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Visualizzazione dei post da novembre, 2005

FOOTBALL PORTRAITS - Faccia d'angelo, polso di ferro: così Mandorlini si gioca tutto (2005)

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 Christian Giordano © la Repubblica © - ed. Bologna, 13 novembre 2005 Faccia d' angelo. Ai tempi dell'Inter lo chiamavano così, per i riccioli scuri e gli occhi chiari, chiarissimi: azzurro tenebra, per dirla alla Arpino. Andrea Mandorlini, però, sul campo, di angelico aveva poco, pochissimo: per referenze chiedere a Ruben Buriani, l'ex rossonero. Da giocatore era un mastino, un duro. E tale è rimasto da allenatore. Per referenze chiedere, stavolta, a Giacomo Cipriani, che in soli due giorni ai suoi ordini deve aver capito, a suon di urlacci, quand'è ora di "tagliare sugli esterni" e quando invece di "andare dentro".  In campo, il Mandorla sapeva fare tante cose, forse nessuna strabene, ma tante: era la sua forza e il suo limite. Non sono stati tanti a credere in lui, ma chi l'ha fatto non se n'è poi pentito. Primo fra tutti Giovanni Trapatt

FOOTBALL PORTRAITS Pagliuca - L’eremo di San Gianluca (2005)

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A 39 anni l’ex di Bologna, Samp e Inter è ancora uno dei migliori portieri italiani. E per dimostrarlo ha scelto la sfida più difficile: tornare a casa per diventare profeta in patria. E ci è riuscito…  di CHRISTIAN GIORDANO © Calciatori.com magazine – n. 12, novembre 2005 «Sei mejo de Didda e Buffonne», parola del Sor Carletto Mazzone, all’epoca ancora suo allenatore e lontano da iperpresenzialismi mediatici.  L’elogio, magara eccessivo nel momento storico in cui fu speso, anche se dovuto alla straordinaria prestazione del portiere rossoblù in Udinese-Bologna del 2003, deve aver lusingato non poco l’ex attaccante che da ragazzino si convertì alla porta, sognando di emulare gli italiani Dino Zoff e Luciano Castellini e il tedesco Sepp Maier. Perché tra quegli idoli di gioventù e i contemporanei di Dida e di Buffon – per chi non avesse colto la traduzione dal romanesco – intercorrono almeno tre generazioni di portieri. Tutte attraversate da quel fenomeno di classe, istinto, agilità e lo

Bellucci ringrazia ancora Ulivieri Senza di lui saremmo fuggiti tutti

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https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/11/12/bellucci-ringrazia-ancora-ulivieri-senza-di-lui.html?ref=search di CHRISTIAN GIORDANO La Repubblica ed. Bologna - 12 novembre 2005 Dai, riscopriamo l' acqua calda: Bellucci è da A. Non solo in campo, dove basta vederlo giocare e senza neanche il Supercorso di Coverciano (a proposito: Mandorlini ci si è laureato con una tesi sulle palle inattive), ma anche e soprattutto fuori. Per come sa gestire i media, ma soprattutto i momentacci. E quello dell'esonero dell' allenatore vi rientra sempre.  Così Bellucci, da buon senatore, non scansa le difficoltà. «Ha pagato Ulivieri - dice -, ma se i risultati positivi non sono arrivati, la colpa non è solo dell' allenatore. Ci sentiamo tutti responsabili. Lui ha fatto un gran lavoro psicologico dopo la retrocessione, i processi estivi, la cessione del club e tutto quello che poco c' entrava col calcio: se alcuni di noi sono rimasti, me compreso, è merito suo