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Visualizzazione dei post da febbraio, 2017

Leicester post-Ranieri, Bardo alle ciance

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Niente battute su un successore che si chiama Shakespeare, troppo facile. Ma il canovaccio, quello sì, è stato degno del grande Bardo. Jamie Vardy e Daniel Drinkwater, da signor nessuno a uomini-simbolo del miracolo-Leicester campione un anno fa, hanno firmato il primo successo Foxes dell'era post-Ranieri. Con il suo centravanti il Leicester ha trovato il primo gol in Premier del 2017, e dopo ben 637 minuti. Drinkwater e poi lo stesso Vardy hanno chiuso il Monday Night in cui il peggior Liverpool della stagione è entrato solo dal 68' col gol di Coutinho. Prima e dopo, solo Leicester che sul tre a zero ha ricordato così il condottiero appena perduto. Tutti con la maschera di "King" Claudio nel prepartita, poi la squadra è tornata come d'incanto quella di un anno fa. Feroce a recuperar palla e via in campo aperto, poi tutti uniti davanti a Schmeichel, tornato il vero Schemichel davanti a papà. Possibile fosse tutta colpa sua, del Sor Claudio? Lo show col Liverpo

Silvano Davo

http://www.museociclismo.it/content/articoli/10759-Silvano+Davo/index.html Nato a Manerbio (Brescia) il 26 febbraio 1945. Passista. Alto m 1,70 per kg 67. Professionista dal 1969 al 1972, senza ottenere vittorie.. Un onesto gregario che sapeva lavorare in silenzio e che ha saputo fare dell'orizzonte ciclistico, un perno di vita. Buon dilettante, con significative vittorie e pure un segmento azzurro. Purtroppo tagliato per quella "Cento chilometri a squadre", che ha dato tanti onori agli italiani, ma è pure stata la più evidente delle discipline atte a sfasciare corridori (per chi scrive, nessun rimpianto sulla sua sparizione...).  In questa specialità, Silvano Davo vinse con Bonomi, Gaetti e Re la Coppa Adriana nel 1963 e con Crepaldi, Cumino e Pella, il Trofeo delle Regioni nel 1968. A livello di corse in linea va ricordato il successo di Davo nella tappa di Sion al Giro della Valle d'Aosta del 1968. Il passaggio al professionismo avvenne nel 1969 in

Luka Modric: War Child

https://www.amazon.it/Luka-Modrić-paura-Football-Portraits-ebook/dp/B01B1NLAHG One of the world’s best midfielders had a tough upbringing in war-torn Croatia WORDS: Nick Bidwell World Soccer , march 2017 Real Madrid and Croatia midfield ace Luka Modric is unlikely to ever be heard echoing the words of late, great Liverpool manager Bill Shankly about life, death and the importance of football. As a child of the Croatian War of Independence his formative years were stained with suffering, and as a result he has always focused on the big picture – the world beyond the wealth, status and glittering prizes of his chosen profession.  While a competitor from head to toe, Modric is an individual of sound perspective; never being discouraged by failure or setback, always taking success in his stride. Now in his fifth season in Spain, he has certainly enjoyed his time at the Bernabéu, where he is much appreciated for his scintillating approach play and where he has twice wo

Luka Modric - Timeline

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https://www.amazon.it/Luka-Modrić-paura-Football-Portraits-ebook/dp/B01B1NLAHG by World Soccer magazine, March 2017 MAY 27, 2005 On loan at Inter Zapresic, a 3-3 draw at Rijeka means they are league runners-up. MAR 1, 2006 Makes his debut for Croatia in a 3-2 friendly win against Argentina in Basle. MAY 5, 2006 A 1-0 win over Osijek secures the title in his first full season at Dinamo Zagreb. AUG 16 , 2006 Scores his first goal for Croatia in a 2-0 win against Italy in Livorno. OCT 4, 2007 Scores in a 3-2 win at Ajax as Dinamo Zagreb qualify for the UEFA Cup group stage. MAY 14, 2008 In his last game for Dinamo Zagreb, completes a second successive double with victory over Hajduk Split in the Croatian Cup Final. JUN 20, 2008 Misses Croatia’s first spot-kick in the penalty shoot-out against Turkey as they lose in the quarter-finals of Euro 2008. AUG 16 , 2008 After signing for Tottenham Hotspur, his Premier League debut ends with a

Ranieri ciao, fine della favola

Claudio Ranieri non è più l'allenatore del Leicester City campione d'Inghilterra. Centotrentatré anni spazzati via nove mesi dopo averli sublimati con l'unico titolo della propria storia.  E' il mancato lieto fine della favola lunga una stagione, e forse irripetibile. A sorprendere davvero però è solo il momento, non l'esonero in sé. «La decisione più difficile», parola del vicepresidente Aiyawatt Srivaddhanaprabh, nei sette anni da quando il club è diventato di proprietà della King Power, non a caso anche nome-sponsor dello stadio. Se a fine febbraio non hai ancora segnato un gol in campionato nell'anno nuovo, e sempre in Premier League vieni da cinque sconfitte consecutive, il tuo destino è segnato. Si trattava solo di sapere quando, non se. Per i media inglesi, sembrava coincidere con il 12 febbraio in caso di sconfitta a Swansea, scontro diretto per la salvezza, poi puntualmente arrivata; ma alla vigilia del replay del quarto turno di FA Cup,

