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Visualizzazione dei post da luglio, 2019

Supercoppa di Germania: ancora Bayern-Dortmund

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Sabato 3 agosto sarà già calcio vero: si assegna il primo trofeo. La Supercoppa di Germania anticipa di un giorno il Community Shield fra Manchester City e Liverpool. E per la settima volta nelle ultime dodici, la giocheranno Bayern Monaco e Borussia Dortmund. Come gli inglesi col City vincitore di Premier e FA Cup, anche i tedeschi col Bayern vincitutto, per avere una partita han dovuto pescare la seconda. E alla faccia del regolamento, che dal 2011 prevede come sede lo stadio di chi ha vinto la Coppa, non si giocherà alla Allianz Arena bensì al Signal Iduna Park, dove il "Muro Giallo" proverà a colmare il gap di due punti che han regalato ai bavaresi la settima Bundes consecutiva. In campo ci proverà il secondo Dortmund della gestione-Favre. Il cui primo obiettivo estivo era ridurre la rosa di 34 e, con due occhi al bilancio, pure migliorarla: 158 milioni di euro spesi, contro i 42,5 incassati, che potrebbero salire a 45 se a fine stagione il Sassuolo riscatter

M.I.A. - MISSING IN ACTION

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The 2019 Giro came down to a battle between the conf l icting talents and personal ities of Vincenzo Nibal i and Primož Rogl ič. But whi le they fought each other to a standsti l l , Richard Carapaz stepped over the bodies to take the overal l win. Procycl ing looks at how he did it Writer: Barry Ryan Procycling, August 2019 Every edition of the Giro d’Italia, it seems, exists as a function of the race’s past . “There are only two or three human stories”, Willa Cather wrote in her 1913 novel O Pioneers ! “And they go on repeating themselves as fiercely as if they had never happened before.” Her words could be applied readily to the Giro d’Italia, where some familiar plotlines have a habit of repeating themselves year after year, and generation after generation: head-to-head duels, late collapses and comebacks, epic mountain stages held in epic weather, betrayals...  At first glance, the 2019 Giro seemed no different in this regard, but come the final weekend, it was

Campi Elisi a Ewan, baby Bernal la nuova era

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Ha ringraziato in spagnolo la sua Colombia, in italiano il Paese dove è diventato corridore, in inglese il Team Ineos con cui ha vinto - testuale - "il suo primo Tour de France", e in francese la Francia per la corsa più importante al mondo. Egan Bernal, 22 anni e 196 giorni è la più giovane in un secolo di maglie gialle, il terzo assoluto considerando i pionieri Henry Cornet 1904 e François Faber 1909. Due podi nella mountain bike, due anni alla Androni di Gianni Savio e al secondo Tour, eccolo in cima al podio: a 1'11" dal compagno Thomas, vincitore un anno fa, e Steven Kruijswik al primo piazzamento dopo sedici grandi giri. Mai nella storia un margine così ridotto fra i tre sul podio: 1'31". Prima della festa per il primo sudamericano in giallo a Parigi, e terzo non europeo dopo LeMond 1986 e Evans 2011, tradizionale passerella e volata sui campi Elisi.  Da McEwen a Ewan, diciassette anni dopo la doppietta di Robbie (1999, 2002) ecco

In Chris We Trust

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EDWARD PICKERING -  Editor Procycling UK - ISSUE 258 / AUGUST 2019 Have we seen the last of Chris Froome as a Tour winner, even as a racing cyclist? When news of Froome’s injuries from a training crash at the Dauphiné emerged, my initial reaction was that they looked career-threatening. It’s not just the injuries - broken femur, ribs, neck, sternum and elbow. It’s the stage of his life and career as well. A young rider would have time to rebuild and restart their career, while Froome is 34. Only one rider older than 34 has won the Tour, and that was in 1922 (Firmin Lambot, 36). Age wouldn’t have been on the Brit’s side going into this year’s Tour. Going into next year’s after a long and complex rehab will be a new ball game. That said,I know not to write him off. He doesn’t have to come back - he’s made his money and his reputation. But he will. Or at least he’ll put everything into trying.  I also wonder if the cycling world will learn to love Chris Froome. Of course, he h

