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Visualizzazione dei post da maggio, 2015

Keisse sorpresa a Milano, Contador trionfa

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E' stato il Giro delle sorprese, anche se a vincerlo è stato il grande favorito: Alberto Contador. Lo ha vinto da monarca illuminato, anche se la squadra più forte è stata l'Astana dei suoi compagni di podio: Fabio Aru e Mikel Landa Meana, rispettivamente la conferma e la rivelazione di questa 98esima corsa rosa. Aru, dopo il terzo posto al debutto un anno fa, è salito di un altro gradino verso un futuro prossimo che - parola di Contador - sarà roseo. Landa, il migliore in salita e anch'egli come il suo capitano vincitore di due tappe, a un certo punto il Giro ha persino sognato di vincerlo. Ordini di scuderia, salendo sul Colle delle Finestre, gli hanno intimato di aspettare Aru, ma alla Vuelta le gerarchie potrebbero anche cambiare. Nel Giro delle sorprese, è capitato anche che la tradizionale passerella di Milano si sia conclusacon una fuga a due anziché la consueta volatona di gruppo. Sul traguardo di corso Sempione l'ha spuntata il belga Iljo Keisse

Aru alla Pantani, chapeau Contador

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Merano e Aprica per Pantani al Giro '94. Cervinia e Sestriere per Aru al Giro 2015. Due imprese consecutive che fra loro c'entrano poco, ma come si fa a resistere alla suggestione. Marco aveva 24 anni, Fabio ne compirà 25 il 3 luglio. Il Giro del '94 lo vinse Evgenij Berzin davanti al Pirata e a Miguel Indurain; il Giro del 2015 lo ha già vinto Alberto Contador davanti al duo dell'Astana Aru e Landa, il basco che kl'ammiraglia del team kazako ha fermato per aspettare il capitano. E cercare di fargli vincere il Giro. Un Giro che l'Astana ha dominato, 5 vittorie, una in più della Lampre, e corso in maniera non sempre avveduta. Alla fine ha vinto il più forte, il Pistolero della Tinkoff, che sul terribile sterrato del Colle delle Finestre - cima Coppi a quota 2178 metri - ha vissuto la sua giornata più difficile. Ma il Contador al terzo successo rosa in carriera, compreso quello revocato del 2011, è un corridore completo, scafato, maturo. Ha resistito alla cr

L'Impresa di Aru, Contador comanda

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Ci si attendeva l'impresa, e a Cervinia l'impresa è arrivata. Non l'ha centrata la maglia rosa, un Alberto Contador ormai già padrone del Giro; ma la grande speranza bianca, Fabio Aru, maglia di leader della classifica dei giovani ed esultanza quasi calcistica.  Secondo successo in carriera al Giro, un anno dopo il capolavoro di Montecampione che lo rivelò al grande pubblico. Dopo tanti giorni difficili - su tutti il calvario patito sul Mortirolo - Aru s'è ripreso il secondo posto (ora a 4'37" dal Pistolero) e i gradi di capitano. Davanti ai dirigenti del team, appena arrivati dal Kazakistan, la squadra diretta dal gm Vinokourov e dal diesse Martinelli ha centrato la quarta vittoria dopo il numero di Tiralongo a San Giorgio del Sannio e la doppietta consecutiva di Landa fra Madonna di Campiglio e Aprica. Contador ha corso, come sempre, con la testa prima ancora che con le gambe. Ha marcato a ruota Landa, riscivolato terzo a 5'15" nella gen

Numero di Gilbert, vendetta di Contador

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Due fuoriclasse al Giro.  Uno - Philippe Gilbert - trasforma l'inedito Ologno nel suo personalissimo Cauberg e va a vincere in solitaria la sua terza tappa rosa, la seconda in questa edizione dopo quella del "numero" sul Monte Bérico.  L'altro - Alberto Contador - si vendica dell'affronto di martedì dopo la foratura in discesa dall'Aprica e affonda l'Astana, stavolta costretta a inseguire dopo la caduta e il cambio ruota di Landa ai -50 km dal traguardo di Verbania. Il Pistolero all'arrivo ha smorzato i toni, ma quell'attacco congiunto di Aru e Landa - poi punito con la spettacolare rimonta sul Mortirolo - se lo era legato al dito. E appena ha potuto, ha restituito il favore. Con gli interessi. Contador chiude a 6'05 dall'ex campione del mondo, ma rifila 1'13" alla coppia Astana e in classifica rafforza il primato portando il vantaggio a 5.15 su Landa, secondo, e 6.05 su Aru, terzo. Giro chiuso? A meno di imprevisti sì,

