Lite furiosa fra Visentini e Roche



IL LEADER DELLA CARRERA MINACCIA DI ESCLUDERLO, MA NELLA SAPPADA-CANAZEI CROLLA NUOVAMENTE

Corriere delle Alpi, 8 maggio 2011

Durante la Jesolo-Sappada l'irlandese attacca il suo capitano e va in rosa

BELLUNO - Una delle più controverse edizioni della centenaria storia del Giro d'Italia si decide sulle strade della provincia di Belluno. È il 1987 e in maglia rosa c'è il vincitore dell'anno precedente, Roberto Visentini, capitano della Carrera, che ha strappato il simbolo del primato al compagno, l'irlandese Stephen Roche. 

Roche era stata la rivelazione della corsa, ed era in rosa prima della crono da Rimini a San Marino. Il primo, clamoroso, colpo di scena accade nella Lido di Jesolo - Sappada del 6 giugno. È vero che la frazione è lunga 224 chilometri, ma è altrettanto vero che tutti guardano al tappone dolomitico del giorno successivo. 

Roche, invece, attacca l'italiano Visentini lungo la discesa da Forcella di Monte Rest. Il primo tentativo dell'irlandese viene rintuzzato. Tuttavia, non passano che pochi chilometri che Roche attacca di nuovo, questa volta con Bernard. Visentini, che porta i gradi di capitano della Carrera, rapidamente si trova con oltre un minuto di ritardo, va su tutte le furie, si dimentica di mangiare e quando la strada sale verso Sappada, si pianta letteralmente. 

Indimenticabili le riprese dell'elicottero RAI che lo "cercano" tra gli abeti. La maglia rosa è in gravissimo ritardo e giunge al traguardo di Sappada, nella tappa vinta dall'olandese Johan van der Velde, con quasi 6' di distacco, ritrovandosi in classifica a 3'14" dal compagno di squadra. Apriti cielo, si scatena una polemica tremenda. 

Visentini attacca Roche e minaccia di farlo escludere dal team, il belga Eddy Schepers, uomo della Carrera, si schiera con l'irlandese. L'Italia sportiva, invece, prende le difese del bresciano, unico italiano a quel Giro con ambizioni di vittoria. Roche subisce pressioni e minacce. Il tutto alla vigilia del tappone dolomitico, la Sappada - Canazei di 211 chilometri, con Monte Croce, Gardena, Sella, Pordoi e Fedaia. 

Il vincitore di Sappada, Johan Van der Velde, va nuovamente in fuga e arriva da solo a Canazei. Lungo i tornanti ai piedi della Marmolada, il Giro passa tra due muri di folla, la strada è un catino ribollente, Visentini, consumato dalle polemiche, prova ad attaccare, ma poi crolla, sebbene dall'ammiraglia il diesse Boifava l'abbia rassicurato, per la Carrera è ancora lui il capitano. 

Roche è il vero leader della corsa, qualcuno non ci sta e sul Fedaia un pugno sfiora il figlio d'Irlanda. Roche trova un'alleanza trasversale negli uomini della Panasonic, nello scozzese Robert Millar e nell'australiano Phil Anderson. Al traguardo è chiaro che il settantesimo Giro d'Italia parlerà inglese. Così sarà, perché Roche vincerà anche la crono conclusiva e a Saint-Vincent precederà in classifica Robert Millar e l'olandese Erik Breukink.

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