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Visualizzazione dei post da febbraio 12, 2018

Franco Chioccioli: il mio rimpianto rosa

http://www.museociclismo.it/content/articoli/5667-Franco-Chioccioli%3A-il-mio-rimpianto-rosa/index.html Tuttobici  Numero: 12 Anno: 2004 di Gino Sala Era il 5 giugno 1988 e pur essendo trascorsi 16 anni da quella tremenda giornata, nella mia memoria sono vivi gli episodi della quattordicesima tappa del Giro d'Italia . Episodi toccanti e indimenticabili. Si andava da Chiesa Valmalenco a Bormio col Passo Gavia come punto cruciale, imperversava il maltempo, temperatura invernale, strade impossibili, con un fondo di neve e di ghiaccio, corridori intirizziti, una gara che doveva essere annullata e che invece veniva portata a termine.  Ancora oggi non abbiamo l'esatta conoscenza di ciò che è accaduto. Non abbiamo nomi e cognomi dei ciclisti che per continuare sono stati aiutati in vari modi . Sicuro che molti hanno ricevuto soccorsi fuori delle regole. Chi si era rifugiato in macchina, chi veniva dato per scomparso e poi riappariva, un susseguirsi di scenari cru

Chiesa: la mia vita a due ruote

http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=rivista&cmd=artdet&id=3035 Numero 5 - Anno 2010 di Daniele Gigli È passato dalla Liquigas alla Katusha e ha portato in seno allo squadrone russo tutta l’esperienza accumulata in trentatré anni di ciclismo . Mario Chie­sa è un direttore sportivo giovane che ha sempre dimostrato qualità e valori umani rilevanti . Si è avvicinato al mondo delle due ruote quasi per scherzo, ma con il trascorrere del tempo quello che era solo un gioco è diventato l’amore di una vita. Undici anni da professionista e poi subito a bordo di un’ammiraglia per proseguire quanto precedentemente iniziato. Passione, impegno e spirito di abnegazione gli hanno permesso di emergere e di ritagliarsi un ruolo sempre più importante. La Katusha è un’avventura stimolante che Mario sta affrontando con dedizione e serenità. È schietto e cordiale, ri­flessivo ed espansivo, tranquillo e de­ter­minato e ha le doti necessarie per raccogliere grandi soddisfazioni a

Lorenzo Sani: La Bologna di Hawk (non esiste più)

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https://www.amazon.it/CONNIE-HAWKINS-spezzato-Basketball-Portraits-ebook/dp/B01B3WU3VY di CHRISTIAN GIORDANO © in esclusiva per RAINBOW SPORTS BOOKS © “Sani da legare”. Già il titolo, della sua storica rubrica sul Carlino , fa intuire la persona e il giornalista. Meglio: il cercatore di Storie. Con la maiuscola. Lorenzo Sani bolognese lo è solo d’adozione ma questo non significa che lo sia meno degli autoctoni. Nato a Venezia nel 1958, a Bologna ci arriva da Reggio Emilia nel 1984. E come successo a tanti, non la lascerà più se non per i suoi viaggi in giro per il mondo, a caccia, appunto, di Storie. Per i reportage “Lo sport durante l’assedio” di Sarajevo e “Ladri di bambini” del Mozambico ha ricevuto riconoscimenti giornalistici. Quella di Connie Hawkins gli si è conficcata nel cuore.  I dieci mesi di Hawk a Bologna sono uno dei capitoli più compelling , direbbero di là dell’Atlantico, di Vale tutto  prima e di Vale ancora tutto  poi. E un giorno, se finalmente i due

Fabio Bordonali controcorrente: Tutti contro la Sky? Ce ne vorrebbero di più

http://www.ciclonews.biz/fabio-bordonali-controcorrente-ci-vorrebbero-piu-sky/ Fabio Bordonali controcorrente: “Ci siamo fatti rubare il ciclismo”. L’ex dirigente e corridore ripercorre in una intervista rilasciata a tuttobiciweb  come il ciclismo sia cambiato (in peggio) negli ultimi anni.  “Mi ricordo le riunioni carbonare con Verbruggen, c’eravamo io, Corti, Ferretti, Boifava e Stanga : volevano convincerci che il Pro Tour sarebbe stata la manna per il ciclismo ” attacca Bordonali “quando nel 2004 proposti alla Liquigas di rientrare nel ciclismo, tutto era pronto, poi Paolo Zani (Mister Liquigas ndr) mi disse: ti do 2 milioni in meno l’anno, perché Verbruggen mi ha garantito che arriveranno ogni anno 2 milioni dai diritti tv. Naturalmente tutti e due sapevamo che non sarebbe arrivato nulla, e così è stato. E non se ne fece nulla”. “Il ciclismo italiano era un fiore all’occhiello, un marchio costruito in ottant’anni di corse, eravamo il movimento più forte, potevamo det

Bordonali: un posto tra i grandi

http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=rivista&cmd=artdet&id=2738 Tuttobici Numero 1 - Anno 2009 di Pier Augusto Stagi Il duemilaotto non è stato un anno semplice, soprattutto sotto l’aspetto «politico», perché dal punto di vista sportivo le soddisfazioni non sono mancate. Fabio Bor­donali è però tecnico abituato a guardare avanti «anche perché se mi volto, ri­schio di rivedere ciò che non mi è piaciuto affatto della scorsa stagione e potrei perdere la voglia di fare e l’ot­timismo che mi contraddistingue», dice con un sorriso tra il divertito e l’iro­nico. Guarda avanti, Fabio Bordonali. Nuo­va stagione, la sedicesima alla guida di una squadra che sente profondamente sua. Nuova stagione, nuovi obiettivi. «Nel complesso, sotto l’aspetto sportivo il 2008 è stato più che soddisfacente - dice -. Abbiamo vinto ventidue corse, siamo sempre stati protagonisti dall’inizio alla fine e abbiamo gioito per la maglia rosa e quella azzurra di Ga­briele Bosisio. Le

Botta&risposta con Fabio Bordonali

http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=rivista&cmd=artdet&id=3989 Tuttobici Numero 11 - Anno 2013 di Giulia De Maio All’inizio dell’anno ci avevi detto che la Utensilnord avrebbe fatto un passo indietro per farne uno avanti...  «Il bilancio della prima esperienza tra i team Continental è positivo. Essendo un team per metà ungherese e per l’altra metà italiano , ab­bia­mo seguito un calendario internazionale con particolare attenzione ai paesi dell’Est e all’Italia. Abbiamo margini di crescita e non possiamo che essere soddisfatti. Abbiamo chiuso il 2013 partecipando al campionato del mondo a squadre. Ci è stato co­mu­­ni­­cato all’ul­timo di essere tra le 35 formazioni invitate dall’UCI e siamo riusciti a difenderci con onore». Il rapporto con l’Ungheria proseguirà nel 2014?  «Sì, abbiamo gettato le basi per il 2014 proprio con la federazione ungherese che sta seguendo con interesse il nostro lavoro. Il ciclismo non è il primo sport del paese e noi s