Wayne Rooney: China or no China, as far as his legacy is concerned, he is done

https://www.theguardian.com/football/2017/feb/23/wayne-rooney-manchester-united-china-legacy-done?CMP=fb_a-football_b-gdnfootball di JONATHAN WILSON, The Guardian What seems remarkable now is how uncontroversial the issue of Wayne Rooney’s departure from Manchester United has come to feel. This is, after all, a player who started United’s first five league games of the season, a run of games that suggested he was a first-choice. Perhaps José Mourinho really did see him as such, or maybe he was playing a clever political game, but either way Rooney has faded to the extent that the suggestion he will start Sunday’s EFL Cup final on the bench provokes little comment. There is always a tendency to portray Mourinho as a great Machiavellian spider, forever spinning his webs of intrigue, never doing anything without some ulterior motive, but if his aim this season was to prove that Rooney is not good enough for a place in the first team and to shuffle him without fuss out

Shiffrin, la Mozart sugli sci

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di SIMONE BASSO, Il Giornale del Popolo 18 febbraio 2017 L'epilogo iridato di St Moritz viene affidato, nel fine settimana, ai pali stretti dello Speciale. Lo Slalom femminile di oggidì, nemmeno fosse la normalità, offre - da più di tre anni - un pronostico scontato: dipenderà quasi esclusivamente dalle lune di Mikaela Shiffrin, la regina della disciplina. Ventidue anni il prossimo 13 marzo, l'americana sta riscrivendo la storia dello sci alpino moderno, aggiornando primati che parevano imbattibili. Con l'infortunio di Lara Gut, Shiffrin vede anche la prima Coppa del Mondo della carriera: dopo l'argento di giovedì nel Gigante, un oro confermerebbe che siamo entrati nella sua era. Sarebbe il quarto consecutivo in uno Slalom di un evento internazionale. Una roba mai vista prima: Wendy Holdener, le (ex) cecoslovacche, Frida Hansdotter sembrano sfidare un'aliena, più che una (giovane) collega.  Mikaela è la secondogenita di Eileen e Jeff: gli Shiffr

Il tris di Gianni Bugno al Giro dell'Appennino

http://www.museociclismo.it/content/articoli/5909-Il+tris+di+Gianni+Bugno+al+Giro+dell%27Appennino/index.html Gianni Bugno debuttò tra i professionisti nel settembre 1985 compiendo l'impresa di conquistare il primo posto al Giro dell'Appennino per ben tre anni consecutivi tra il 1986 e il 1988. Sempre all'Appennino conquistò anche due secondi posti (nel 1989 quando perse il campionato italiano, battuto al fotofinish da Argentin e nel 1991 battuto da Dirk De Wolf) nelle sue otto partecipazioni tra il 1986 e il 1996. Vanta in carriera 75 vittorie da professionista, tra le quali spiccano due Campionati Mondiali (ai quali ha partecipato ben 11 volte) un Giro d'Italia (in maglia rosa dalla prima all'ultima tappa), tappe in tutte le grandi corse a tappe (9 al Giro, 5 al Tour - due all'Alpe d'Huez - 2 alla Vuelta e una al Giro della Svizzera). Ha vinto inoltre la Milano-Sanremo, il Giro delle Fiandre, la Classica San Sebastian e due titoli di Campione Italiano

Le vittorie di Gianni Bugno

http://www.museociclismo.it/content/articoli/1677-Le+vittorie+di+Gianni+Bugno/index.html Già nelle categorie giovanili, Bugno si mette in mostra con ottime prestazioni nelle corse di un giorno, evidenziando ottime potenzialità come finisseur: tra le vittorie più altisonanti il GP Liberazione, il Trofeo Santa Rita e la Targa Città di Varese. Ma è tra i professionisti che riesce ad esprimersi al meglio. Fa l'esordio tra i "big" nel 1985 a soli 21 anni con l'Atala, suscita subito impressioni positive fra gli addetti ai lavori e nel 1986 arrivano le prime vittorie: si impone al Giro dell'Appennino, al Giro del Friuli e al Giro del Piemonte, evidenziando da subito la classe, l'eleganza e la perfezione di pedalata nonostante le situazioni di fatica, ma anche e soprattutto la potenza sia sul passo che in salita. Nel 1987 prosegue la sua costante crescita, rivince l'Appennino, gara per scalatori puri (lui che scalatore puro non è, eppure già a suo agio sulle sa

