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Visualizzazione dei post da marzo, 2015

Wevelgem, l'Oscar del Gerva

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Il rosso è tornato. È tornato a vincere. La barba di Luca Paolini davanti a tutti nella 77esima Gand-Wevelgem, dove il tricolore non garriva da Cipollini 2002. La Ferrari di Sebastian Vettel, due anni dopo Alonso al Montmelò del maggio 2013. E proprio da maggio 2013, la Sorrento-Marina d'Ascèa al Giro, non alzava le braccia il rosso del team Katusha; 38 anni e non sentirli: primo italiano re in una classica dal Lombardia 2008, il terzo e ultimo di Damiano Cunego. Settimana da Oscar per il Gerva, nickname dovuto alle sue imitazioni del signor Gervasoni, il personaggio svizzero di Aldo-Giovanni-e-Giacomo. Da regista di culto per il bis di Alexander Kristoff sfumato a 50 metri nella Sanremo una settimana fa; a miglior attore protagonista di una Wevelgem spazzata da pioggia e vento ai 50 orari: solo 38 all'arrivo, ben 160 i ritirati. È caduto due volte, Paolini. Tre cambi di bici prima dell'attacco decisivo, a 6 km dal traguardo. L'olandese Niki Terpstra, primo a

Dunga-bis, guarito il "complexo" Francia

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Sei gol fatti e solo uno subìto nelle ultime due partite, a meno di due anni l'una dall'altra. Tre a zero il 9 giugno 2013 a Porto Alegre, ultima amichevole prima della Confederations Cup poi vinta dalla Selecao di Scolari sulla Spagna; tre a uno al St. Denis nella prima sconfitta post-mondiale dei Blues. A guardare i numeri, si direbbe che il secondo Brasile di Dunga sia già guarito da uno dei tanti complexo de vira-lata, il "complesso da cane randagio" reso immortale da Nelson Rodrigues.  Sette vittorie su sette nel nuovo corso, solo due reti subite contro Colombia, Ecuador, Argentina, Giappone, Turchia, Austria. E ora, Francia; che era pure andata in vantaggio. Non con Benzema, alla prima da capitano e subito vicino al gol, negatogli dalla manona aperta di Jefferson, goleiro del Botafogo ed ennesimo candidato per il dopo-Julio César. Il record dell'ex gattone inviso a Mourinho resta quindi intatto: 25 gol e altrettante vittorie della sua nazionale. Col s

St. Denis, 17 anni dopo

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Sulla scena del misfatto, diciassette anni dopo. Dal Dunga capitano di un Brasile sconfitto dal malore di Ronaldo, prima ancora che dalla storica doppietta - di testa - di Zidane e dal 3-0 di Petit nella finale mondiale del '98. Al Dunga di nuovo Ct di un Brasile uscito con le ossa rotte - quasi alla lettera [img neymar zuniga... foto?] - dal mondiale in casa che ha perso sul più bello il suo faro Neymar. "E' il nostro unico fuoriclasse" ha detto l'ex Cucciolo di Pisa-Fiorentina-Pescara. "Una volta avevamo Careca, Ronaldo e Rivaldo, oggi campioni così provengono da altri paesi". Non a caso la fascia al braccio il Ct l'ha affidata a Neymar, successore di un Thiago Silva ritenuto - in patria - di lacrima facile persino per gli standard locali. Con la Seleção come al PSG, fresco di quarti in Champions League. In un'amichevole tale solo sulla carta visti i palmarès e i 14 precedenti dal '58 al 2013, tra cui l'immortale punizione a tre

Bentornata a casa, Sanremo (2015)