"Shark Attack" Nibali a Val Thorens, Bernal re bambino

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"Mai sottovalutare il cuore di un campione", lo ripeteva sempre "Rudy T" Tomjanovich, leggenda NBA in campo e due anelli in panca agli Houston Rockets. Se poi il campione ha la classe e l'orgoglio infiniti dello Squalo, guai a darlo per finito. Ai -13 km della sua ultima chance in un Tour che, dopo il secondo posto al Giro, neanche avrebbe voluto correre, ha salutato tutti ed è andato a prendersi, a cinque anni esatti dal suo trionfo giallo, il successo numero 53 in carriera. Il sesto al Tour, il 16-esimo nei grandi giri, compresa la cronosquadre a una Vuelta. Questa Grande Boucle , l'ha vinta - come da pronostico dopo l'impresa sull'Iseran dimezzata dal maltempo - Egan Bernal, primo sudamericano che arriverà in giallo a Parigi.  E terzo più giovane vincitore di sempre: 22 anni e 194 giorni. Dopo 59,5 km di corsa, gli ultimi 33 di salita dura, a Val Thorens l'ideale passaggio di testimone dal compagno Geraint Thomas, primo un

Natural Bernal Killer e lacrime di Pinot

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Sul tetto d'Europa e del Tour neve, grandine, frane. E lacrime. Ma non dite che è nata una stella, perché Egan Bernal lo era già. Sull'Iseran, s'è solo consacrata: a 22 anni, l'ultimo fu Fignon, si veste di giallo un predestinato. Il terzo colombiano dopo Victor Hugo Pena nel 2013 e Fernando Gaviria nel 2018. Peccato che per il "Messi del ciclismo", copyright del suo team principal Dave Brailsford, sia stata festa a metà. Secondo tappone del trittico alpino neutralizzato ai -37 dall'arrivo di Tignes: e tempi presi ai 2770 metri dell'Iseran: primo Bernal con 8" di abbuono, a 13" Simon Yates, a 40" Warren Barguil. L'ex maglia gialla Julian Alaphilippe, scollinata a 2'05", non ha così potuto recuperare in discesa prima dell'ultima scalata.  Strade impraticabili, secondo l'Articolo 2.2.029 citato nella decisione 19 della giuria di commissari. Nibali ha cercato di spiegarlo, eufemismo, a Rigoberto Urán Ur

Ecco chi è la nuova maglia gialla Bernal, il “Messi del ciclismo”

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https://www.gazzetta.it/ciclismo/tour-de-france/26-07-2019/tour-france-2019-bernal-messi-ciclismo-3401184651010.shtml Il 22enne colombiano è nato lo stesso giorno di Pantani, il 13 gennaio. Ha scoperto il mare in Sicilia ed è cresciuto in Piemonte Claudio Ghisalberti Gazzetta.it, 26 luglio 2019 L’uomo del giorno, e del Tour, si chiama Egan Arley Bernal Gómez ed è nato a Zipaquirá, 2.650 metri di quota nel dipartimento di Cundinamarca, il 13 gennaio 1997 (13 gennaio come Marco Pantani). Il suo primo risultato lo ottiene nel 2014, ai mondiali juniores di mountain bike di Lillehammer dove conquista l’argento alle spalle del danese Simon Andreassen, un fenomeno della categoria che vive già con contratti d’oro. L’anno dopo, ad Andorra, il danese rivince, Egan è di bronzo. I due hanno procuratori italiani, Moreno Nicoletti per il danese, Paolo Alberati e Maurizio Fondriest per il colombiano. Alberati se lo porta a casa, in Sicilia, con un volo Barcellona-Catania. Scopre l’Et

La stagione dei sequestri di persona

https://mafie.blogautore.repubblica.it/2019/07/26/3373/ a cura della redazione di Cosa Vostra  blog la Repubblica - 26 luglio 2019 Nel libro “Mafia come M” abbiamo voluto inserire anche la stagione dei sequestri di persona avvenuta in Veneto tra gli anni Settanta e l'inizio degli anni Novanta.  Infatti, spulciando le cronache giornalistiche di qualche decennio fa, ci siamo accorti di quante persone siano state rapite da organizzazioni criminali per ottenere i soldi dei riscatti. Vicende spesso dimenticate e poco conosciute, così come i nomi delle vittime e i drammi familiari collegati.  “In Veneto , ad esempio, la Mafia del Brenta si era resa protagonista di alcuni rapimenti, spesso fallimentari, come nei casi di Marina Rosso Monti e dell'industriale Renato Andretta.   Poi anche l'anonima sequestri aveva rapiti e successivamente liberato Gianni Comper e Sergio Mosole ; la 'Ndrangheta aveva sequestrato Carlo Celadon nel 1988 e rilasciato dopo 831 g

