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Visualizzazione dei post da febbraio 21, 2018

Storia di Valerio Lualdi

http://www.museociclismo.it/content/articoli/5344-Storia+di+Valerio+Lualdi/index.html Valerio Lualdi nasce a Busto Arsizio il 31 agosto 1951. Atleta generoso, nel corso della sua carriera si dedicò principalmente a svolgere il compito di gregario, dando un valido contributo ad alcune prestigiose vittorie dei suoi capitani: ad esempio nel 1978 prese parte al Giro d'Italia vinto dal suo compagno di squadra belga Johan De Muynck e disputò un ottimo campionato del mondo sul circuito del Nürburgring ad Adenau in appoggio a Francesco Moser (2°). Nonostante ciò riuscì a portare al termine la gara con un notevole 7° posto. Per le sue buone qualità nel mettersi al servizio degli altri fu convocato anche per i due seguenti mondiali di Valkenburg '79 e Sallanches '80 ma in entrambi i casi si ritirò. Quando aveva la possibilità di fare la sua corsa sapeva sfruttare bene le occasioni, tant'è che nel 1978, sua annata migliore, si aggiudicò 2 corse molto importanti del ca

Valerio Lualdi: «Ero un bel tuttofare...»

http://www.museociclismo.it/content/articoli/6101-Valerio+Lualdi%3A+%C2%ABEro+un+bel+tuttofare...%C2%BB/index.html Tuttobici Numero 8 - Anno 2008 di Gino Sala "Ero un tuttofare con qualche giornata di libertà". Così si definisce Valerio Lualdi, nato a Busto Arsizio il 31 agosto del 1951, professionista dal 1973 al 1984, 67 chilogrammi di peso, 1,70 di altezza, 4 vittorie riportate nel Giro di Romagna, nel Giro del Veneto, nella Coppa Ber­nocchi e nella Cuneo-Limonetto, secondo alle spalle di Francesco Moser in un campionato italiano , quinto nella stessa gara quando, trovandosi solo al comando in prossimità del traguardo pensava di avere la vittoria in tasca. Tre volte in maglia azzurra e una carriera dignitosa. «Anche se il mio impegno a cavallo della bici non era totale. Soggetto a pause e tentennamenti - precisa Valerio che ha ricavato buoni guadagni dall'attività agonistica -. Mi sono fatto una casa e acquistato un paio di negozi, perciò non posso la

Storia di Marco Giovannetti

Nato a Milano dove si erano temporaneamente trasferiti i genitori, ma toscanissimo per origine e residenza. Già in grande evidenza nelle categorie minori con la conquista di un titolo olimpico (100 km a squadre Los Angeles 1984 ), ha saputo confermarsi tra i professionisti (10 stagioni ad alto livello), conquistando poche vittorie, ma estremamente significative e prestigiose. Ottimo in salita e sul passo, ha sfruttato le sue caratteristiche soprattutto nelle corse a tappe dove ha gestito al meglio la sua regolarità e la sua intelligenza tattica. Gareggiando con giudizio, con molta accortezza e acume tattico, si è imposto nella " Vuelta" 1990 (sconfiggendo l'allora temibile Pedro Delgado) e ha conquistato la maglia tricolore nel 1992 quando ha colto l'attimo vincente mentre i più attesi protagonisti si marcavano strettamente l'un l'altro. Di rilievo il podio (3°) al Giro d'Italia del 1990. Ha vestito per quattro volte la maglia azzurra ai mond

Mario Beccia, l'uomo che amava andar sempre in fuga

Tuttobici Numero: 3 Anno: 2003 di Gino Sala Quando uno dei miei nipoti era bambino, il gioco preferito stava nella carovana ciclistica in miniatura che occupava buona parte della sua stanzetta. Davanti a tutti metteva l'ammiraglia di Vincenzo Torriani. Seguivano i corridori sulle loro bici, le vetture delle varie squadre e la macchina con tanto di targa del nonno giornalista. Erano i tempi di Moser e Saronni , ma il ciclista più citato nelle fantasiose telecronache portava il nome di Mario Beccia. Ricordo di aver chiesto il motivo di questa preferenza e di aver ricevuto una risposta abbastanza convincente: «Beccia perché è bravo in salita e perché attacca sempre...». Già, il Beccia nato a Troia (Foggia) il 16 agosto del 1955 e professionista dal'77 all'88 , piuttosto basso di statura e di peso, aveva numerosi ammiratori per il suo comportamento di corridore battagliero . Un tipetto effervescente, per così dire, sovente in avanscoperta quando tutte le gare erano

