IL CARISSIMO NEMICO
di Indro Montanelli Il Giornale - 23 settembre 1992 Ripubblicato da Il Fatto Quotidiano - 4 giugno 2024 Non sapremo mai se Togliatti designò alla propria successione Berlinguer perché aveva capito chi era, o perché non lo aveva capito. Quel ragazzo cresciuto nella sua segreteria doveva piacergli per molti versi. Prima di tutto perché, appunto, era cresciuto nella sua segreteria, poi perché era un esecutore scrupoloso, silenzioso e zelante delle sue direttive, perché ormai conosceva a menadito la cosa più importante, l’“apparato”, perché non aveva mai fatto parte di camarille, e forse soprattutto perché non era “reduce” di nulla. Berlinguer non veniva dalla cospirazione antifascista – non ne aveva avuto il tempo – né dal fuoruscitismo, e anche con la Resistenza credo che avesse avuto ben poco a che fare. Il luciferino Pajetta, che non lo ha mai amato, diceva di lui: “Fin da giovanissimo s’iscrisse alla direzione del partito”. Ma forse fu proprio per questo che Togliatti lo prescelse. Il