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Visualizzazione dei post da agosto 9, 2017

La "10" a Dybala, nel solco della tradizione

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Sarà un altro argentino, Paulo Exequiel Dybala, a indossare la dieci alla Juventus. Non una novità nella Torino bianconera, abituata bene da un certo Omar Enrique Sivori fino a Carlos Alberto Martínez Tévez. Una strategia di marketing e merchandising, ma pure (perlomeno a breve termine) di mercato: il Barcellona dovrà cercarsi altrove il sostituto di Neymar. Una scelta nel solco della tradizione: lasciato il 21 che fu di Zidane e Pirlo, altri dieci di fatto ma non di maglia, "la Joya" colma un vuoto lasciato apposta tale dal neoacquisto Bernardeschi, che a differenza di Baggio la dieci ha preferito ifilarsela solo nella Fiorentina. D'accordo con la società, ha scelto il 33, un po' perché la diez deve prima meritarsela, come ha detto in presentazione, e molto perché qualcosa in pentola bolliva. Se ne sono accorti nelle ultime ore i tifosi allo J-store, dove la 21 griffata Dybala non era più disponibile. Eventualità remota se riguarda il tuo giocatore-franchi

Storia di Giancarlo Ferretti

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http://www.museociclismo.it/content/articoli/1374-Storia+di+Giancarlo+Ferretti/index.html Nato il 9 agosto 1941 inizia a correre come allievo con la "Baracca", prosegue da dilettante con la "Rinascita" (1960-61) e la "Vital" di Fusignano (1962) ottenendo buoni piazzamenti e cinque vittorie tra cui la Coppa Amati a Rimini nel 1961 e il G.P. Cervellati a Bologna nel 1962. Nello stesso anno veste la maglia azzurra al campionato del mondo di Salò e al Tour de l'Avenir che per poco non vince: una caduta e una foratura lo attardano scendendo dall'Izoard quando è virtualmente maglia gialla. Conclude la sua sfortunata prova al quinto posto in classifica. E' professionista dal 1963 al 1970 con "Legnano", "Sanson" e "Salvarani" dove svolge un ruolo spesso determinante al fianco di Gimondi. Corridore infaticabile e sapiente tattico si distingue soprattutto al Giro d'Italia ottenendo piazzamenti degni di nota in

Giancarlo Ferretti L'ultimo dei grandi maestri

http://www.museociclismo.it/content/articoli/5707-Giancarlo+Ferretti+L%27ultimo+dei+grandi+maestri/index.html Tuttobici Numero: 2 Anno: 2001 di Gino Sala Come stai? Due parole che accompagnano il rituale scambio di saluti, ma se incontrate Giancarlo Ferretti nella sua stretta di mano c'è qualcosa di più. C'è un "devi stare bene, non raccontare balle" che è l'espressione di un uomo dotato di un grande carattere, nemico delle debolezze, delle lamentele, delle incertezze, di ogni genere di perplessità e di dubbi. Gregario di prima grandezza negli anni Sessanta, ferreo scudiero di Felice Gimondi che ha protetto e salvato in più di una circostanza. Mi limito al ricordo di una tappa del Tour che tra i suoi ostacoli aveva il Col de Mente. Quel giorno Gimondi era uno straccio e si sarebbe fermato se Ferretti non lo avesse portato al traguardo. Spingendolo, trainandolo, gridandogli in faccia che non poteva arrendersi a una diarrea, malvagia sì, ma non tal