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Mancava dal 2007 il traguardo di via Roma alla Classicissima dei fiori . È tornato nell’edizione numero 106 della Milano-Sanremo, partita come “mondiale d’autunno” e arrivata, dopo 7 ore di sella e 293 km, come quel che dovrebbe essere: il “mondiale di primavera”. A sbocciare, però, è stato il talento purissimo di John Degenkolb e Niccolò Bonifazio. Ventisei anni il tedesco, al successo più importante della sua carriera; neanche 22 il ragazzino di Daino Marina, cresciuto ai piedi della Cipressa e subito quinto al debutto alla Sanremo. Ci siamo andati vicini, ma non vicinissimi, noi italiani, a vincere quella corsa che ci sta nel cuore da quando è nata, e sullo stomaco dal 2006. Quando Pippo Pozzato fu l’ultimo italiano a vincerla. Per trovare un digiuno più lungo bisogna tornare ai 17 anni tra la doppietta di Loretto Petrucci nel 1952-1953 l’acuto di Michele Dancelli nel 1970. La doppietta consecutiva invece manca da Erik Zabel 2000-01. Un altro tedesco. Alexander Kris

Milano-Sanremo 2015: indecifrabile, la Classicissima

di Francesco Sulas Classicissima , Mondiale di primavera , semplicemente Sanremo. La prima "vera" corsa dell'anno è la più attesa e domani giunge alla 106esima edizione . La Milano-Sanremo sarà la prima classica-monumento del 2015 e tornerà all'antico: dopo 7 anni l'arrivo si sposta dal Lungomare Italo Calvino a Via Roma . Lì la Classicissima si concluse dal 1949 al 1985 e dal 1994 al 2007 . L'ultimo a vincerci fu Óscar Freire su Allan Davis e Tom Boonen . Sarà una Sanremo senza Mànie, come dal 2013: allora fu il maltempo ad escludere la salitella posta tra Noli e Finale Ligure, dallo scorso anno è stata tagliata. Niente Manie, si decide tutto su Cipressa e Poggio Si correrà sulla distanza di 293 km, uno in meno del 2014, con il chilometro zero posto come al solito in Via della Chiesa Rossa, periferia sud milanese .  Serviranno 143 km per arrivare al Passo del Turchino, buttandosi sulla riviera ligure dopo lo scollinamento .  Fino ad Alassio e Laigueglia

Milano-Sanremo: chi vince?

Con l’arrivo tornato in Via Roma la linea del traguardo si avvicina sensibilmente al termine della picchiata giù dal Poggio: restano due km di rettilinei cittadini e una rotonda prima del trionfo di… di Filippo Cauz Fino a pochi anni fa la Sanremo era sinonimo di primavera : si correva di sabato e premiava talvolta un velocista talvolta un coraggioso attaccante, nell’uno o nell’altro caso si trattava quasi sempre di un corridore appena uscito dalla Tirreno-Adriatico . Da qualche anno il panorama è cambiato: si corre di domenica (in attesa che il sabato venga destinato a corse femminili o giovanili, o segua l’esempio già fruttuoso all’estero di aprirsi al ciclismo amatoriale ), si corre con un clima più invernale che primaverile, e la vittoria sorride molto più spesso a chi esce dalla Parigi-Nizza , corsa francese meno probante della nostra Tirreno . Un cambio di tendenza radicale che ha avuto nella sorte il suo maggior attore: con un maltempo che ha raggiunto condizioni quasi estre

Ritorno al classico: al via la Milano-Sanremo

Solite salite, vecchio traguardo e un leggero vantaggio per i finisseur contro le speranze dei velocisti. Tre nomi: Degenkolb, Matthews e Gallopin . Il quarto, Lobato , l’ha scelto un ex corridore sull’onda lunga degli outsider che, da quando si corre di domenica e c’è sempre brutto tempo, spiazzano tutti all’arrivo. E l’Italia? Pozzato non vince dal 2006 e visto che siamo in vena vintage… di Fabio Disingrini, Eurosport La Milano-Sanremo è come la prima verifica a scuola. Inizia un nuovo anno, si riprende a ritmi “blandi” e poi arriva "lei", la Classicissima, ad alzare il livello, a far saltare il banco. Perché senza nulla togliere ai “prologhi” come la piccola (e bellissima…) classica sulle Strade Bianche o ai preamboli a tappe come la Tirreno-Adriatico , vinta come da tradizione da un “big” (martedì Quintana dopo Contador e prima Nibali e Cadel Evans ), la Sanremo è la Sanremo e la posta in palio, dopo 293 km di corsa, è finalmente una Monumento. Prima delle Fiandre e d