Heysel, 29 maggio, trent'anni dopo

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Ventinove maggio. Non serve aggiungere: 1985. L'annus horribilis del calcio europeo: nell'arco di sei settimane, gli incidenti di Luton il 13 marzo, il rogo di Bradford l'11 maggio e, il 29, il crollo del famigerato settore Z all'Heysel per la furia omicida degli hooligans. Non serve perché l'Heysel - dal nome del quartiere dello stadio di Bruxelles poi intitolato a re Baldovino - è una di quelle tragedie che ti rimangono dentro per sempre. Chiunque l'abbia vissuta, anche solo di riflesso, o davanti la tv, ricorda dove e con chi fosse e cosa stesse facendo durante quella finale di Coppa dei Campioni fra Liverpool e Juventus. Sì, perché quel ventinove maggio la finale si giocò: per motivi di ordine pubblico. E' stata, e lo sarà per sempre, una sciagura-spartiacque. Per le immani proporzioni - 39 morti (di cui 32 italiani) e oltre 600 feriti -, il luogo (un impianto inadeguato e fatiscente) e le modalità con le quali è avvenuta; per l'impreparazione de

Bis di Modolo, poker Lampre-Merida

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Dopo il bis di Mikel Landa, quello - non consecutivo - di Sacha Modolo. Già profeta in casa a Jesolo, il 27enne velocista di Conegliano s'è ripetuto allo sprint a Lugano - unico sconfinamento estero di questa edizione - e ha regalato alla Lampre-Merida, l'unico team italiano World Tour, e l'unica squadra a quota quattro successi in questo Giro: l'impresa di Jan Polanc sull'Abetone, il riscatto di Diego Ulissi a Fiuggi, poi la doppietta di Modolo. Uno che al Giro mai aveva vinto, e che adesso ci ha preso gusto. Al punto da baciare l'asfalto, un gesto che ha ricordato da vicino l'inchino del compagno Ulissi a Fiuggi. Anche stavolta è stato fondamentale il treno Max-Ferro, al secolo Maximiliano Ariel Richeze e Roberto Ferrari. Dopo aver guidato la caccia al comasco Paolini - tradito dal vento e dalle moto su strade che pure conosce a memoria - perfetta, la Lampre-Merida, nel pilotare Modolo, poi bravissimo a bruciare sul traguardo Giacomo Nizzolo e lo s

Fantasmi di neve sul Gavia

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http://oldsite.cicloweb.it/articolo/2015/05/27/il-mio-giro-di-paolo-viberti-fantasmi-di-neve-sul-gavia-assideramenti-ipotermia- Assideramenti, ipotermia, una giornata ai limiti tra leggenda e follia di Paolo Viberti, 27 maggio 2015 TIRANO. Intorno all'ora di pranzo di ieri il gruppo dei corridori del 98° Giro d'Italia si è immerso nell'accoglienza di Pontedilegno, dopo la discesa infinita del Passo del Tonale. E a me è venuto in mente quante pagine leggendarie siano state scritte sui tornanti di una delle montagne classiche della Corsa Rosa, il leggendario Passo Gavia che parte proprio da lì e che il mio amico Tarcisio Persegona ha scalato più di 400 volte nonostante abbia sorpassato da un pezzo la metà del cammino tra i settanta e gli ottant'anni. E così stamani mi sono ripromesso di raccontarvi che cosa accadde nella tappa del Giro del 1988 che prevedeva lo scollinamento sul Gavia. Fu quella una delle pagine più drammatiche nella storia della Cor

Landa-bis sul Mortirolo, Contador "vince" il Giro

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Alberto Contador il Giro non lo ha ancora vinto, ma a perderlo - dall'Aprica a Milano - adesso può essere solo lui. La maglia rosa ha compiuto l'ennesimo capolavoro scalando il Mortirolo con 50" secondi di ritardo dal gruppetto di testa; ai meno sessanta dal traguardo, in discesa dopo il primo passaggio sull'Aprica, ha forato e prima con la squadra e poi senza gregari è andato a riprendere i fuggitivi, staccando Aru e lasciando via libera per il secondo giorno consecutivo all'altro big dell'Astana, il basco Mikel Landa; che la gerarchia della strada ha nominato capitano di fatto del team kazako. Oltre a rivoluzionare ancora la classifica, il tappone più duro di questo Giro ha scritto anche altri verdetti: al secondo posto Landa ha scavalcato il compagno Aru e ora insegue la maglia rosa a 4'02", ARU - settimo al traguardo - è terzo a 4'52". Sopresona di questo Giro è Steven Kruijswijk, 27enne olandese che nel 2011 chiuse ottavo e all'Apr