Giancarlo Ferretti e la Rinascita Ravenna

http://www.museociclismo.it/content/articoli/5184-Giancarlo+Ferretti+e+la+Rinascita+Ravenna/index.html http://www.scrinascita.it/magnifici.html#ferretti Giancarlo Ferretti è nato a San Bernardino (Ravenna) nel 1941.  Nel suo paese la "colonnetta" del ciclismo svetta da sempre su tutte, per merito di promotori e organizzatori instancabili tanto da meritare il bel libro dedicato alla S.S. San Bernardinese da Sergio Chiodini.  Quando poi i compaesani si vennero a trovare tra le mani un allievo promettente, l'entusiasmo salì di molto e Ferretti lo alimentò con due belle vittorie nei dintorni di casa sua: Coppa Città di Bagnacavallo e GP d'Autunno a Fusignano. Nella corsa di Bagnacavallo era in fuga con Semprini che superò in volata. Più tardi il battuto ebbe modo di dire: "Ferretti un bravo direttore sportivo? Era il suo mestiere che aveva imparato già da allievo, infatti, per l'intera fuga non tirò neanche un metro poi mi sconfisse".  Nel

RIVALRY RENEWED - RANGERS V HIBERNIAN

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https://spfl.co.uk/news/rivalry-renewed--rangers-v-hibernian Wednesday 9th August 2017 RANGERS AND HIBERNIAN WILL LOCK HORNS AGAIN IN THE TOP FLIGHT THIS WEEKEND, AND WE LOOK BACK AT A COUPLE OF OLD CLASSICS BETWEEN THE TWO! Rangers 4-3 Hibernian, 7th December 1996 Hibernian made the trip along the M8 to face a Rangers side well on their way to their ninth consecutive title , but the Edinburgh side gave the champions a fright in this goal-laden encounter. Indeed it was Hibs who took the lead midway through the first half. Darren Jackson was sent through on goal with a wonderful through ball, but was forced wide by Andy Goram. Jackson showed patience and vision and, with Goram now out of his goals, slid the ball across the six-yard box for Keith Wright to slam home. Rangers looked rocked and the Hibees continued to press, but against the run of play it was the Gers who struck the next blow. Derek McInnes found Ian Ferguson 25 yards from goal, and the midfielder slammed home via a def

Federer, l’Australia dentro

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di SIMONE BASSO, Il Giornale del Popolo , 8 agosto 2017)  I trentasei anni di Roger Federer ci obbligano a uno sforzo in più di immaginazione. Un personaggio di tale caratura ispira anche i profeti dell’ovvio: una contraddizione se applicata a un atleta, a un’icona dello sport, che ha fatto della meraviglia istintiva sul campo una peculiarità, un marchio di fabbrica. L’ottavo successo a Church Road è stato dunque l’occasione propizia di riposizionamento, sul carro (affollato) del vincitore, degli stessi che un anno fa – dandosi di gomito – imbastivano coccodrilli agonistici sul basilese. Come se Federer, più o meno dal 2009, fosse ancora paragonabile agli altri. In rete, solo a scorrere col mouse la lista dei primati assoluti del nostro, si rischia una tendinite. Meglio raccontare un altro Federer, più distante nel tempo, lui che ci illude che la clessidra con la sabbia si possa manomettere, Il Roger imberbe, quello che si ossigenava i capelli, distratto dal troppo talen

Forse ci stiamo dimenticando di Rooney

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http://www.ultimouomo.com/forse-ci-stiamo-dimenticando-di-rooney/ Quello che torna all’Everton è uno dei giocatori più taletuosi degli ultimi anni, eppure non ha ricevuto l’amore che meritava di STEFANO PIRI, Ultimo Uomo, 9 agosto 2017 Il 9 luglio scorso il profilo ufficiale dell’Everton ha annunciato il ritorno di Rooney con un tweet un po’ troppo smielato per i gusti dei tifosi: “once a blue… #WelcomeHomeWayne”. Il riferimento era al motto “once a blue, always a blue” (“blu una volta, blu per sempre”) che Rooney si era fatto stampare su una maglietta e aveva mostrato ai tifosi dopo un gol oracolare segnato una quindicina di anni fa, quando era un prodigioso teen hero del Merseyside passato direttamente dalla curva alle giovanili dei Toffees. Come spesso accade quando lo storytelling viene sbrigativamente piegato al marketing, il social media manager dell’Everton ha voluto imporre una schematica morale da favola ad un rapporto – quello tra Rooney e le sue origin