Cimolai, l’Italia per stupire a Sanremo

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Prima il Laigueglia; poi il friulano, 25 anni, ha battuto Matthews, Bouhanni e Kristoff alla Parigi-Nizza. «Fino a un mese fa non ero nessuno, ora me la gioco» di Ciro Scognamiglio, La Gazzetta dell Sport   cscognamiglio@gazzetta.it  twitter@cirogazzetta Fino a un mese fa non era nessuno. E non è un insulto. Se lo dice da solo. «Sì, è così — Davide Cimolai riflette a voce alta —. Ma negli ultimi trenta giorni è cambiato parecchio e ora non mi resta molto da fare, se non restare tranquillo e crederci. Perché la Milano-Sanremo non si inventa. La vince un corridore che è andato forte o alla Parigi-Nizza, o alla Tirreno-Adriatico…». PROSPETTIVE  Cimolai rientra alla perfezione in questa categoria. Per preparare la Classicissima ha scelto la Francia e lì, dopo aver sbancato il Laigueglia a febbraio, sul traguardo della quinta tappa ha sverniciato Coquard, Matthews, Bouhanni, Kristoff. Questo di certo non fa del 25enne friulano della Lampre-Merida un favorito del Mon

Sanremo e di nuovo via Roma, finalmente

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di SIMONE BASSO, Il Giornale del Popolo La Milano-Sanremo, primo Monumento stagionale, inaugura il periodo più esaltante del ciclismo professionistico. Quello classico, un po' sadico, che passa dalla Settimana Santa (Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix) e si conclude colla Liegi-Bastogne-Liegi. Tecnicamente, per la metà abbondante del plotone (la crema), è l'apogeo dell'annata; il momento decisivo di un lavoro cominciato in pieno inverno. La Classicissima dei Fiori , una lotteria che non preclude i sogni di gloria di almeno cinquanta corridori, è ormai - da vent'anni - il limbo (e il paradiso) del velocista resistente . Ovvero dello sprinter che svela l'Erik Zabel nascosto : uno con la volata facile, al termine di trecento chilometri di corsa difficile. Con il percorso antico (...), privo di Mànie e Pompeiana ( escluse dal tracciato dopo le alluvioni - e gli smottamenti - dello scorso autunno), il pronostico si semplifica. Le squadre col poten

Kristoff non s’è fermato a Sanremo

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Un anno fa la Classicissima l’ha lanciato, oggi il velocista norvegese è un campione: «Tifo Juve, ho amato Del Piero»  Ciro Scognamiglio, La Gazzetta dello Sport cscognamiglio@gazzetta.it twitter@cirogazzetta Una buona parte del mondo, ciclistico e no, ha scoperto Alexander Kristoff alla Milano-Sanremo di un anno fa. Thor Hushovd, no. Lui ne aveva fatto la conoscenza sette anni prima e si era incavolato di brutto. Era andata così: campionato norvegese in linea 2007 , Hushovd già campione affermato (tre anni dopo avrebbe vestito la maglia iridata), Kristoff imberbe sbarbatello di neppure 20 anni. Ri- sultato: Hushovd secondo e sverniciato in volata, Kristoff primo e in paradiso. Ah, la premiazione cominciò in ritardo. Non trovavano Hushovd, che di salire sul palco non aveva alcuna voglia. SCENA  Adesso la Sanremo è lì che aspetta di nuovo Kristoff. Dorsale numero 1, riflettori accesi. Il bis consecutivo non riesce da Zabel 2000-2001 . E negli ultimi 7 anni la Clas

England Derby, l'ultimo per Stevie G

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di CHRISTIAN GIORDANO, Sky Sport 24 Due volte in ventidue anni. Da quando esiste la Premier League, stagione '92-93, solo due volte il Liverpool è arrivato davanti al Manchester United in campionato. Secondo dietro l'Arsenal e a +3 sui rivali di sempre nel 2002; secondo dietro il City e a +20 sull'altra metà di Manchester, addirittura fuori dall'Europa, lo scorso anno.  Il primo del dopo-Ferguson. All'Anfield, si affronteranno i club più vincenti del calcio britannico. E anche due squadre in forma. In Premier il Liverpool ha vinto le ultime cinque, e dieci delle ultime tredici; insomma, non perde dall'andata: 3-0 all'Old Trafford aperto da Rooney e chiuso da Mata e van Persie, che si mandarono in gol a vicenda. E tre a zero è finito, una settimana fa, un altro scontro diretto dello United per la corsa Champions, a differenza del Liverpool - aggrappato al replay dei quarti di FA Cupo contro il Blackburn - l'unico obiettivo rimasto alla squa

