalo non tradisce mai: nono podio, il qu

Giro 1987 - Argentin, quasi un addio

di MARIO FOSSATI la Repubblica,  28 maggio 1987 TERMINILLO - Jean Claude Bagot, primo al Terminillo davanti a Schepers, belga. Gli altri - grandi, presunti tali e pretendenti ad esserlo - in seminata. Roche e Visentini, i due nemici, che viaggiano in accordo perfetto, hanno fatto sapientemente il gioco. E' partito Roche, in una ben determinata fase della corsa, su quel piano inclinato che era la salita terminale. E' tornato sotto Visentini ma al traino. Roche ha chiesto a Visentini se non fosse il caso di forzare l'andatura: Visentini gli ha risposto che stava bene così. E Roche si è adeguato.  Il vecchio adagio che vuole che i due cacciatori prima stendano l' orso e poi la facciano a cazzotti per dividersene la pelle è stato rispettato. Due orsi e grossi sono stati gravemente impallinati: Saronni, che, lo dice pure Moser, si è preoccupato di limitare i danni (comunque, due minuti di ritardo da Roche-Visentini) nonché Argentin. Il campione del mondo ha chiuso

L’intervento agli occhi e la nuova vita di Zakarin

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QUINTO A 1'15" Stop alle lenti in corsa: il russo ha superato i problemi in discesa. Nuova posizione in sella: «Top 3, si può» di ANDREA BERTON, Gazzetta dello Sport, 28 maggio 2017 Chiari limiti nella guida della bici gli avevano fi­nora impedito di dimo­strare fino in fondo il proprio valore nelle grandi gare a tap­pe. Ilnur Zakarin aveva la ma­glia rosa in pugno durante la crono del Chianti, un anno fa, quando per una terribile caduta scivolò dal secondo all’11° po­sto in classifica . Per non parlare del volo da brividi a due tappe dalla fine, nella discesa del Col­ le dell’Agnello, quando occupa­va la quinta posizione della ge­nerale ad appena 7" da Nibali , che poi avrebbe vinto il Giro. Mancavano due tappe e Zakarin si ritirò con una clavi­cola fratturata. Tanta sfortuna, ma anche problemi nella conduzione del mezzo.  Anche per questo il 27enne russo lo scorso inverno si è sottoposto a un intervento di chirurgia refrattiva, per ri­ durre la miopia ch

Dumoulin è il suo giorno «Devo pensare soltanto a me»

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QUARTO A 53”  «Mi sono ammazzato... ma ora la strada spiana». Il segreto dei tubolari in grafene di Ciro Scognamiglio - INVIATO AD ASIAGO, Gazzetta dello Sport, 28 maggio 2017 @cirogazzetta Nell’area recintata del po­dio si è steso al suolo per l’immane fatica accumu­lata. Letteralmente, non per modo di dire. Dumoulin confermerà quasi subito l’impressione visiva: «Mi sono ammazzato». Questo è uno dei classici casi in cui l’ap­parenza inganna: il 26enne olandese della Sunweb venerdì aveva perso la rosa e ieri è sceso fino al quarto posto della genera­le, ma con il bonus virtuale della crono di oggi lo si può considera­re il favorito per la vittoria finale. Lo sguardo tradi­sce una certa fidu­cia, anche se le parole sono ben più caute. Ci sta, per chi non ha mai vin­to un grande giro e neppure è ancora salito sul podio: «Ho delle possibilità, ma dopo una settimana così du­ra in montagna, può accadere di tutto. Non devo pensare ai di­stacchi ma restare concen­t

