The Hawk e il Rucker: MVP

di CHRISTIAN GIORDANO

Di aneddoti riguardanti le gesta di Hawk al playground, e in particolare al Rucker, ce ne sono a iosa. Ne raccontiamo due, non prima di aver rilevato una “omissione poetica” nel film biografico dedicato a Earl Manigault, Rebound. Hawkins, interpretato nella pellicola da Joe Smith (oggi ai Bucks), giocò una volta contro The Goat. E lo batté. 

Il primo, ora. In squadra con Jackie Jackson – 1,95 capace di schiacciare in testa ai 2,14 del grande Chamberlain – Hawkins affronta la squadra di Wilt, Cal Ramsey (Knicks) e Tom Sanders (Celtics). La gara è tirata e Chamberlain sciorina il consueto fadeaway jump shot. Ad un certo punto, gli avversari decidono di farlo tirare e di stopparlo dal lato debole con Jackson. Boato. Wilt non la prende bene. La squadra dei tre pro chiama timeout e Chamberlain non toglie mai lo sguardo da Hawkins. «Al rientro in campo – sorride Connie –, Wilt fa 12 schiacciate in fila, e intendo schiacciate incredibili».

Il secondo si riferisce (probabilmente) all’edizione del ’62 ed è stata messa su carta nel 1970 da Peter Axthelm in The City Game (gioco di parole sullo sport newyorkese per definizione, ndr), autentica pietra miliare nella letteratura del basket di strada. Attraverso i ricordi del l’harlemiano Pat Smith, il “Diabolico Dottore dal cuore nero” che ne fu testimone oculare, Axthelm ricostruisce una delle più grandi partite di playground di sempre. La squadra di Chamberlain, Clinton Robinson (183 cm di elettricità) e altre stelle dell’asfalto, era avanti di 15 sulla formazione guidata da Ed “Czar” Simmons e Jackie Jackson. Ad un certo punto, «ci fu un rumore strano. C’erano 4-5 mila persone a guardare la partita e improvvisamente ci fu silenzio. Tutto quello che si riusciva a sentire era un mormorio: “The Hawk, The Hawk, è arrivato The Hawk”. Poi la folla si è aperta». Come il Mar Rosso dinanzi a Mosè. 

Hawkins arriva, si cambia ed entra in campo. Pronti-via, e staccando ben dietro la linea del tiro libero, Connie schiacciò – in gancio! – in faccia a Chamberlain. «Nessuno aveva mai fatto niente del genere a Wilt. La gente impazzì al punto che si dovette fermare la partita per cinque minuti. Robinson decise di ripagare Hawk con la stessa moneta. Se ne andò in slalom e gli segnò davanti con un layup altissimo che quasi toccò il bordo superiore del tabellone. 

Poi fu il turno del leone ferito Chamberlain, che schiacciò a due mani proprio sopra Hawkins e con tale violenza che per poco non staccò il canestro. Allora The Hawk ristabilì la propria legge. Robinson cercò il bis, solo che questa volta The Hawk non aspettava altro. Saltò così in alto che stoppò il tiro con il petto. A metà salto, abbassò le mani come se si stesse togliendo la maglietta, catturò la palla e gliela rispedì violentemente sui piedi. Quella giocata cambiò l’incontro. La squadra di Hawk rimontò fino a vincere la partita. Questo era The Hawk».
CHRISTIAN GIORDANO

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