Quintana torna Condorito, Alaphilippe giallo in carrozza

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E anche oggi attacchiamo... oggi. Per la prima volta in questo Tour, Quintana dimostra ai suoi critrici, alla tra poc non piu sua Movistar ma soprattutto a se stesso di essere tornato il Nairo di un tempo. Il "Condorito" reale che vive ai tremila e che quando vuole fare un po' di altura va ad allenarsi dai genitori a quota tremila e seicento. Nel primo tappone del trittico alpino, con Vars, Izoard (dove scollina per primo Damiano Caruso) e Galibier, Quintana fa il vuoto. Rientra, nella generale, da 12° a 9'30" a 7° a 3'54", e scalza di un minuto il compagno Mikel Landa Meana. Dietro rispondono il redivivo Romain Bardet, nuova maglia a pois, con Thibaut Pinot il vero francesino per cui questa Grande Boucle è stata disegnata, e soprattutto l'altro colombiano, Egan Bernal, che, come Quintana con Landa, sembra correre contro anziché con e per il proprio co-capitano, Geraint Thomas, che Bernal scavalca al secondo posto di 5". Alla

Sappada per sempre

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«La storia è sempre scritta in modo sbagliato e quindi ha sempre bisogno di essere riscritta» – George Santayana di CHRISTIAN GIORDANO "Sappada" - © Rainbow Sports Books Trent’anni, e sembra ieri. Sappada: basta la parola. C’è chi ancora in testa ci attacca «l’affaire», o «il tradimento» o persino «il massacro» di: perché così è passato alla storia l’attacco (o presunto tale) di Stephen Roche alla maglia rosa, nonché suo (co?) capitano alla Carrera e campione uscente, Roberto Visentini. E da allora i due non si parlano più. Era il Giro d’Italia 1987. Sembra ieri, e invece sembra passato più che un secolo: altri tempi, altro ciclismo, altra Italia, altro mondo. Se siamo qui a scriverne, oltre trent’anni dopo, non è per cavalcare antichi e mai sopiti rancori. Né per rivangare chissà quali torti e misfatti. Bensì per perpetrare, di quel movimento, di quegl’anni, l’epica; e magari sfatare falsi storici, smascherare bugie vecchie e nuove, spazzar via luoghi comu

Yates de nuevo tu, ma è derby Pinot-"Alapholie"

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I primi sei in 2'14" nella generale, e per la prima volta Julian Alaphilippe in vera difficoltà. Secondo e ultimo tappone sui Pirenei, e la maglia gialla recupera così ai 1205 metri dell'inedito Foix (Prat d'Albis). Terzo arrivo in salita: da Limoux 185 km, di cui 60 di ascesa, con 4 GPM (tre di prima e uno di seconda categoria). L'attacco decisivo lo piazza Simon Yates, che vince, stavolta in solitaria, come giovedì a Bagnères-de-Bigorre. Ma il vero vincitore di giornata è Thibaut Pinot, primo il giorno addietro sul Tourmalet e capace, negli ultimi 2,5 km, di chiudere secondo su Landa e dimezzare lo svantaggio da Alaphilippe: da sesto a 3'12" a quarto a 1'50". Non fosse stato per il minuto e 40" persi nei ventagli alla decima tappa, ora sarebbe lì, a 10" dal primato. Guadagna anche Geraint Thomas, sempre secondo ma da 2'02" a 1'35". Terzo ancora Steven Kruijswijk a 1'47". Ma in casa Team In

Ala-Pinot: vive le Tourmalet, allez la France!

