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Visualizzazione dei post da aprile 8, 2018

Goolaerts, l'Inferno del Nord è in terra

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"L'Inferno del Nord". Cento anni fa, così il campione francese Eugène Christophe descrisse quel macabro teatro di desolazione figlio della Grande Guerra, appena conclusa. E così la regina delle classiche è passata alla storia. Oggi, quella che doveva essere soltanto una meravigliosa, drammatica pagina di Sport - l'impresa di Peter Sagan primo al veldoromo di Roubaix in maglia iridata - è diventata la tragica certezza che l'Inferno del Nord è in terra. Michael Goolaerts non ce l'ha fatta. Il 23enne belga, professionista dal 2014 con la Veranda's Willems, caduto per arresto cardiaco a 148 km dall'arrivo, era stato rianimato col defibrillatore, intubato ed eli-trasportato al Centro ospedaliero regionale universitario di Lille. Lì, alle alle 22.40, il decesso "per arresto cardiorespiratorio". Lo ha comunicato lo stesso team, che ha chiesto il massimo riserbo nel rispetto del ragazzo e dei suoi cari.  Da stagista alla Lotto Souda

Fai buon viaggio Michael

https://www.facebook.com/martinello.silvio?hc_ref=ART72fU-eFx2WtXlhNtLq5mH5UcCVlQLzMkLm9uaPbwQm32IILpeSwuDk7F47f1CTAs&fref=nf di Silvio Martinello, Rai Sport Mi trovo all’aeroporto di Bruxelles, ed ho voglia di scrivere qualcosa, al termine di una giornata intensa, che mi ha trasmesso emozioni contrapposte. È molto gratificante trovarsi nel mio ruolo, avere il privilegio di raccontare eventi sportivi di tale livello. La Parigi Roubaix non ha deluso le attese, spettacolo vero, per uomini duri, che non si sono risparmiati. La sfida è diventata un testa a testa tra i grandi, quando mancavano ancora tanti km al traguardo. Tante cadutepurtroppo, ma soprattutto una sta creando preoccupazione.  Mancavano circa 150 km al traguardo e dalla regia arriva nel monitor in postazione, l’immagine di un corridore esanime a terra, dobbiamo attendere le prime informazioni ufficiali per saperne di più. Arrivano finalmente, e non sono buone. Il suo nome Michael Goolaerts, radio corsa

Roubaix 2018, la "connerie" di Sagan e Goolaerts

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Sarà pure una "connerie" - copyright di Bernard Hinault intraducibile in tv - ma ci sarà un perché se l'ultimo a vincerla in maglia iridata era stato lui, nel 1981. Al quarto, e penultimo, tentativo. Prima di lui solo gli altri fuoriclasse Van Looy '61-62 e Merckx '68 e Moser '78. Trentasette primavere dopo il Tasso, ci è riuscito il più grande della nostra epoca. L'unico nella storia con indosso l'arcobaleno per tre anni in fila.  Nella settimana delle polemiche post-Fiandre, su tutti il Monsiuer Roubaix moderno Tom Boonen, Peter Sagan ha risposto à la Sagan : ai -54 km e con ancora 11 settori di pavé, andando a prendere i quattro battistrada.  Solo lo stoico Silvan Dillier, campione di Svizzera (nel 2017 anche una tappa al Giro e argento nella cronosquadre mondiale a Bergen), in fuga dal mattino, è riuscito a non perderne la ruota. Anzi, oltre a non negargli cambi, ha preso in testa la volata nel Velodromo più famoso al mondo. Lì, però,