Pinot, il feeling con la crono nato a Milano

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TERZO A 43"  Ieri il trionfo ad Asiago. Il fratello-coach ha studiato aerodinamica al Politecnico Claudio Ghisalberti, Gazzetta dello Sport , 28 maggio 2017 INVIATO AD ASIAGO «Mai andato così forte in vita mia. Molto più che al Tour 2014 (finì terzo alle spalle di Nibali e Peraud, ndr ). Non c’è dubbio. Lo dicono i dati di potenza rilevati dal misu­ratore e lo dicono le velocità». Chi parla è Thibaut Pinot. Il francese fino a Ortisei sembrava fuori dai giochi per la vittoria fi­nale. Pagava la crono del Sa­grantino e la giornata nero sullo Stelvio . Poi con arguzia e tante gam­be, tra Ortisei e Piancavallo, ha saputo rientrare . E oggi il campione nazio­nale di specialità è la più grande in­cognita nella lotta per la maglia rosa. A sensazione, guardandolo negli occhi, pare il più fresco. E oggi lo attende una prova con la quale ha un buon feeling. Un fee­ling nato un paio d’anni fa quan­do Pinot capì che per puntare al­la classifica dei grandi giri dove­va

Nibali, forza! L’Italia spera «Ho nel cuore un trionfo così»

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SECONDO A 39" È arrivato pure il principe del Bahrain Il siciliano sceglie il 55 come moltiplica Ciro Scognamiglio, INVIATO AD ASIAGO - Gazzetta dello Sport, 28 maggio 2017 @cirogazzetta «Nel cuore mio, la cosa più bella è cercare di salire sul  più alto  gradino del podio. Però, ragaz­zi, fosse sempre facile...».  Alle spalle, Vincenzo Nibali ha una carriera lunga e onoratissima, eppure una cosa così doveva ancora capitargli: affrontare una crono decisiva l’ultimo giorno da secondo della classe a 39” dalla rosa. Quindi con la teorica possibi­lità di vincere. Ma anche con soli 4” sul terzo, 14” sul quarto che è il miglior crono­man, 36” sul quinto: quindi la teorica possibilità di finire giù dal po­dio su cui è sempre sa­lito nelle ultime quattro par­tecipazioni (3° nel 2010, 2° nel 2011, 1° nel 2013 e nel 2016). LIVELLO  «In questo Giro il livel­lo è altissimo — riflet­te ad alta voce lo Squalo — , più degli ultimi Tour. Non so se ve­dete le medie delle salite e

Quintana rischia «Serve la miglior crono della mia vita»

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LA MAGLIA ROSA Nairo Quintana, colombiano, 27 anni, re del Giro 2014 e della Vuelta 2016. Al Giro 100, ha trionfato sul Blockhaus, ma ceduto 2’53’’ nella crono del Sagrantino a Dumoulin Deve respingere l’assalto finale: «Non ho paura, 53” su Tom possono bastare» di Claudio Ghisalberti - INVIATO AD ASIAGO, Gazzetta dello Sport , 28 maggio 2017  Pronuncia a caldo queste parole e il suo sguardo di solito imperscrutabile si scioglie in un sorriso: «¡Mejor esto que nada!». «Meglio che niente». Nairo Quintana si go­de la sua maglia rosa. Sa benis­simo che la corsa non è affatto chiusa, anzi. Però sa anche che più di così era impossibile fare. Il Monte Grappa, al di là della poesia del ciclismo, era troppo lonta­no dall’arrivo. Attaccare significava andare al­lo sbaraglio. E an­che il Foza, l’ultimo GPM del Giro 100, terminava a 14 km dal traguardo. «Le abbiamo provate tutte — afferma Nairo — e questo è quello che sono riusci­to a ottenere. Nel finale for­se si poteva fare

