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Visualizzazione dei post da marzo 16, 2018

Angelo Giacomino, il capitano dei campioni

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di CHRISTIAN GIORDANO © in esclusiva per RAINBOW SPORTS BOOKS © Militare dentro e fuori.  E crediamo, per lui, di fargli il più grande complimento.  Inquadrato sì, per sua stessa ammissione, ma con quella profonda umanità che – ancora oggi – tanto lo ha fatto amare dai suoi (ex) ragazzi. Angelo Giacomino, casertano di nascita e brianzolo di adozione, ha comandato per un decennio la Compagnia Atleti di Milano. Primo amore il calcio. Il ciclismo, a lui sin lì sconosciuto, la passione della maturità.  Cicloamatore lui stesso, ancora tiratissimo, mi accoglie a casa sua con cortesia e affabilità. Ma siccome puoi tirar via un uomo dal sud ma non il sud da un uomo, dopo una reciproca fase di studio (più mia, da obiettore convinto, che sua) dilaga come un fiume in piena e apre l’album dei ricordi.  A registratore spento, mi mostra anche quello vero con le immagini di una vita da militare in carriera: dalle foto con i suoi tanti futuri campioni avuti ai suoi ordini a quelle dell

Lo Schiavo: «Sappada un colpo di mano, ma Visentini mollò»

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di CHRISTIAN GIORDANO © in esclusiva per RAINBOW SPORTS BOOKS © Oggi vicedirettore di Bicisport, la più antica (1976) rivista italiana di ciclismo in cui entrato nel 1983 dopo le esperienze al Resto del Carlino a Pesaro e a Stadio a Bologna, Tony Lo Schiavo (a destra nella foto) al Giro del 1987 era presente come inviato.  Lo incontro al ritiro accediti della Milano-Sanremo vinta l'indomani da Vincenzo Nibali e gli chiedo di salire nella macchina del tempo per un salto indietro di 31 anni. La Fabbrica del Vapore Milano, venerdì 16 marzo 2018 - Tony Lo Schiavo, visto che eri là, se ti dico Sappada, il tuo primo pensiero qual è? «La grande lite tra Visentini e Roche. La tappa colse tutti di sorpresa. Nessuno si aspettava una cosa del genere. Nello svolgimento, prima ancora dello stupore, in sala stampa c’era la convinzione che potesse essere un’azione concordata. Poi quando entrò in azione Schepers, che diede sostanza all’azione di Roche,

Marco Pastonesi, il cantore dei gregari

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di CHRISTIAN GIORDANO © in esclusiva per RAINBOW SPORTS BOOKS © Ventitré anni in Gazzetta ad arabescare di rugby e ciclismo. Penna finissima, Marco Pastonesi è più che un maestro. Studi classici, una laurea in giurisprudenza lasciata per fare tanto marciapiede, la gavetta del suo vero mestiere: «Papà, ti ringrazio per avermi appoggiato in questo percorso ma non è la mia strada». Di lì, forse – o meglio, anche – una sensibilità unica nel pescare e raccontare le storie degli umili, dei dimenticati, dei non campioni.  Genovese, classe ’54, un passato da rugbista in Serie A, ha seguito da inviato quattro Coppe del mondo e diciotto Sei Nazioni di rugby, un’Olimpiade, quindici Giri d’Italia, dieci Tour de France, quattro Giri del Ruanda e uno del Burkina Faso. Lo incontro al termine della presentazione, da lui moderata, di Dodici secondi, l’autobiografia di Gianbattista Baronchelli che a Pastonesi deve il titolo e la prefazione. Biblioteca Civica “Monsignor Enric

Mauro Vegni: «Non chiamatemi patron»

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di CHRISTIAN GIORDANO © in esclusiva per RAINBOW SPORTS BOOKS © Toscano atipico, Vegni. Senese di Cetona, classe 1959, antipersonaggio per vocazione più che per scelta. Quella casomai è per l’understatement, profilo basso e competenza alta. Un tecnico, nella migliore accezione. La vetrina quasi la subisce. Non vi si sottrae, perché al ruolo  compete, m a non la cerca. Lo aspetto, e lo colgo a guardia abbassata, al ritiro accrediti alla vigilia di una storica Sanremo. Quella vinta da Vincenzo Nibali. Mauro Vegni è dal 2012 direttore Rcs Corse. L'umanità e le buone maniere, quelle son sempre state sue. E qui l'essere corporate non c'entra. Anzi.  Fabbrica del Vapore Milano, venerdì 16 marzo 2018 - Mauro Vegni, un fardello pesante ma gratificante, quel fil rouge della tradizione: Torriani, Castellano, fino a lei.  «Ma sì, anche se ognuno di noi con le sue specifiche particolarità. Mi fa piacere l’accostamento a Torriani, però lui rimane il

Carlo Chiappano

Il 16 marzo 1941 nasceva a Varzi Carlo Chiappano , vincitore in carriera di una Tirreno-Adriatico ed una tappa al Giro di'Italia, nonché direttore sportivo che ebbe il merito di lanciare Giuseppe Saronni. Una figura che il ciclismo ricorda quasi con gli aloni del mito, per i contenuti che Carlo ha trasmesso a questo sport nei vari ruoli che lo han visto protagonista e per quella tragica morte, sopraggiunta a 41 anni, causa un incidente stradale. Chiappano stava diventando un "Pezzi", forse, alla lunga, un " Guillaume Driessens ", in altre parole un tecnico-nocchiero che l'osservatorio stava imparando a trattare e menzionare come un campione sui pedali. Anch'egli era stato qualcuno sulla bicicletta, anzi un corridore assai più forte di quanto non dica il curriculum. Dopo 49 affermazioni fra le categorie minori, era passato prof con la Legnano dell'Avvocatt Pavesi e, successivamente, aveva indossato altre prestigiose maglie: quelle della Sanso