Cancellara o Sagan, l’Italia, via Roma: 5 chiavi per Sanremo

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Il duello d’oro, i velocisti Kristoff-Cavendish, i giovani Cimolai e Bonifazio, la pioggia, l’arrivo storico: da sogno di Luca Gialanella, La Gazzetta dello Sport   Il dislivello è di appena 1600 metri su 293 chilometri: 550 m sul Turchino, 250 sulla Cipressa e 150 sulla collinetta del Poggio. Da fine discesa sono 2,3 km per arrivare in via Roma. E’ il mistero della Milano-Sanremo. Domenica 106a edizione, e dopo 8 anni il traguardo torna in via Roma. La prima volta nel 1949: Coppi. L’ultima nel 2007: Freire. In mezzo, il mito. In 5 punti le chiavi della gara. 1 - IL DUELLO: CANCELLARA CONTRO SAGAN  Hanno segnato le ultime 4 edizioni. Fabian sempre sul podio, Peter sempre rimpianti. Da quando Sagan è pro’ nel 2010, il testa a testa con Cancellara è a suo favore: 164 sfide, 107-57 per Sagan. Ma la qualità nelle classiche non si discute: lo svizzero, 34 anni, ha vinto 3 Fiandre e 3 Roubaix; lo slovacco, 25 anni, solo la Gand-Wevelgem. Così a Sanremo: 2011, 2° Cancellara,

La Sanremo numero 106 (2015)

La Milano-Sanremo numero 106, in programma domenica, è il primo "Monumento" della stagione e resta la corsa più lunga dell’anno anche se con il ritorno del traguardo in via Roma perde un chilometro: ora sono 293 (esclusi i 9 di trasferimento cittadino in partenza). Il percorso quello classico: Turchino, i Capi (Mele, Cervo, Berta), Cipressa e Poggio. IL PROGRAMMA  Per la punzonatura, appuntamento a Milano dalle 14.30 di sabato alla Scuola Nazionale di cinema (ex Manifattura Tabacchi), in viale Fulvio Testi 121. Domenica il ritrovo in Piazza Sempione-Arco della Pace dalle 8.10. Alle 9.45 incolonnamento e sfilata cittadina, la partenza ufficiale alle 10.10 da Via della Chiesa Rossa. Arrivo a Sanremo in Via Roma 16.50 e le 17.30. LE SQUADRE  Al via 25 team di corridori. I 17 del World Tour partecipano di diritto: sono Ag2r Astana (Kaz), Bmc (Usa), Etixx-Step (Bel), Fdj (Fra), Iam (Svi), Lampre-Merida (Ita), Lotto-Soudal (Bel), Movistar (Spa), Orica (Aus), Cannondal

Champions, bilancio ottavi

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Tre spagnole: il Real Madrid campione, il Barcellona dei tre fenomeni e, ai rigori, l'Atlético finalista un anno fa.  Due francesi, il Paris Saint Germain milionario e il Monaco ridimensionato che hanno azzerato il contingente di sua maestà: vendicata dopo una stagione la beffa col Chelsea per il PSG; lezione di contropiede nell'andata e di contenimento al ritorno contro l'Arsenal per i monegaschi. Una tedesca: il Bayern super favorito al secondo anno col Pep, mente in Germania e cuore in Catalogna.  Una italiana, che ha dominato il Dortmund a domicilio. Una portoghese, il solito Porto che ha passeggiato sulla rivelazione Basilea. Nessuna inglese: la Premier League, la NBA del calcio, è fuori dal G8 europeo. Geografia da riscrivere, gerarchie ribaltate? Forse è presto per dirlo. Ma intanto è questo il verdetto forse più eclatante, ma non così sorprendente, degli ottavi di Champions. La partita più bella è stata quella del Camp Nou, con il Barca che ha pre