Gimondi ’76, Moser all’Arena Quando il tic-tac ribalta tutto

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di Ciro Scognamiglio, INVIATO AD ASIAGO - Gazzetta dello Sport, 28 maggio 2017 @cirogazzetta  Un Giro d’Italia ribaltato da una prova contro il tempo all’ultimo giorno: solo tre precedenti. FELICE  È il 12 giugno 1976: so­no in tre ad essere vicinissimi. Il belga Johan De Muynck ha 25” su Felice Gimondi e 32” su Fausto Bertoglio. Ci sono due semitappe ma quella decisiva misura 28 km ed è battezzata crono della Brianza. A metà gara, il grande Felice aveva eroso appena 10” a De Muynck. Ma poi, sospinto dal tifo della folla, si era involato riuscendo a rifilare 42” a Ber­ toglio e 44” al belga, che prece­ derà di appena 19” nella gene­ rale. Così, a 33 anni e 8 mesi, vinse il suo terzo Giro d’Italia. Proprio il numero di successi che insegue Vincenzo Nibali. FRANCESCO  È il 10 giugno 1984 quando si mandò in sce­ na il capovolgimento finale più clamoroso di tutta la storia ro­ sa. Era Laurent Fignon a pre­ sentarsi in rosa all’ultimo atto, una cronometro di 42 km da S

Pinot avec panache, 4 pistoleri in 53"

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Eccoli, i due pistoleri, a ventiquattr'ore dall'OK Corral che deciderà - contro il tempo - il Giro del Centenario. Nairo Quintana e Tom Dumoulin, primo e quarto, separati da 53" nella generale, fanno i rulli defaticanti dopo la ventesima e penultima tappa, 190 km da Pordenone ad Asiago, con gli ultimi due GPM (Monte Grappa e l'inedito Foza) prima della crono finale. Fino ad Asiago, che riabbracciava il Giro dopo 19 anni, è stato sempre spettacolo: ai -23 accende la bagarre Vincenzo Nibali, gli vanno dietro tutti i big tranne Dumoulin, quello che a cronometro va più forte di tutti. La maglia rosa Quintana, e dietro di lui Thibaut Pinot, Domenico Pozzovivo e Ilnur Zakarin: tre che oltre al podio sono a caccia della prima vittoria. La conquista Pinot, all'esordio al Giro, che al traguardo mette in fila Zakarin, Nibali, Pozzovivo e Quintana, uniti come fosse una crono-squadre per guadagnare qualcosina su Dumoulin, alleato in corsa di Bob Jungels, Adam Yate

Mikel per Michele, Quintana torna rosa

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Se la meritava più di tutti, Mikel Landa Meana. Per Michele Scarponi, suo amico ed ex compagno all'Astana. Per la squadra, il Team Sky, che in quella caduta contro la moto della polizia ai piedi del Blockhaus, perse in classifica, già alla nona tappa, entrambi i suoi due co-capitani, Geraint Thomas (ritiratosi prima del via alla 13esima) e, appunto, Landa. Commoventi quegli indici al cielo per Michele; commossi, lucidi, quegli occhi di Mikel, terzo a Oropa (dietro Dumoulin e Zakarin), secondo a Bormio (dopo Nibali) e, un giorno fa, a Ortisei (alle spalle di Van Garderen). Alla diciannovesima, buona la quarta per il 27enne basco che non vinceva dal Giro del Trentino 2016 (una tappa, classifica scalatori e generale).  Piancavallo, che riabbracciava il Giro 19 anni dopo il numero di Pantani contro Alex Zulle e Pavel Tonkov, è stata però anche e soprattutto la gran giornata di Nairo Quintana, che ha sfilato la maglia rosa a Tom Dumoulin, in crisi ai meno 12 km, dop

GIRO 1987 - Tutti in fila contro Roche

di MARIO FOSSATI la Repubblica,  26 maggio 1987   MONTALCINO - L'irlandese Roche, capitano in coabitazione con Visentini della Carrera-Inoxpran, ha vestito ieri l'altro al Lido di Camaiore, in Versilia, la maglia rosa di leader. Quarantatré chilometri a squadre contro il tempo, volati a 54,468 orari, gli sono valsi l'insegna del primato. La Panasonic della maglia rosa (si fa per dire) uscente, ovvero di Breukink, ha buscato anche dalla Del Tongo-Colnago (Piasecki-Saronni), seconda: e dalla Magniflex, terza. La Gewiss-Bianchi (Argentin) era soltanto sesta, a 1' 15" dalla Carrera.  Non ci si aspettava che la reazione di Argentin esplodesse l'indomani ovvero ieri nella Camaiore-Montalcino, in una tappa discretamente lunga (208 chilometri), che poteva suggerire alle "gambe nere" una progressione, un allungo. E' stato il finale a ispirare ad Argentin la stoccata, su quella strada che porta a Montalcino, incarognita da una curva che è un dietr

