Milano-Sanremo 2015: indecifrabile, la Classicissima
di Francesco Sulas
Classicissima, Mondiale di primavera, semplicemente Sanremo. La prima "vera" corsa dell'anno è la più attesa e domani giunge alla 106esima edizione. La Milano-Sanremo sarà la prima classica-monumento del 2015 e tornerà all'antico: dopo 7 anni l'arrivo si sposta dal Lungomare Italo Calvino a Via Roma. Lì la Classicissima si concluse dal 1949 al 1985 e dal 1994 al 2007. L'ultimo a vincerci fu Óscar Freire su Allan Davis e Tom Boonen. Sarà una Sanremo senza Mànie, come dal 2013: allora fu il maltempo ad escludere la salitella posta tra Noli e Finale Ligure, dallo scorso anno è stata tagliata.
Niente Manie, si decide tutto su Cipressa e Poggio
Si correrà sulla distanza di 293 km, uno in meno del 2014, con il chilometro zero posto come al solito in Via della Chiesa Rossa, periferia sud milanese.
Classicissima, Mondiale di primavera, semplicemente Sanremo. La prima "vera" corsa dell'anno è la più attesa e domani giunge alla 106esima edizione. La Milano-Sanremo sarà la prima classica-monumento del 2015 e tornerà all'antico: dopo 7 anni l'arrivo si sposta dal Lungomare Italo Calvino a Via Roma. Lì la Classicissima si concluse dal 1949 al 1985 e dal 1994 al 2007. L'ultimo a vincerci fu Óscar Freire su Allan Davis e Tom Boonen. Sarà una Sanremo senza Mànie, come dal 2013: allora fu il maltempo ad escludere la salitella posta tra Noli e Finale Ligure, dallo scorso anno è stata tagliata.
Niente Manie, si decide tutto su Cipressa e Poggio
Si correrà sulla distanza di 293 km, uno in meno del 2014, con il chilometro zero posto come al solito in Via della Chiesa Rossa, periferia sud milanese.
Serviranno 143 km per arrivare al Passo del Turchino, buttandosi sulla riviera ligure dopo lo scollinamento.
Fino ad Alassio e Laigueglia calma piatta quasi come il percorso, poi Capo Mele, Capo Cervo e Capo Berta. Una prima scrollatina lì, ma il meglio si vedrà negli ultimi 27 km. Passato San Lorenzo al Mare, subito dopo Imperia, inizia la salita di Costarainera, meglio nota come Cipressa. Sono 6 km al 3.9% di pendenza media. Lì si capirà chi ha le gambe per arrivare fino in fondo e davanti, chi inizierà a vedere la spia rossa e chi cercherà l'anticipo. Dalla Cipressa mancano 21.5 km a Sanremo, con la discesa impegnativa e il ritorno sull'Aurelia. Lì quel tratto di pianura spesso fatale agli attaccanti, con 9.100 metri tra fine della discesa e bivio per il Poggio. Dall'inizio dell'arcinota salita sanremese a Via Roma mancheranno 9.2 km: il Poggio è una salita da rapporto, chi ne ha scatti o s'arrenda. Sono 4 km al 3.7% di pendenza media: si viaggia e nei tornanti si deve frenare. Dal Poggio a Via Roma ci sono 5.5 km: 3.2 km di discesa tecnica, veloce e senza possibilità di tirare i freni, se davanti si vuol restare.
Dall'ultimo innesto sull'Aurelia a Via Roma ci sono 2.300 metri. Lo spazio per gli attaccanti c'è, poco ma c'è: Lungomare Italo Calvino era più distante (2900 metri), meno adatto ai colpi di mano (sebbene il battesimo di quel traguardo, nel 2008, fu fatto da un Fabian Cancellara vincitore in solitaria). In 266 km succede poco o nulla di rilevante, tolta la fuga del mattino, e negli ultimi 27 km ci si studia, si centellinano le energie, si lima e si cerca di arrivare al traguardo per primi con un colpo solo.
L'imprevidibilità è la caratteristica della Classicissima
Classicissima per chi? Sicuramente per uomini scaltri, esperti, veloci e maledettamente in forma. Gente che qui ha già vinto, non ha ancora vinto ed ha fame, gente che sa come ci si muove. Non solo velocisti, attenzione. Sebbene il tracciato, privo delle Manie, induca a pensare che per gli sprinter sia una passeggiata, ciò non corrisponde al vero: la distanza richiede tenuta e freschezza negli ultimi chilometri, la tensione che trasmette la corsa fa il resto. Spesso sono usciti vincitori poco pronosticati, non ultimo Alexander Kristoff, oggi tra gli uomini in prima fila ma dodici mesi fa ben lungi dall'essere considerato un potenziale uomo da Sanremo. Molte altre volte i favoritissimi della vigilia non hanno rispettato i pronostici: nel 2014 John Degenkolb era considerato l'uomo da battere, ma forò ai piedi del Poggio e di lui non si seppe più nulla. Peter Sagan per diverse edizioni fu considerato all'anno buono, ma trovò sempre chi mise la ruota davanti alla sua (memorabile la sconfitta del 2013 ad opera del tedesco Gerald Ciolek). Il bello della Sanremo, più che la corsa in sé, è la vigilia: ci si immaginano duecento scenari tattici possibili, altrettanti vincitori potenziali, ma niente va come previsto. L'imprevedibilità della Classicissima è quindi il suo valore aggiunto, non i reali eventi né i protagonisti.