Due terzi di Giro: A.A.A. il Pistolero cerca avversari

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di SIMONE BASSO , Il Giornale del Popolo , 26 maggio 2015 Il secondo e ultimo giorno di (meritato) riposo, in quel di Madonna di Campiglio, ci introduce alla settimana finale del Giro 2015. Una corsa rosa tiratissima, mai banale, e indirizzata - come da pronostico - verso il bis di Alberto Contador. È un mantra sottovalutato da molti: più la gara è dura, selettiva, maggiore è il margine del grande favorito rispetto alla concorrenza. Il madrileno, che abita a Lugano, domenica - durante la frazione dolomitica che portava al Rifugio Patascoss - brillava per la pedalata (en danseuse, elegante quanto efficace) e la sua solitudine, in mezzo a tante maglie Astana. Dall'abbrivio dell'anno, la Tinkoff-Saxo non si dimostra all'altezza dei suoi due capitani (l'altro, per le classiche, è Peter Sagan). La querelle Rijs, licenziato dal boss Oleg Tinkov, ha esemplificato ulteriormente le difficoltà di gestione del gruppo. La superiorità di Contador in questo Giro, la crono da T

Wiggo, è l’Ora per la storia

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7 giugno a Londra, caccia ai 6000 posti in tribuna di PAOLO MARABINI, La   Gazzetta dello Sport Domenica, alle 16.35, Bradley Wiggins ha chiuso sulla pista del velodromo di Roubaix la sua seconda era ciclistica. E ieri mattina — smaltita la fatica di pietre e polvere della madre di tutte le corse, asciugata la lacrimuccia dopo il bailamme di emozioni che hanno accompagnato il suo commiato dal grande circo della strada — ha aperto ufficialmente la terza. E probabilmente ultima. SARÀ SOLD OUT? - Il dado è tratto, l’assalto al record dell’Ora da parte del Baronetto, infatti, adesso ha anche una data precisa, l’unico dettaglio che ancora doveva essere annunciato: domenica 7 giugno. E a questo punto si può scatenare la caccia al biglietto. La prevendita per i tagliandi di quello che si preannuncia come uno degli eventi sportivi assolutamente da non perdere in questa stagione si apre domattina (17 aprile 2015, ndr) alle 10. Volete esserci? Cliccate su tickets. sky.com/cyclin

Contador, due settimane da dio

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Due terzi di Giro, un padrone incontrastato e, a quanto pare, incontrastabile. Questo almeno il verdetto delle prime due settimane di corsa, sin qui dominata da Alberto Contador per manifesta superiorità. A metterlo in difficoltà non ci sono riusciti gli avversari, la forza di squadra dell'Astana e nemmeno le cadute a Castiglione della Pescaia e a Jesolo. Il Pistolero è il signore in rosa, e pur non vincendo a Madonna di Campiglio - 16 anni dopo Pantani - ha corso ancora una volta da fuoriclasse. Chiuso nella morsa Aru e Landa, primo al traguardo davanti al russo Yury Trofimov e allo stesso Contador, è sempre stato in controllo. Scattando persino sul traguardo volante di Pinzolo - a 20 km dall'arrivo - per arraffare altri due secondi che scavano un solco ancora più profondo su  Aru, secondo nella generale a 2'35", e rafforzano una leadership mai in discussione. Fabio però merita il massimo rispetto, perché è l'unico big capace ancora di dare battaglia. Nei

Contador fa saltare il Giro

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Non gli era mai successo, nei tre grandi giri, di perdere la maglia di leader prima di averli finiti. Ovviamente, sempre da vincitore. Gli è capitato per quella caduta ai -3,2 km da Jesolo, nella 14esima tappa, e il giorno dopo - nella crono "à la Indurain" di quasi 60 km da Treviso a Valdobbiadene - Alberto Contador voleva dare un segnale.  E così, nella terra del prosecco, col tappo sono saltati il banco e pure Fabio Aru ,  Rigoberto Urán Urán  e Richie Porte . I quattro tenori ora ridotti a uno: il Pistolero, terzo a una manciata di secondi dagli specialisti  Vasil' Kiryenka e Samuel Sánchez. E tutto questo alla vigilia del primo tappone di montagna, che chiuderà la seconda settimana di corsa rosa. Ecco, il sogno rosa. E' durato un giorno quello di Aru. Partito male, il capitano dell'Astana ha faticato per tutto il percorso e ha chiuso a 29esimo a 3'01" da Kiryenka, 33enne bielorusso del Team Sky al terzo successo al Giro dopo Monte Pora