Giro 100. Cima Sappada And The 1987 Giro

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https://jamesrannochcc.com/2017/05/26/cima-sappada-and-the-1987-giro/ May 26, 2017 Italy along with France and Belgium are steeped in cycling history. They are the places where it all began and the experiences of the many riders and races from there have left their mark on the population. Football has taken over as the dominant sport but cycling still has a huge following. In some areas people can watch a few top races every year without traveling to far from home, fan clubs can be joined and there are plenty of like minded folk to chat to about the sport. Being a fan of cycling in Glasgow is very different. If you mention the sport in a pub people will often look at you with confusion. When they do respond it will usually be to say “Ach they’re all on drugs anyway”, as they watch Pep Guardiola and Antonio Conte’s latest teams play each other. When they do take an interest you tend to explain things with footballing analogies. Seemingly futile breaks up the road are li

Sappada 87, Roche and Visentini famous duel

http://cyclinghistorybyfbs.blogspot.it/2013/03/sappada-87-roche-and-visentini-famous.html part I: When the Giro de Italia started in Sanremo the 21st of May, 1987 , it was clear that team Carrera had a problem with Visentini and Roche. The first one was the former winner of the corsa rosa  had no results in the season , and Roche had won Romandía and Valencia with good results in all the races he had taken part. Besides that, Visentini was saying that Roche was focusing in the Tour and that he would help Roche in the French race ... Roche knew that Visentini had booked vacations in a cruise for July. Vincenzo Torriani had designed a tougher Giro in comparison with the previous years . There were important climbs, such as Pila, Marmolada, Pordoi, Terminillo, San Marco or Bondone . So this time the winner should be a more complete rider . And what about the participation? There were three very strong teams , and it was supposed that the winner would be one of their c

A Sappada il tradimento di Roche a Visentini

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http://corrierealpi.gelocal.it/sport/2013/04/21/news/a-sappada-il-tradimento-di-roche-a-visentini-1.6929495 L’irlandese tradì le direttive della Carrera e all’arrivo scoppiò un finimondo di Giovanni Viel Corriere delle Alpi, 21 aprile 2013 BELLUNO. La strategia di Sappada per il suo sviluppo e affermazione turistici passa nella scelta di ospitare grandi eventi sportivi legati al territorio. Nel 1986 aveva riannodato i fili con la tradizione dello sci di fondo, organizzando gli “assoluti”, entrati nella storia per essere stati caratterizzati e disputati sotto e sopra metri di neve, marchiati dalle imprese di Maurilio De Zolt. Nel 1987 ecco una tappa di Coppa Europa, anche per preparare la gamba ai giovani “camosci”, guidati da Silvio Fauner, che andranno alla caccia di medaglie iridate prima ad Asiago poi a Saalfelden, impostando l’arrivo della Coppa del mondo, con l’edizione del 1994 che non solo battezzò l’esordio di Pietro Piller Cottrer, ma stupì il mondo per c

Lite furiosa fra Visentini e Roche

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http://corrierealpi.gelocal.it/sport/2011/05/08/news/lite-furiosa-fra-visentini-e-roche-1.963397 IL LEADER DELLA CARRERA MINACCIA DI ESCLUDERLO, MA NELLA SAPPADA-CANAZEI CROLLA NUOVAMENTE Corriere delle Alpi , 8 maggio 2011 Durante la Jesolo-Sappada l'irlandese attacca il suo capitano e va in rosa BELLUNO - Una delle più controverse edizioni della centenaria storia del Giro d'Italia si decide sulle strade della provincia di Belluno. È il 1987 e in maglia rosa c'è il vincitore dell'anno precedente, Roberto Visentini, capitano della Carrera, che ha strappato il simbolo del primato al compagno, l'irlandese Stephen Roche.  Roche era stata la rivelazione della corsa, ed era in rosa prima della crono da Rimini a San Marino. Il primo, clamoroso, colpo di scena accade nella Lido di Jesolo - Sappada del 6 giugno. È vero che la frazione è lunga 224 chilometri, ma è altrettanto vero che tutti guardano al tappone dolomitico del giorno successivo.  Roc

