Bottecchia e i forzati della strada
di Simone Basso - Indiscreto, 14 luglio 2015 Ci si immerge nelle riprese cinematografiche del Tour, in attesa delle montagne, e se ne esce stravolti. Gli elicotteri (“Apocalypse Now” o giù di lì) che volano sui panorami mozzafiato della Normandia, una corsa mai banale, al pari delle notizie che si accavallano, nel bene e nel male (vero Gervasoni?). In Italia, costretti dalle circostanze (e dalla mancanza di cultura sportiva), la nibalite è il virus imperante dei (nostri?) telecronisti. Che, dopo ore di chiacchere, infilano perle: su Eurosport siamo riusciti a far passare Cyrille Guimard come diesse de La Vie Claire di Tapie. Il mondo alla rovescia: Pat Riley che allenava i Celtics, gli Agnelli proprietari del Toro (anche se ci sarebbe la storiella della Torino Fiat…). Curioso che ci si dimentichi delle basi. Lo Squalo vorrebbe fare il bis consecutivo e l’unico italiano che abbia mai realizzato l’impresa, un anno dietro l’altro, non si chiamava Coppi o Bartali. L...