Modolo profeta in casa, Aru storico rosa

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Come la sua Sardegna l'aspettava e sognava da sempre, la maglia rosa. È arrivata nella tappa che non t'aspetti: dopo i suoi due giorni più difficili e dopo 147 km piatti piatti, sotto la pioggia, da Montecchio Maggiore a Jesolo. Classica frazione di trasferimento per velocisti, addirittura sotto il par dei 150 km minimi richiesti per i rifornimenti. E infatti è finita col volatone di gruppo, scremato però ai meno 3,2 km dal traguardo - quindi 200 metri prima della neutralizzazione - con una caduta generale che, - alla vigilia della crono da Treviso a Valdobbiadene, ha stravolto le gerarchie. A farne le spese sono stati la maglia rosa Contador e lo sfortunatissimo Richie Porte di questo Giro.Il Pistolero - cui prontamente ha ceduto la bici il suo gregario Tosatto - ha perso 40 secondi e ora insegue di 19" il nuovo leader Aru; il tasmaniano, che ha chiuso sul mezzo del compagno Kirienka, adesso è sedicesimo a 5'05". Allo sprint ha vinto il veneto Sacha Modo

Premier, ultimi verdetti

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Non sono bastate 37 giornate per scrivere i verdetti definitivi della Premier League numero 22.   In Champions diretta, oltre al Chelsea campione, vanno City e, a meno di improbabili ribaltoni, l'Arsenal, terzo a quota 76 e superabile solo per l'aritmetica. A meno che non perda in casa col West Brom e lo United seppellisca di gol a domicilio l'Hull City di Steve Bruce, che contro il suo passato si gioca la salvezza e il futuro.  Lo United insegue l'Arsenal anche nella differenza reti: +7 per i Gunners e quindi dovrà accontentarsi dei preliminari. Risultato non disprezzabile per com'era cominciata l'avventura van Gaal, ma obiettivo minimo per un club il cui debito, complice la debolezza del dollaro, è cresciuto del 12 percento fino a sfiorare i 400 milioni di sterline. E che per la prossima stagione ha già bruciato PSG e Liverpool per Memphis Depay, ala della nazionale olandese e del PSV neocampione di Eredvisie. A proposito di Liverpool: al terzo anno se

Gilbert e Contador, "numeri" da campioni

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Un numero da ex campione del mondo per Philippe Gilbert. E uno da padrone del Giro per Alberto Contador. Tutt'altro che interlocutoria la 12esima tappa, 190 km di pioggia e freddo da Imola a Vicenza, vinta dal fuoriclasse belga con uno scatto dei suoi. Ai meno 400, sullo strappo che porta al Monte Bérico, Gilbert è uscito allo scoperto con un colpo da finisseur purissimo, lasciando a tre secondi la maglia rosa e Diego Ulissi, sfortunatissimo terzo nonostante una caduta e i guai meccanici che lo hanno costretto a rimontare nel traffico.  Gilbert, però, su arrivi come questo è di un'altra categoria. A marzo, prima della Sanremo, era venuto con Fabio Baldato - da due anni suo diesse alla BMC - a visionare il percorso della tappa. E due mesi dopo ha dimostrato di aver studiato. Su queste strade Vicenza vuole ospitare il mondiale 2020; Gilbert avrà 38 anni, Ulissi solo 31. Uno in più di quanti ne aveva Philippe iridato a Valkenburg 2012. Professionista dal 2003 e re delle

Echoes' Cycling Biography #4: Jean-Pierre Monseré

September 08, 2013, 14:12 Introduction This biography is meant to be published on September 8 2013 for the 65th anniversary of Jean-Pierre Monseré's birth. His pro career being brutally shortened by tragedy it looks as if this biography might be very short, but there was a life before the World title, the "default" Lombardy victory and the tragic crash at the kermess of Retie. Mark Van Hamme already made a great biography in Dutch of the former World Champion called "Jean-Pierre Monseré: voor altijd 22" (Roularta Books, 2010), one of the best cycling biography that there is, on which this one is mainly based (though information from other sources is added). He was born in a factory worker's house to a poor factory working district of Roeselare that the richer merchants from downtown sarcastically called 'Krottegem'. The district is famous for a bitter beer called Rodenbach (usually drunk with grenadine) and for the impressive number of cycling