La prima di Van Garderen, Dumoulin rosa-shocking

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Amore mai ricambiato, quello di Tejay Van Garderen per i grandi Giri. Ha cercato di trasformarsi in uomo da classifica generale, ma il suo miglior risultato sono due quinti posti al Tour de France: nel 2012 e nel 2014, poi solo cadute e delusioni, soprattutto nella terza settimana. A quasi ventinove anni (li compirà il 12 agosto), tanta passione è stata finalmente premiata; al debutto al Giro d'Italia, vittoria allo sprint sul generosissimo Mikel Landa Meana nel tappone dolomitico: da Moena ai 1219 metri di Ortisei con 5 GPM in 137 km: Pordoi, Valparola, Gardena, Pinei e arrivo in quota sul Pontives. Per Landa, invece, è il terzo podio in tre tapponi dopo il terzo posto di sabato a Oropa dietro Tom Dumoulin e Ilnur Zakarin e il secondo di martedì a Bormio alle spalle dell'ex compagno Vincenzo Nibali. Sul palco premiazioni l'espressione, triste, del basco dice tutto, anche quello che in tv si vorrebbe ma non si può dire. La corsa vera intanto è sempre più di

I gioielli dello Squalo

Dalle Tre Cime al miracolo Risoul Ha incantato così Ciro Scognamiglio, La Gazzetta dello Sport, 25 maggio 2017 INVIATO A CANAZEI  @cirogazzetta Per la galleria dei capola­vori di Enzo lo spazio non basta mai, ma il posto si trova sempre. Come per l’im­ presa di Bormio che ha stuzzi­ cato il gioco dei paragoni con alcune delle perle che Nibali ha già infilato in una carriera da fuoriclasse. Scelte e preferenze sono soggettive per definizio­ ne: noi ci limitiamo a ricordare quattro date­simbolo. Quattro pietre­miliari. Quattro giorni da ricordare per sempre. 25 MAGGIO 2013 GIRO, TRE CIME DI LAVAREDO Oggi sono quattro anni esatti. Lo Squalo si sta avviando a vincere il primo Giro d’Italia, dopo ave­ re schiantato un Bradley Wig­ gins presentatosi al via di Napo­ li da re del Tour in carica. Il van­ taggio in classifica è buono, Ni­ bali due giorni prima aveva vinto in rosa la cronoscalata della Polsa ma quello che gli mancava era un’impresa solita­ ria in montagna in

Rolland, 219 km sotto il cielo

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Doveva essere una tappa interlocutoria, la 17esima, stretta fra il tappone di Bormio e quello di Ortisei. Al Giro del centenario però tappe interlocutorie non esistono: e così anche la Tirano-Canazei di 219 km, la terza frazione consecutiva oltre i 200 chilometri, è diventata bella tosta. Colpa della fuga scattata sin dal via con Pierre Rolland, lo scalatore francese che ama al tal punto l'Italia e il suo Giro da anteporlo al Tour, dove ha vinto due tappe: lui il primo francese a vincere all'Alpe d'Huez venticinque anni dopo Bernard Hinault (e prima di Christophe Riblon nel 2011 e Thibaut Pinot nel 2015). Bravo e furbo Rolland a farsi riprendere dal gruppetto, e poi a infilarlo scattando ai meno 8. Il primo successo francese a questo Giro (tre anni dopo Nacer Bouhanni) arriva così a sessant'anni esatti da quello di un altro Rolland francese, il solo omonimo Antonin, che il 24 maggio 1957 vinse la Terni-Pescara di 221 km.  Il gruppo dei big ha lasciat