Dodici mesi dopo, Kristoff è il grande favorito
Già, i protagonisti. Il favorito d'obbligo coincide con il vincitore uscente, ovvero Alexander Kristoff. Il norvegese della Katusha ha iniziato un 2015 tutto scintille, con 5 vittorie stagionali tra Qatar, Oman e Parigi-Nizza. È l'uomo adatto a questa corsa, a certi dislivelli, al maltempo previsto. Kristoff sarà controllato, molto più dello scorso anno (quando comunque non era uno sconosciuto) e ripetersi non sarà semplice. Può arrivare in volata ma non va sottovalutato in un'azione sul Poggio, sa tenere bene. Chi vorrà la volata è Mark Cavendish.
L'imprevidibilità è la caratteristica della Classicissima
Classicissima per chi? Sicuramente per uomini scaltri, esperti, veloci e maledettamente in forma. Gente che qui ha già vinto, non ha ancora vinto ed ha fame, gente che sa come ci si muove. Non solo velocisti, attenzione. Sebbene il tracciato, privo delle Manie, induca a pensare che per gli sprinter sia una passeggiata, ciò non corrisponde al vero: la distanza richiede tenuta e freschezza negli ultimi chilometri, la tensione che trasmette la corsa fa il resto. Spesso sono usciti vincitori poco pronosticati, non ultimo Alexander Kristoff, oggi tra gli uomini in prima fila ma dodici mesi fa ben lungi dall'essere considerato un potenziale uomo da Sanremo. Molte altre volte i favoritissimi della vigilia non hanno rispettato i pronostici: nel 2014 John Degenkolb era considerato l'uomo da battere, ma forò ai piedi del Poggio e di lui non si seppe più nulla. Peter Sagan per diverse edizioni fu considerato all'anno buono, ma trovò sempre chi mise la ruota davanti alla sua (memorabile la sconfitta del 2013 ad opera del tedesco Gerald Ciolek). Il bello della Sanremo, più che la corsa in sé, è la vigilia: ci si immaginano duecento scenari tattici possibili, altrettanti vincitori potenziali, ma niente va come previsto. L'imprevedibilità della Classicissima è quindi il suo valore aggiunto, non i reali eventi né i protagonisti.
Dodici mesi dopo, Kristoff è il grande favorito
Già, i protagonisti. Il favorito d'obbligo coincide con il vincitore uscente, ovvero Alexander Kristoff. Il norvegese della Katusha ha iniziato un 2015 tutto scintille, con 5 vittorie stagionali tra Qatar, Oman e Parigi-Nizza. È l'uomo adatto a questa corsa, a certi dislivelli, al maltempo previsto. Kristoff sarà controllato, molto più dello scorso anno (quando comunque non era uno sconosciuto) e ripetersi non sarà semplice. Può arrivare in volata ma non va sottovalutato in un'azione sul Poggio, sa tenere bene. Chi vorrà la volata è Mark Cavendish.
Il britannico dell'Isola di Man, una volta visto il tracciato della Classicissima, senza Manie né altri dentelli, ha incentrato il suo inizio di stagione su quella corsa che già lo vide vincitore nel 2009. Ha una squadra solidissima, la Etixx-QuickStep che può vantare l'iridato Michal Kwiatkowski come gregario di lusso e magari, chi lo sa, uomo dalle mille sorprese. Gli uomini di Lefevere di sicuro puntano tutto su Cannonball: o volata, o morte. Se Kristoff e Cavendish hanno iniziato la stagione con un totale di 11 vittorie, discorso diverso per Peter Sagan.
Il talento in forza alla Tinkoff-Saxo s'è sbloccato solo pochi giorni fa, durante la Tirreno-Adriatico, a Porto Sant'Elpidio, dopo un digiuno di 9 mesi. Non è confortato dunque dai risultati ma dalla condizione, quello sì. Sagan ha un rapporto di amore e odio con la Classicissima: troppe volte è stato dato per favorito, favoritissimo, quasi vincitore già da Milano, per poi non portarla mai a casa. Dopo un 17° posto nel 2011, lo slovacco ha colto un 4° posto nel 2012 (primo nel gruppo immediatamente alle spalle di Simon Gerrans, Fabian Cancellara e Vincenzo Nibali, che si giocarono la vittoria). Ci ha riprovato l'anno dopo, ma ha trovato sulla propria strada un inimmaginabile Gerald Ciolek. Nel 2014 ha chiuso al decimo posto, svuotato e poco brillante per sprintare. Ogni anno ci va più vicino, che sia giunto il suo momento?
