Goolaerts, l'Inferno del Nord è in terra


"L'Inferno del Nord". Cento anni fa, così il campione francese Eugène Christophe descrisse quel macabro teatro di desolazione figlio della Grande Guerra, appena conclusa. E così la regina delle classiche è passata alla storia.

Oggi, quella che doveva essere soltanto una meravigliosa, drammatica pagina di Sport - l'impresa di Peter Sagan primo al veldoromo di Roubaix in maglia iridata - è diventata la tragica certezza che l'Inferno del Nord è in terra. Michael Goolaerts non ce l'ha fatta.

Il 23enne belga, professionista dal 2014 con la Veranda's Willems, caduto per arresto cardiaco a 148 km dall'arrivo, era stato rianimato col defibrillatore, intubato ed eli-trasportato al Centro ospedaliero regionale universitario di Lille. Lì, alle alle 22.40, il decesso "per arresto cardiorespiratorio". Lo ha comunicato lo stesso team, che ha chiesto il massimo riserbo nel rispetto del ragazzo e dei suoi cari. 

Da stagista alla Lotto Soudal nel 2016, nella prima tappa del Tour du Loir-et-Cher, aveva colto la sua unica vittoria. 

Alla sua prima Roubaix, correva in appoggio a Wout Van Aert, iridato di ciclocross che al debutto ha fatto terzo alla Strade Bianche, nono al Fiandre; e 13esimo al velodromo dove il suo neo-compagno non è mai arrivato.

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