Sanremo 2019 - Alaphilippe, una fame da lupi
Alaphilippe e Wolfpack doveva essere, e Alaphilippe e Wolfpack è stato. La Strade Bianche al primo colpo. La (prima) Monumento che ti cambia la carriera due anni dopo averla sfiorata. Per la serie, ma allora anche la critica qualcosa ne capisce e qualche volta ci prende. Julian Alaphilippe, sulle sue esili eppure larghissime spalle di predestinato, gli occhi addosso li aveva tutti: quelli del pronostico e quelli degli avversari. Intruppato per sei ore buone di corsa, si è visto – eccome – negli ultimi quaranta minuti. Quelli della vita. Perfetto il suo affondo ai -700 metri dalla vetta del Poggio (5'50" sui 3,7 km di salita; 5'54" il record di Fondriest e Jalabert del 1995). E perfetta la tattica Deucenink-Quickstep di quel genialoide dell’ammiraglia che in carovana chiamano il Mourinho del ciclimso: Davide Bramati. Prima punta Viviani per le volatone di gruppo, Alaphilippe in caso di sprint ristretto, parso subito inevitabile quando, dopo i 250 ...