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Sul Tourmalet primo Thibaut Pinot, secondo Julian Alaphilippe in giallo. Per la ritrovata grandeur francese il presidente Macron non poteva scegliere tappone migliore. Il primo dei due pirenaici consecutivi, e dei sette di montagna a oltre quota duemila di questa Grande Boucle  numero 106.  Per 83 volte nella storia, ma solo la terza come arrivo, il "gigante dei Pirenei" ha spazzato via Bardet, Quintana e Adam Yates, e ridimensionato i sogni di bis di Thomas, che ha ceduto 36" nell'ultimo dei 19 km al 7,4% di pendenza media e 10,9% di massima; e che ora è secondo a 2'02". Ripresa la fuga di Nibali ai -22km, i big son rimasti in sei. Ai -250 metri Pinot saluta, e Alaphilippe pare l'unico capace di resistergli. Ma in gruppo, si sa, favori e alleanze contano. E così dopo Asiago al Giro, Laghi di Covadonga e Andorra alla Vuelta, Alpe d'Huez al Tour, Pinot infila la 31esima perla in carriera. Sesto a 3'12", chissà quanto rimpi

"Alapholie" Bergère

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Se la miglior difesa è l'attacco, Julian Alaphilippe l'ha presa alla lettera. Altro che temere di perderla, nel giorno dei cento anni della maglia gialla: nella crono di 27,2km da Pau a Pa, un super classico sui Pirenei, il 27-enne francese ha messo in fila tutti, specialisti per primi, lui che specialista non è, ma completissimo sì. E allora non solo l'ha difesa la maglia gialla presa alla terza tappa e riconquistata, sfilandola a Giulio Ciccone, all'ottava; l'ha addirittura rafforzata, rifilando 14" a Thomas, ora secondo anche nella generale a 1'26; e 36" a Thomas De Gendt e a Rigoberto Urán Urán. Alla vigilia dei due tapponi di montagna, e de Tourmalet (Souvenir Jacques Goddet, la Cima Coppi del Tour) dove un anno fa scollinò per primo, una dimostrazione di forza che fa sognare la Francia di poter vedere un francese in giallo a Parigi 34 anni dopo l'ultimo, Bernard Hinault. Il Tour non poteva festeggiare meglio il 100-esimo comp

Tre Nazionali 3x3 in campo a Lignano Sabbiadoro

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http://www.fip.it/news.aspx?IDNews=12343 Sabato 13 e domenica 14 luglio la Nazionale 3x3 Open Femminile e le Nazionali 3x3 Under 23 maschile e femminile parteciperanno a Lignano Sabbiadoro (Udine) alla tappa italiana dei tornei internazionali FIBA 3x3 Women’s Series e FIBA 3x3 Nations League U23.  Le partite si svolgeranno in Piazza Marcello D'Olivo, sul lungomare di Lignano Sabbiadoro .  Le gare saranno trasmesse live sulla pagina FIBA 3x3 di YouTube U23 Nations League:  https://youtu.be/7KjRs-d91TA dalle 9:30 Women's Series: https://youtu.be/nH8TOR4Dt-k dalle 18:30 L'evento è organizzato da Master Group Sport, advisor della Federazione Italiana Pallacanestro , in collaborazione con la FIP e ha il patrocinio del Comune di Lignano Sabbiadoro .  Nel corso delle due giornate sono previste performance dei Dunking Devils.  Domenica 14 luglio sono previsti collegamenti con Sky Sport 24. OPEN DONNE “La tappa delle Women’s Series di Lignano

Italia Softball riceve le maglie azzurre per Utrecht davanti al pubblico di Lignano

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http://www.fibs.it/it/news/52-nazionali-softball/45347-italia-softball-riceve-le-maglie-azzurre-per-utrecht-davanti-al-pubblico-di-lignano.html La presenza delle neo-campionesse d’Europa non è un fatto cui Lignano Sabbiadoro si dimostri indifferente. Non solo per il costante ‘assalto’ al team bus ma anche e soprattutto per le richieste di partecipazione a diversi eventi che le azzurre continuano a ricevere.  La cittadina balneare ospita la versione ‘mare’ del Gazzetta Summer Camp , così gli organizzatori non hanno perso l’occasione di invitare Italia Softball a incontrare e fare pratica con i partecipanti, per un pomeriggio in cui le atlete della Nazionale Senior e della U19 si sono trasformate in istruttori sul campo.  Ma avrà luogo nel pomeriggio di domenica 14 il momento in cui l’occasione ufficiale della consegna della maglia azzurra per il WBSC  Torneo di Qualificazione Olimpica Europa/Africa di Utrecht alle ragazze, si trasforma in una celebrazione e in un augu

