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Visualizzazione dei post da gennaio 3, 2017

L'insostenibile differenza tra Wenger e Conte

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Ecco, se c'è un'istantanea che meglio fotografi le diverse filosofia e organizzazione di Conte e Wenger, quella dell'1-0 del Bournemouth assolve allo scopo.  Un gol così, una squadra davvero "di Conte" difficilmente lo avrebbe preso. Lui che dal mago alsaziano era stato a studiare - a proprie spese - quando Antonio era ancora un aspirante (grande) allenatore. Sullo 0-0, dimenticato da un Bellerin del tutto fuori posizione, Charlie Davis si sbracciava liberissimo a chieder palla come non capita nemmeno fra gli amatori. Bravissimo Stanislas a pescarlo, e ancora di più Davis per controllo-finta-rientro-e-tiro. Con Pochettino da una parte e Conte dall'altra situazioni così difficilmente ne vedremo nel derby londinese che chiuderà la ventesima di Premier: al White Hart Lane il Chelsea capolista cerca contro il Tottenham la quattordicesima vittoria consecutiva. Una striscia iniziata, guarda un po', dopo la sconfitta all'Emirates contro l'Arsenal...

La luna nel Pep

Per uno abituato a pretendere la luna, da se stesso prima ancora che dai propri dirigenti, giocatori e collaboratori, il pericolo (di pancia piena) pare non sussistere. Ma proprio perché sembra tutto apparecchiato per fargli eguagliare il record di 14 vittorie consecutive in Premier - primato stabilito dall'Arsenal 2001/2002 - Antonio Conte deve stare attento a non fare indigestione. Il sempre più "suo" Chelsea è atteso dal compito più difficile della 20esima giornata spalmata su tre giorni: il derby londinese al White Hart Lane con gli Spurs. L'occasione però è troppo ghiotta: vincendo andrebbe a +13 su dirette concorrenti comeTottenham (secondo un anno fa) e lo United, che ha espugnato a fatica (severa espulsione di Feghouli e gol della staffa in offisde) l'Olympic Stadium del West Ham. Per Mou è la sesta vittoria in fila in campionato. Non solo: con l'Arsenal in campo il giorno prima a Bournemouth, la capolista allungherebbe a +8 sulla seconda, il Liverpoo...

Giannis Antetokounmpo: The Most Intriguing Point Guard In NBA History

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https://www.si.com/nba/2017/01/03/giannis-antetokounmpo-milwaukee-bucks-greek-freak-jason-kidd The Bucks have handed the reins to the ridiculously athletic 6'11" Giannis Antetokounmpo, making him the tallest—and most intriguing—point guard in NBA history. LEE JENKINS JAN 3, 2017 This story appears in the Jan. 9, 2017 issue of SPORTS ILLUSTRATED.  On the worst nights, when the fadeaways are short and the pocket passes are late, Giannis Antetokounmpo skips the showers. He storms out of the Bradley Center in full uniform, from home locker room to player parking lot, and hops into the black Explorer the local Ford dealer lent him. He turns right on North 4th Street in downtown Milwaukee, steers toward the Hoan Bridge and continues six miles south to the Catholic seminary in St. Francis, where the priests pray and the Bucks train and The Freak dispenses his rage . Alone, Antetokounmpo reenacts the game he just played, every shot he clanked and every read he missed. Sometimes, he l...

Cinque cose da sapere sul fisico di LeBron James

https://www.cinquecosebelle.it/cinque-cose-sapere-sul-fisico-lebron-james/ di Ermanno “Scrip” Ferretti  Le misure Tutti i dati del corpo del Re   Il 29 ottobre 2003, a neppure 19 anni, esordì nella NBA. Era relativamente esile, oltre che giovanissimo e inesperto. Non gli ci è voluto molto, però, per capire come funzionavano le cose nella lega e per mettersi a lavorare sul proprio fisico.  Oggi misura 2,03 metri di statura per 108 chili di peso. La circonferenza del petto è di 117 centimetri, quella dei bicipiti di 43, il girovita di 91,5. Di scarpe porta il 48 della misura europea; in quella americana il 15. Gli allenamenti Il lavoro di Mike Mancias, il trainer personale Ma come ha fatto a mettere su quella massa muscolare pur mantenendo un’agilità che solo chi pesa venti chili meno di lui riesce a esibire sul parquet? Di sicuro c’è voluto molto lavoro, ma anche una ottima predisposizione genetica. E un allenamento ad hoc. Un allenamento che il pubblico conos...

“Que viva El Trinche”

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https://www.facebook.com/storiedifigurine/photos/a.519846861515555.1073741828.519845174849057/701295443370695/?type=3&theater Storia di Tomás Carlovich, che non volle essere Maradona “Carlovich fu uno di quei ragazzi di quartiere che, da quando sono nati, hanno come unico giocattolo la palla. Tra lui e la palla c’era un rapporto molto forte. La tecnica che aveva lo rendeva un giocatore completamente differente. Era impressionante vederlo accarezzare la palla, giocare, dribblare. Certamente durante la sua carriera non trovò risorse fisiche che si abbinassero a tutte le qualità tecniche che aveva. Inoltre, sfortunatamente, nemmeno ebbe qualcuno che lo guidasse o comprendesse.” “È un peccato, perché Carlovich era destinato ad essere uno dei giocatori più importanti del calcio argentino. Mi ricordo che lo vidi giocare un una selezione di Rosario contro la squadra argentina e fu il miglior uomo in campo. E dire che, tra i molti rivali, c’erano mostri come Miguel Brind...

AJAX-LIVERPOOL 1966: LA PARTITA DELLA NEBBIA

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http://www.mondofutbol.com/ajax-liverpool-1966-nebbia-coppa-dei-campioni/ di ALEC CORDOLCINI, MondoFutbol.com Un rantolo, poi il silenzio. Zeist, con i suoi boschi umidi e brumosi, aveva colpito ancora. Un freddo che scavava dentro ossa e lamiere. La sera del 7 dicembre 1966 la vittima era la Citroën DS grigia di Sjaak Swart. Ferma nel parcheggio dello Sportpark di Zeist, punto di ritrovo degli ajacidi prima della partita. Niente bus della squadra all’epoca, ognuno con il proprio mezzo, magari condiviso. Con Swart c’erano Henk Groot, Klaas Nuninga e il 19enne Johan Cruijff. L’unica opzione era quella di scendere dall’auto e spingere, perché l’Olympisch Stadion di Amsterdam distava 38 chilometri in linea d’aria e una cinquantina scarsa su strada. Dopo mezz’ora di panico e sudore, la Citroën DS si rimise in moto. Swart era abituato a correre in campo, ma anche in auto se la cavava e, nonostante Amsterdam si trovasse avvolta in una nebbia che quattordici anni dopo si sa...