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Visualizzazione dei post da luglio 4, 2017

L'innocenza perduta di Peter Pan Sagan

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Peter Sagan espulso dal Tour de France. Non un campione qualsiasi, ma il due volte campione del mondo. Il corridore più forte nelle corse di un giorno, quello più istrionico e popolare. Per carisma, l'unico degno successore di "Super" Mario Cipollini.  È la dura legge del Tour: si chiama Grande Boucle , la grande corsa, perché è il Tour che fa grandi i corridori, non i corridori il Tour.  In passato però sono starti mandati a casa Steels nel '97, Blijlevens nel 2000, Renshaw (l'ultimo vagone dello stesso Cavendish) nel 2010, e Sepulveda nel 2015. Nomi anche importanti ma mai superstar come l'ex Peter Pan del ciclismo globale e globalizzato. Un'icona dei social, un attore mancato - da Grease agli spot-remake di Rocky IV e Il gladiatore - ma soprattutto un campionissimo capace di segnare un'epoca come i grandissimi del passato. Un talento sconfinato, capace di vincere e perdere dappertutto, e di dissertare d'immigrazione appena vin

Sagan e Cav a casa, vince Demare

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Tutto in 24 in ore, il meglio e il peggio di Peter Sagan: dal numero da alieno di Longwy (col salto di pedale) all'umanissimo gomito largo di Vittel che ha mandato sulle transenne Mark Cavendish, un altro bucaniere delle volate a sua volta impunito nel 2013 e finito a terra, al via del Tour 2014, nella tappa di Harrogate, davanti alla finestra di mamma Adel(e).  Apriti cielo. La volata la vinceva Arnaud Demare, che a sua volta aveva tagliato fuori più Aleksander Kristoff, secondo, che André Greipel. Per il francesino dagli occhi azzurro mare è il primo successo alla Grande Boucle, il secondo più importante della carriera dopo la Sanremo 2016, vinta, sussurrano i maligni, rientrando dalla caduta grazie alla scia delle ammiraglie. Sagan, sul rettilineo troppo stretto di Vittel (ma il Comune dell'omonima sorgente termale è da dieci anni nel cosiddetto "top club" dei cinque mega sponsor del Tour), aveva chiuso secondo.  Penalizzato di 30 secondi e retr