San Martino di Lupari riabbraccia Marcella Filippi

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https://www.basketinside.com/siamo-donne/mercato-siamo-donne/a1-ufficiale-san-martino-di-lupari-riabbraccia-marcella-filippi/ 14 giugno 2019 Quando le strade si erano divise, poco più di un anno fa, più che un addio aveva la sensazione di un arrivederci. E oggi siamo lieti di annunciare che il cammino del Fila e di Marcella Filippi torna a unirsi: l’ala classe 1985 è infatti uno dei rinforzi delle Lupe in vista della stagione 2019/20. Tutti i tifosi gialloneri sanno già di chi parliamo. Filippi è stata uno dei simboli dei successi in A1 del Fila, di cui ha vestito la maglia per quattro stagioni, dal 2014 al 2018 . Anni pieni di soddisfazioni, con più di 100 partite ufficiali chiuse a quasi 8 punti di media, e 132 triple realizzate. Ora Marcella torna a San Martino, sotto la guida di coach Abignente con cui ha lavorato in passato anche a Udine . E lo fa con un palmarès che nel frattempo si è arricchito di prestigiosi titoli. Negli ultimi dodici mesi infatti si è pri

Leonis Roma: rinnovo per coach Luciano Nunzi

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https://sportando.basketball/leonis-roma-rinnovo-per-coach-luciano-nunzi/ Luciano Nunzi siederà ancora sulla panchina dell’Eurobasket Roma . La società comunica, infatti, di aver prolungato il rapporto con il tecnico romano, arrivato in Via dell’Arcadia nello scorso campionato, anche per la stagione 2019/2020 . “Siamo molto contenti di poter iniziare questo secondo anno con Luciano poiché, da quando ha iniziato la sua esperienza qui, abbiamo avuto l’impressione che non sarebbe stato solamente un traghettatore ma, piuttosto, una persona con cui costruire qualcosa di più duraturo e importante” – il commento del GM, Davide Bonora – “Ci ha aiutati in un momento difficile, nel finale della passata stagione, dimostrando la sua bravura, la sua competenza e integrandosi alla perfezione con la nostra realtà. Stiamo assemblando un roster che possa essere il più funzionale possibile alla sua idea di pallacanestro, che è in perfetta sintonia con la mia e quella della società, e che nei

Giallo Cicco, mi ci ficco

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La Planche des Belles Filles, la montagna degli italiani. E della maglia gialla.  Qui Vincenzo Nibali vinse nel 2014, e la strappò a un francese, Tony Gallopin. Qui Aru vinse nel 2017, e il primato restò in Sky ma passò da Geraint Thomas a Chris Froome (che qui aveva vinto nel 2012, e in giallo andò Bradley Wiggins).  Qui non ha vinto Giulio Ciccone, secondo dietro il belga Dylan Teuns, compagno di Nibali alla Bahrain-Merida. Ma il "Cicco" - che di Nibali compagno lo sarà l'anno prossimo alla Trek-Segafredo - l'ha sfilata per 6" a un francese, Julian Alaphilippe.  Con Geraint Thomas e Thibaud Pinot l'ultimo big ad arrendersi su quell'impennata brutale, allungata quest'anno con un sadico sterrato di un km al 24% di pendenza. Tale era la fatica che Giulio scuoteva la testa per non averlo vinto, il primo tappone (con 7 GPM) di questo Tour 106, e senza rendersi conto di essere in giallo.  Li ha staccati tutti, la reincarnazione de

Peugeot: A cycling dynasty

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http://www.cyclingnews.com/features/peugeot-a-cycling-dynasty/?utm_source=facebook&utm_medium=social&utm_campaign=prendas1&fbclid=IwAR3H339OW1y2CN66UtwRfb_JwFFXxX3iPAA2M2BdOQqpUO7xZPJolzJBw94 30 years since the end of the most successful team in cycling history It has been exactly 30 years since the name Peugeot last cropped up in the professional peloton, when Roger Legeay's Z-Peugeot team boasted Robert Millar and Gilbert Duclos-Lassalle . The end of the 1989 season marked the end of the longest sponsorship in the sport , and the exit of the most successful team in Tour de France - and perhaps cycling - history. Over 88 years of both primary and co-sponsorship, Peugeot (and independent riders on Peugeot bikes) won 10 Tours, beating the structure currently known as Movistar into second place by three wins, while Team Sky  and Renault boast six apiece . Alongside those victories stood countless Monuments, as well as national and world champions. The