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Giovanni Battaglin - Campione e gentiluomo

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di CHRISTIAN GIORDANO © IN ESCLUSIVA per Rainbow Sports Books © sede Cicli Battaglin  Marostica (Vicenza), venerdì 23 febbraio 2018  - Giovanni Battaglin, fortuna e sfortuna di aver corso nella sua epoca?  «Be’, è stata un’epoca magica, per il ciclismo, anni Settanta-Ottanta. È stato veramente epico. Io ho avuto la sfortuna ma anche la fortuna, il privilegio, di aver corso con grandi campioni, a quell’era. Perché ho corso con la generazione di Eddy Merckx, Raymond Poulidor, Bernard Thévenet, Joop Zoetemelk, José Manuel Fuente. E tutti gli italiani che c’erano…».  - …e che italiani.  «E ce n’erano un’infinità. Perché nell’èra mia, e prima quella di Felice Gimondi, Marino Basso, Italo Zilioli, narrarli tutti sarebbe un elenco interminabile. Diciamo che è stato anche bello correre con questi campioni, perché o ti fai le ossa subito o altrimenti non te le fai più. Perché bisognava subito mettere un’etichetta, che sei uno di quelli che puoi dire la tua, altrimenti passi poi in secondo piano