Storia di Gianni Bugno

http://www.museociclismo.it/content/articoli/376-Storia+di+Gianni+Bugno/index.html Gianni Bugno inizia la sua carriera ciclistica a 14 anni. Vince subito centrando traguardi prestigiosi. Da allievo conquista il Campionato italiano individuale e a squadre. Da dilettante vanno segnalati diversi successi, tra cui il Campionato italiano 2^ serie (1983) e, soprattutto il Gran Premio della Liberazione (1985) vero trampolino di lancio al mondo dei professionisti. A settembre 1985 passa professionista nell'Atala di Franco Cribiori, grande estimatore del monzese.  Il 1986 è il vero anno del debutto con i " grandi " e Gianni ottiene tre successi significativi ( Giro dell' Appennino, davanti a Sua Eccellenza Francesco Moser, Giro del Friuli e Giro del Piemonte ).  C'è molta attesa per il comportamento di Gianni al Giro d'Italia del 1987, dal quale però si ritira alla 17^ tappa. La sua stagione è comunque positiva: vince una tappa del Giro di Trentino, rivinc

Milan - San Remo Facts

http://www.milansanremo.info/facts.htm   • Since the first edition in 1907, the only time the race has not been held was due to war in 1916, 1944 and 1945 • The greatest number of wins is 7 by Eddy Merckx (1966, 1967, 1969, 1971, 1972, 1975, 1976) • Bianchi hold the record for most team victories with 17 wins . Lucien Petit-Breton was first in 1907, last Felice Gimondi in 1974 • Italy has the most victories with 50 • 1909 - first Italian victory and the first year a change of bike was allowed! • 1949 - The first time the finish was held on the Via Roma • Luigi Ganna was the first person to be disqualified. In 1910 the Italian arrived in second place but was found to have covered the closing stages in a car • The youngest winner is Ugo Agostoni who was 20 years and 252 days of age. The oldest is Andrei Tchmil, 36 years and 57 days. • Italian riders have taken the first 3 positions 34 times. The first in 1915 (Corlaita, Lucotti and Gremo) the last in 2006 (Pozzato, Petacchi, Paolin

Milano-Sanremo: tutti i vincitori

1907 Lucien Petit-Breton (Fra) Bianchi 1908 Cyrille Van Hauwaert (Bel) Alcyon-Dunlop 1909 Luigi Ganna (Ita) Atala 1910 Eugene Christophe (Fra) Alcyon-Dunlop 1911 Gustave Garrigou (Fra) Alcyon-Dunlop 1912 Henri Pellissier (Fra) Alcyon-Dunlop 1913 Odiel Defraeye (Bel) Alcyon 1914 Ugo Agostoni (Ita) Bianchi 1915 Ezio Corlaita (Ita) Dei 1917 Gaetano Belloni (Ita) Bianchi 1918 Costante Girardengo (Ita) Bianchi 1919 Angelo Cremo (Ita) Stucchi 1920 Gaetano Belloni (Ita) Bianchi 1921 Costante Girardengo (Ita) Stucchi-Pirelli 1922 Giovanni Brunero (Ita) Legnano 1923 Costante Girardengo (Ita) Maino 1924 Pietro Linari (Ita) Legnano 1925 Costante Girardengo (Ita) Wolsit 1926 Costante Girardengo (Ita) Wolsit 1927 Pietro Chesi (Ita) Nicol� Biondo di Carpi 1928 Costante Girardengo (Ita) Maino 1929 Alfredo Binda (Ita) Legnano 1930 Michele Mara (Ita) Bianchi 1931 Alfredo Binda (Ita) Legnano 1932 Alfredo Bovet (Ita) Bianchi 1933 Learco Guerra (Ita) Maino-Cl�ment 1934 Jos

Cronologia della Milano-Sanremo (1907-1957)

http://www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=milanosanremo Domenica 14 aprile 1907 Il “Diavolo Rosso” decide la prima Milano-Sanremo • La prima edizione della corsa ciclistica Milano-Sanremo è vinta dal francese Lucien Petit-Breton (all’anagrafe Mazan), recordman dell’ora e vincitore dell’ultima Parigi-Tours, tra i favoriti della vigilia insieme con il connazionale Louis Trousselier (vincitore del Tour 1905, terzo all’ultima Parigi-Roubaix) e agli italiani Giovanni Gerbi (detto il “Diavolo Rosso”, il corridore italiano più noto del momento) e Giovanni Cuniolo (campione italiano in carica).  Al via 33 concorrenti, pioggia e vento fanno slittare la partenza dalle 4.30 alle 5.15. Gruppo di testa ridotto a una dozzina di concorrenti già al controllo di Pavia, a Casteggio sono rimasti in otto: oltre ai quattro favoriti, Carlo Galetti, Luigi Ganna, Gustave Garrigou e Clemente Canepari. Nell’attraversamento di Pozzolo Formigaro, Gerbi attacca approfittando del selciato scon