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Visualizzazione dei post da 2003

FOOTBALL PORTRAITS - Cole & The Gang

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 Ashley Cole dell’Arsenal è il primo candidato per il posto di terzino sinistro della Nazionale inglese. Ma anche in un ruolo in crisi generazionale, la concorrenza freme. Wayne Bridge del All-Star Chelsea e Ben Thatcher dell’«operaio» Leicester City stanno alla finestra. A volte, per mutare le gerarchie, basta un cartellino. Rosso di Christian Giordano, Calcio Gold  Neanche fossimo in Italia, persino in Inghilterra i concetti di bipolarismo e alternanza rischiano di spaccare il Paese, seppure solo in senso calcistico. Oltremanica, per sperare in una concreta possibilità di vittoria laburista si sono dovuti attendere 18 anni e un leader con un programma "conservatore"; più prosaicamente, nel football, la questione riguarda la scelta del terzino sinistro della nazionale. Il dubbio, a quelle latitudini necessariamente “amletico”, che attanaglia il Ct Sven-Göran Eriksson è di que

FOOTBALL PORTRAITS - Kežman, il gol in serbo (2003)

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-vita-ebook/dp/B01KI1XRO6 L’attaccante di Belgrado non rimarrà a lungo nel PSV Eindhoven. Perché le sue doti di opportunista d’area fanno gola alle altre grandi d’Europa. E perché, dopo lo shock del rapimento sventato dalla polizia, ha una gran voglia di cambiare aria  di CHRISTIAN GIORDANO © Guerin Sportivo © (2003) Mateja Kežman ha la strada tracciata. Alla prestigiosa scuola del PSV Eindhoven, di attaccanti se ne intendono se è vero che prima di lui al Philips Stadion sono transitati, con ampio successo, tipini dal gol facile quali i brasiliani Romário e Ronaldo, il belga Luc Nilis (ehm) e gli ultimi due grandi Ruud del calcio olandese, Gullit e Van Nistelrooy. Il giovane e ambizioso Mateja non poteva fare scelta migliore.  Tutto si può dire, di Mateja Kežman, tranne che non sappia programmare il proprio futuro. Nato a Vrsac (Belgrado) il 12 aprile 1979, ha mosso i primi passi calcistici nello Zemun e poi n

GIOVANNI CAVALLARO - Sequestro Tacchella, spie russe, gli amici lo chiamavano "Serpico"

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https://www.repubblica.it/2003/k/sezioni/esteri/iraqvittime/cavallaro/cavallaro.html?ref=search la Repubblica - 13 novembre 2003 NIZZA MONFERRATO - Martedì sera aveva telefonato a moglie e figlia, la piccola Lucrezia di 4 anni: "Sabato sarò a casa". Ieri mattina però il maresciallo superiore, Giovanni Cavallaro, 47 anni, è rimasto sotto le macerie di Nassiriya.  "Mi hanno detto che aveva appena preso il caffè con un commilitone e stava tornando nel suo ufficio che purtroppo era proprio sul lato attaccato dai terroristi", sussurra la moglie Sabrina, 35 anni.  Nei carabinieri Giovanni Cavallaro, originario di Messina, si era arruolato nel '76. "Lo avevamo fatto insieme - dice il gemello Placido che da maresciallo comanda il nucleo operativo di Saluzzo - mio fratello aveva vent'anni di lavoro alle spalle e di pericoli ne ha corsi tanti. Assurdamente è caduto proprio mentre stava per tornare a casa".  Giovanni Cavallaro era in

FOOTBALL PORTRAITS - Cruijff, fuoriclasse totale (2003)

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 di CHRISTIAN GIORDANO  © , Guerin Sportivo  © (2003) Johannes Hendrik (Johan) Cruijff, figlio di un fruttivendolo, Manus, e di una lavandaia, Nell Draaijer, nasce ad Amsterdam il 25 aprile 1947. La sua è la classica storia del bambino prodigio. A cinque anni esegue come niente fosse 150 palleggi consecutivi. Casa Cruijff, nel sobborgo popolare di Betondorp, letteralmente «villaggio di cemento», dista poche centinaia di metri dal De Meer, il vecchio stadio dell’Ajax, società nel cui settore giovanile entra a dieci anni, assieme al fratello Heini, di due anni più grande. A 12 anni, Johan perde il padre, appena 44 enne, per un attacco di cuore. La famiglia, già povera, deve vendere casa e negozio. La signora Cruijff trova un impiego presso i locali della società come addetta alle pulizie e commessa del bar. Intanto Johan fra sfracelli nei campionati categoria. In una stagione segna 74 reti e

Il calcio e l’Africa, antichi stereotipi e moderne verità

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di Christian Giordano © Guerin Sportivo ©, giugno 2003 Applicare etichette a un intero continente, per di più vasto e variegato come quello africano, è un’assurdità bella e buona eppure di tanto in tanto si verificano episodi in questo senso illuminanti.  Difficile infatti uscire dai triti luoghi comuni che riguardano il calcio d’Africa e certi suoi atavici retaggi se poi si devono registrare vicende come quella accaduta in Mali, il 7 febbraio di un anno fa, a Thomas N’Kono in occasione della semifinale di Coppa d’Africa (per la cronaca, vinta per 3-0 dal Camerun sui padroni di casa).  Bloccato all’ingresso in campo perché portava con sé un amuleto N’Kono, accusato di stregoneria, espressamente vietata per la manifestazione, viene arrestato e picchiato dalla polizia.  L’indomani l’ex campione riceve le scuse ufficiali direttamente dal presidente della Repubblica, Alpha Oumar Konare, sceso negli spogliatoi dello stadio di Bamako per chiarire l’episodio.  Amareggiato, l’ex camp

Raschi, 20 anni di nostalgia per il «Divino»

http://archiviostorico.gazzetta.it/2003/maggio/01/Raschi_anni_nostalgia_per_Divino_ga_0_030501121.shtml Il 2 maggio 1983 moriva il giornalista gentiluomo che legò la sua carriera al ciclismo Sempre in giacca e cravatta: dava del lei a tutti, anche ai colleghi La sorella Anna: «Bravo fin da piccolo, tutti gli chiedevano di scrivere» di MARCO PASTONESI gazzetta.it, 1. maggio 2003 Nell' aula di una scuola elementare, nell'ufficio di un municipio, nella sala da pranzo di un albergo, alla scrivania in redazione. Davanti, la sua Olivetti Lettera 32, tenuta insieme con gli elastici. Si accendeva la sigaretta, americana: e tirava, come se l'inizio del pezzo fosse lì, in quello sbriciolamento di foglie di tabacco che lui mandava in fumo. Poi attaccava.  Ezio Graziani, l'autista della Gazzetta che lo portava in giro, e al Giro, non la chiamava macchina per scrivere, ma «pianola». Perché Bruno Raschi non batteva ma componeva, non pigiava ma accarezzava, non scr