Arsène-al, atto quinto

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Per il quinto anno consecutivo i gunners di Arsène Wenger falliscono agli ottavi Champions la rimonta che pareva impossibile e invece a un certo punto addirittura sfiorata. Fino a un certo punto, perché le squadre di wenger si ripetono sempre uguali a se stesse. Fuori col Barcellona nel 2011, il Milan nel 2012 e nelle ultime due stagioni col Bayern Monaco semifinalista nel 2013 e campione nel 2014. Sempre a un passo dall'impresa, l'Arsène-al, che insegue i quarti dal 2004. E mai come in questo caos paga gli errori compiuti nel finale dell'andata all'Emirates. Contro il Monaco, che a Londra non aveva pressioni e al Louis II di Montecarlo ha dimostrato di soffrirle, non sono bastati il gol del francese Giroud e l'ottavo in stagione di Ramsey. Milletrecento chilometri più a sud-ovest, al vicente calderon di Madrid, l'impresa ha dovuto farla Nicola Rizzoli nel riuscire a portare in fondo senza espulsi né troppi danni una partita durissima.  Ba

Nuovo ciclismo e vecchio giornalismo

di Simone Basso , Indiscreto Vorremmo sorprendervi con effetti speciali sulla Sanremo, ma stavolta – malgrado il Poggio sia vicino – affronteremo la vigilia della Classicissima dei Fiori da una prospettiva differente. Perché, al di là del Giro d’Italia, icona popolare che va oltre il ciclismo e lo sport , il movimento tricolore ha già messo sul tavolo gli assi pigliatutto.  Le Strade Bianche e la Tirreno-Adriatico , a dispetto dei santi, sono le corse più belle (valore tecnico e scenario complessivo) del Bel Paese pro'. La creatura di Broggi, propaggine extralusso de L’Eroica, non ha paragoni nemmeno nel Nord Europa; difatti, in un decennio scarso, è diventata una preda ambita dai Grandi. Cancellara, Gilbert, Kwiatkowski, Stybar … Il panorama mozzafiato del Chianti, il percorso selettivo (sterrati e rampe), la bellezza medievale, mai banale, di Siena. Un gioiello che riempie gli occhi e che indica la strada per il futuro prossimo. La Corsa dei Due Mari ha invece straccia

Xavier-Villanova Preview

8:00 PM ET, March 14, 2015 Madison Square Garden, New York, New York                 Points                 Rebounds         Assists XAV Stainbrook 12.2 Stainbrook 6.9 Dee Davis    6.2 VILL Hilliard      14.1 Ochefu       8.4 Arcidiacono 3.6 Villanova's riding a school-record winning streak and has established a single-season program best for victories . Adding one more win to each would mean it's also gotten over the hump with something that has eluded it since 1995. A Big East Tournament championship. In their final act before the NCAA Tournament, the fourth-ranked Wildcats will try to end that two-decade drought Saturday night in New York against Xavier. "The final game in Madison Square Garden is a thrill for anybody that's in the Northeast in basketball, man," said Villanova coach Jay Wright , who believes his team is worthy of a No. 1 NCAA seed should it celebrate a conference tournament title. "You just dream about that.&q

Georgetown-Xavier Preview

GEORGETOWN Georgetown hasn't lost 3 games to one opponent in a single season in 10 years, and Xavier may have to stop D'Vauntes Smith-Rivera to end that run. A day after almost single-handedly putting the NO. 23 Hoyas in the Big East semifinals , Smith-Rivera looks to lead them to their first conference title game in five years Friday night against the Musketeers at Madison Square Garden. Second-seeded Georgetown (21-9; BE 12-6) has lost 3 of 3 against Xavier (20-12) since they became conference rivals last season.   The Hoyas dropped both meetings this season by an average of 15.0 points while shooting 37.8%, including 22.9 from 3-point range. The last team to beat them 3 times in a season was Connecticut in 2004-05 . Smith-Rivera will likely play a large role in avoiding such a dubious feat. The junior guard is averaging 20.7 points while hitting 46.5 percent of his 3s over the last 6 games and was particularly outstanding in Thursday's 60-55 win