Chi a Sanremo ha già vinto, come Cavendish, ha la lettera iniziale del cognome identica a quella di Cannonball: Fabian Cancellara nel 2008 fece vedere quali colpi di mano permettesse il nuovo arrivo di Lungomare Italo Calvino. Partì all'ingresso di Sanremo, lo rividero sul podio. In seguito il diretto di Berna ha colto tre piazze d'onore (2011, 2012 e 2014) ed un terzo posto (nel 2013). Il nuovo arrivo di via Roma, più vicino alla fine della discesa del Poggio, può favorire i suoi attacchi.
Gli uomini scaltri e veloci che ci fanno un pensierino...
Alle spalle di questi favoritissimi c'è una schiera di corridori, come in ogni Sanremo, che ha più di qualche pretesa.
Gli uomini scaltri e veloci che ci fanno un pensierino...
Alle spalle di questi favoritissimi c'è una schiera di corridori, come in ogni Sanremo, che ha più di qualche pretesa.
Juan José Lobato, spagnolo della Movistar, tiene in salita e va forte nelle volate, è un cliente scomodo, così come l'australiano Michael "Bling" Matthews, che alla Parigi-Nizza ha vinto una tappa, vestendo per un giorno la maglia gialla: per entrambi la condizione è ottima.
John Degenkolb non ha fatto più dell'ordinario alla "Corsa verso il Sole", Greg Van Avermaet è in ottima forma ed alla Tirreno-Adriatico l'ha fatto vedere; la sua BMC potrà contare anche su Philippe Gilbert, che la Classicissima non l'ha mai vinta, e su un Daniel Oss davvero in palla.
Attenzione a Ben Swift: il britannico classe '87 sarà l'uomo di punta di un Team Sky privo di Elia Viviani. Swift, terzo lo scorso anno a Sanremo, ha una buona gamba e l'ha dimostrato alla Parigi-Nizza; non va sottovalutato.
Nella roulette sanremese finiscono anche Edvald Boasson Hagen, strepitoso alla Tirreno in funzione di Gerald Ciolek, Michal Kwiatkowski e con lui Zdenek Stybar, André Greipel, che non ha mai vinto una monumento ma chi lo sa se la prima volta c'è sempre.
La Lotto-Soudal, non dovesse andare il Gorilla, può sempre contare su un Tony Gallopin uscito dalla Parigi-Nizza con una gamba superba.
E che dire di Nacer Bouhanni? Il ciclista-pugile della Cofidis lo scorso anno rimase stretto nei giochi di squadra della FDJ, che gli preferì Arnaud Démare.
Quest'anno ha una formazione tutta per sé, deve solo arrivare il più fresco possibile in via Roma. È determinato a vincere, non sarà così semplice, ma una possibilità la merita.
Il sopraccitato Arnaud Démare non ha ancora vinto in questa stagione (se è per questo, nemmeno il rivale Bouhanni) e a sorpresa potrebbe centrare una bella prestazione. Come molti, moltissimi altri.
Pioggia sulla Sanremo. Per il terzo anno consecutivo
Non si correrà sotto il sole, è noto da una settimana. Sarà una Milano-Sanremo bagnata, per il terzo anno consecutivo, e questo condizionerà l'andamento della corsa. Chi volesse provare a tendere un trappolone agli avversari e si trovasse bene in determinate condizioni, non ci penserà due volte. Alla faccia del Mondiale di primavera.
Pioggia sulla Sanremo. Per il terzo anno consecutivo
Non si correrà sotto il sole, è noto da una settimana. Sarà una Milano-Sanremo bagnata, per il terzo anno consecutivo, e questo condizionerà l'andamento della corsa. Chi volesse provare a tendere un trappolone agli avversari e si trovasse bene in determinate condizioni, non ci penserà due volte. Alla faccia del Mondiale di primavera.
Curiosità: dal 2008, anno in cui l'arrivo è stato spostato sul Lungomare Italo Calvino, la Classicissima è finita per 4 volte nelle mani di un corridore uscito dalla Tirreno-Adriatico (Cancellara nel 2008, Cavendish nel 2009, Freire nel 2010 e Ciolek nel 2013) e per 3 a uno che veniva dalla Parigi-Nizza (Goss nel 2011, Gerrans nel 2012 e Kristoff nel 2014).
E domani sera chi sarà il più felice di tutta Sanremo?
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