Storia di Mario Beccia

http://www.museociclismo.it/content/articoli/141-Storia+di+Mario+Beccia/index.html Di famiglia pugliese ma trapiantato in Veneto. Scalatore, piccolo e grintoso, polemizzò a più riprese con l'Organizzazione del Giro d'Italia per i percorsi troppo facili.  Per il suo carattere franco e le sue coraggiose iniziative divenne ben presto popolare dopo il debutto nella Sanson al fianco di Moser dal quale, peraltro, proprio per il suo comportamento non sempre ortodosso nei confronti del capitano, si divise dopo un paio di stagioni.  Pur non riuscendo ad assicurarsi molte vittorie è rimasto nelle prime file dei big nazionali. Meritano di essere evidenziate nella sua carriera le quattro tappe vinta al Giro d'Italia, il Giro dell'Emilia '77, il Giro della Svizzera '80, la Freccia Vallone '82 e il prestigioso poker d'affermazioni nel'84: tappa Tirreno-Adriatico, Giro dell'Umbria, Giro dell'Appennino e la Milano-Vignola .  Scarsa la sua fo

Storia di un campione: Francesco Moser

http://www.museociclismo.it/content/articoli/1262-Storia+di+un+campione+.........+Francesco+Moser/index.html Francesco Moser è il corridore italiano più vittorioso della storia del ciclismo. Fortissimo nelle prove di un giorno (il suo palmares conta tutte le più grandi classiche del calendario nazionale e internazionale) ha anche vestito le più prestigiose maglie delle gare a tappe. Nonostante i limiti sulle grandi salite si è imposto grazie alla sua combattività e alla capacità di gestire la squadra.  Nato in una famiglia di ciclisti - tre dei suoi undici fratelli, Enzo, Aldo e Diego, sono tutti stati professionisti - Francesco Moser a tredici anni lascia la scuola per lavorare nei campi. Si dedica al ciclismo in età già matura, a 18 anni. Dopo il dilettantismo nelle file della Bottegone e la partecipazione alle Olimpiadi di Monaco, passa al professionismo nel 1973 e già nel 1975 si laurea campione italiano a Pescara, sul circuito del Trofeo Matteotti. A 24 anni Moser s

Storia di Francesco Moser

http://www.museociclismo.it/content/articoli/1110-Storia+di+Francesco+Moser/index.html Quarto corridore di una famiglia che aveva già avuto tra i professionisti Aldo, Diego ed Enzo, occupa un posto di rilievo fra i big di ogni tempo in virtù degli straordinari risultati che è riuscito ad assicurarsi grazie, soprattutto, alle non comuni qualità fisiche, ma anche alla professionalità, all'intelligenza e alla dedizione al ciclismo. Grande passista, potente velocista ha spesso patito le grandi montagne anche se le più dure salite delle classiche in linea lo hanno avuto in primissima fila. La sua carriera splendida e fruttuosa per un decennio pareva stesse per chiudersi in maniera opaca quando, preparandosi in maniera completamente nuova e mettendo in pratica conquiste scientifiche e tecniche che hanno poi dato una svolta al ciclismo, conquistò il record mondiale dell'ora portandolo in due successive prove, il 19 e il 23 gennaio 1984 sulla pista in cemento del Centro sportivo

Francesco Moser, un asso in bicicletta

http://www.museociclismo.it/content/articoli/11186-Francesco+Moser%2C+un+asso+in+bicicletta/index.html Nato a Palù di Giovo (Trento) il 19 giugno 1951. Passista. Professionista dal 1973 al 1988, con 272 vittorie.  Il primo dato che balza agli occhi parlando di Francesco Moser, ci viene dalla corposità del suo palmares: è infatti il corridore italiano più vittorioso della storia del ciclismo. Un altro aspetto, ci giunge dalla sua longevità ai vertici, lunga almeno il 90% di una carriera che presenta sedici anni di permanenza fra i professionisti. Un terzo quadrante, ci mostra un personaggio divenuto così popolare, da far passare quasi per il contrario la sua mancanza maggiore: la tenuta in salita e la conseguente vulnerabilità nelle grandi corse a tappe. Una vasta schiera di tifosi, dunque, che continuava a vederlo come un predestinato per quelle gare, quando al massimo poteva vincerle, come in effetti s’è verificato, per la congiunzione di determinati straordinari fattori. 

Ennio Vanotti: la mia vita da gregario

http://bergamo.corriere.it/bergamo/notizie/sport/12_ottobre_15/ciclista-professionista-vanotti-ennio-savoldelli-ortofrutticolo-bergamo-2112256013408.shtml Ex ciclista professionista lavora al mercato ortofrutticolo di Roberto Amaglio Corriere della Sera - ed. Bergamo, 14 ottobre 2012 (modifica il 15 ottobre 2012) Dieci anni fa il suo compito era dirigere dall'ammiraglia Paolo Savoldelli verso la sua prima vittoria al Giro d'Italia. Oggi si alza tutte le notti all'una per recarsi al lavoro al mercato ortofrutticolo di Milano. Da atleta ha portato borracce a Saronni, Bugno, Baronchelli, Rominger. Oggi arrotonda facendo l'imbianchino , trovando anche il tempo per seguire la sua squadra giovanile (la Vanotti ARDN Piazzalunga), dare una mano all'amico Giovanni Fidanza ad allenare le ragazze dell'Eurotarget. Strana storia quella di Ennio Vanotti. L'ex professionista di Almenno San Salvatore, ritiratosi nel 1990 dopo 13 stagioni , non si sta